
Il settore dell’energia eolica gode di buona salute e le aziende a caccia di aree dove installare le pale crescano a ritmo vorticoso. Ormai buona parte delle zone sono state sondate per un’eventuale installazione di un parco eolico, perfino quelle dove il vento non è così forte da garantire sicuri introiti monetari.
Energia eolica
Va detto infatti che il gioco non vale sempre la candela, occorre misurare bene i fattori positivi e negativi primi di un’eventuale piano di installazione. Nonostante ciò si sta assistendo nell’ultimo periodo una sorta di cannibalismo di territori da parte delle aziende interessate. Al fine di garantirsi fette di mercato appetibili sembra che ci si debba quindi focalizzare su mercati di nicchia e sviluppando tecnologie all’avanguardia.
Tra i principali problemi legati allo sviluppo dell’eolico, in Usa così come in Europa è la difficoltà di connessione tra le varie zone. In sostanza l’energia prodotta da un parco deve essere immessa in rete per poterne usufruire, ed è qui che ci sono ancora mancanze infrastrutturali e su cui bisogna lavorare maggiormente. Negli Stati Uniti, ma il costo è simile in Europa, 1 miglio di connessione ha un costo stimato di 1 milioni di dollari e se l’energia non è convogliata nelle centrali poco se ne fa. E’ questo enorme apparato di collegamenti necessari che fa lievitare enormemente i costi, più della costruzione materiale delle pale oltre ovviamente al costo per lo sviluppo e la ricerca che fa da padrone nel settore.
Altro aspetto difficoltosa che a volte mette i bastoni tra le ruote alla nascita di parchi eolici è la legislazione stessa, nebulosa a volte, mentre altre diversificata a seconda delle regioni ed enti di competenza che si accavallano spesso e ritardo l’inizio dei lavori e le concessioni. Da questo punto di vista occorrerebbe una maggior chiarezza legislativa a livello nazionale e una maggior coesione da parte dei comitati cittadini e associazioni che spesso si scontrano con le aziende per paura di vedersi deturpare il territorio.
I mercati più maturi del settore continuano a rimanere Germania, Danimarca ma anche la Spagna, stati che hanno saputo investire nell’eolico e in generale hanno cercato di soppiantare le vecchie centrali a carbone con energie più pulite per sopperire al recente incremento di richiesta energetica causato dall’incremento demografico.
Visti i lunghi tempi necessari, alcune aziende danno avvio a vari progetti confidando così di poter avviare almeno la realizzazione di alcuni lavori più “facili” mentre attendono che la burocrazia faccia il suo corso per quelli più complessi. Alcune zone risulteranno più o meno efficienti a seconda degli studi che ci sono stati alle spalle legati ovviamente alla potenza del vento. Dove il vento soffia meno, il lavoro può essere comunque realizzato calcolando una messa in rete dell’energia ad un prezzo maggiore che copra quindi la minor resa, scontrandosi con i mercati precedenti. Se il carbone viene a costare meno del vento i gestori tradizionali continueranno probabilmente, purtroppo a usarlo pur di ottenere ricavi maggiori, decretando però così enormi rallentamenti nel settore delle energie alternative (da renewablenergyworld).

Speriamo che la legislazione cambi e si trovi un buon compromesso tra la situazione ambientale e lo sfruttamento dell’energia eolica anche se oggi costa un po’ di più.
Speriamo che l’interesse che ci sta dietro a tutto questo non sia solo di natura economica. Come ormai spesso accade in questo settore, soprattutto nel nostro paese.
Trovo che per alcune zone depresse del paese un parco eolico possa essere una sicura fonte di reddito per molti lavoratori, la creazione di posti di lavoro in un periodo come questo credo che sia molto più importante della seppur nobile e giusta causa ambientalista.
In Italia, alcune regioni (anche se non nella globalità del territorio, ma a piena discrezione dei comuni) hanno deciso di rinunciare all’eolico ed altre (a volte gli stessi) sono state “scavalcate” dalle stesse aziende sostenitrici dell’eolico che hanno contrattato direttamente con i privati per l’acquisto dei terreni sui quali vorrebbero veder sorgere i loro impianti. Un po’ come è accaduto per il nucleare, seguendo i tg e leggendo su internet i vari forum a riguardo, sembrerebbe come l’opinione pubblica sia spesso divisa, soprattutto per la mancanza di informazione, e ci si chiede come mai le associazioni ambientaliste e alcune amministrazioni pubbliche possano essere contrari a questa fonte di energia pulita (perché insieme al fotovoltaico, l’eolico rappresenterebbe ad una prima analisi solo una fonte di energia rinnovabile…ma ci sono effetti di questa tecnologia che sono spesso trascurati? ).
Per prima cosa penso che sia necessario sottolineare come il termine energia pulita si riferisca all’assenza di emissioni di gas serra e non alla mancanza di altri effetti negativi su uomo, fauna e ambiente. Mentre il termine fonti energetiche rinnovabili si riferisce a quelle fonti che possono essere considerate inesauribili nel tempo, al contrario dei combustibili fossili e nucleari che producono con risorse che non sono infinite. Il fatto di poter definir un energia pulita, non esclude che l’implementazione e l’utilizzo degli impianti non possano comportare effetti negativi, ad esempio sull’uomo, di altra natura. Ad esempio, un po’ di tempo fa, ho letto che le turbine eoliche emettono una particolare frequenza abbastanza bassa che interagirebbe con le funzioni cerebrali dell’uomo al punto da portare a chi è particolarmente esposto alla cosiddetta sindrome da eolico, ossia vertigini e allucinazioni cinetiche. Non si tratta di un suono udibile, ma gli effetti di questa interferente sono abbastanza dimostrati.
Nell’articolo si parla di costi elevati per l’infrastrutture di allaccio alla rete di distribuzione (addirittura 1 milione di dollari…non credevo fosse così alto) e di burocrazia e amministrazione contraria all’eolico. Su tale situazione hanno avuto modo di dire la loro anche molti uomini di cultura e di scienza che nella loro occasione si sono schierati contro la proliferazione di torri eoliche: è il caso ad esempio del fisico Carlo Rubbia che per primo ha posto l’accento sul problema che, se non verrà arginato, rischia di distruggere i luoghi più belli d’Italia a causa degli interessi di poche aziende che non conoscono e non rispettano il nostro territorio. Ricercando qua e la ho scoperto che le aziende pro eolico oltre alla mera vendita dell’energia prodotta, infatti, guadagnano qualcosa in più: i cosiddetti certificati verdi permettono a queste aziende di definirsi “amiche dell’ambiente” pur disponendo di altre tipologie di impianti che sfruttano invece i combustibili fossili assicurandosi un futuro economico certo (quando le scorte naturali del fossile, ad esempio, saranno agli sgoccioli si potranno rifare comunque sul rinnovabile).
A quanto pare, inoltre, come per il fotovoltaico, non esiste una programmazione o uno studio serio per la scelta dei siti… le centrali eoliche vengono costruite presso tutti i comuni che danno il loro consenso alle aziende del vento e queste scelte coinvolgono inevitabilmente anche i comuni limitrofi, che vedono danneggiato il loro paesaggio e l’elevata bellezza del loro territorio senza che questi possano esprimere un loro parere in merito. Per gli impianti in comuni la cui resa eolica potrebbe risultare bassa, questa viene compensata con un costo maggiore dell’energia prodotta e distribuita, a pieno svantaggio del consumatore che non vedrebbe togliersi nulla dalla bolletta.
Insomma, si parla di energia pulita e rinnovabile, ma con tutti i pro sarebbe necessario analizzare anche i contro che a quanto pare sono tutt’altro che trascurabili…ai costi della distribuzione dell’energia prodotta occorrerebbe mettere in conto anche il fatto di ricercare territori sufficientemente lontani dai centri abitati e il cui impatto ambientale abbia anch’esso poco peso. Data l’alta densità di popolazione italiana, l’ultimo requisito per la costruzione sembra essere abbastanza difficile da raggiungere…alla fine sono sempre i comuni e i privati che in accordo con fini puramente economici decidono di costruire o meno impianti eolici, pur deturpando il territorio a mettendo in un disagio tangibile gli abitanti stessi. Al contrario del fotovoltaico, l’eolico è un’energia pulita ma non statica, con tutti i problemi che da questo ne derivano…
Io sono fondamentalmente favorevole all’energia eolica. Anche se questa non basterebbe di certo da sola a soddisfare nemmeno un decimo del fabbisogno energetico totale.
questo è il consumo di energia elettrica totale italiano negli ultimi anni
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/2/26/Produzione_energia_italia_1950.png
In pratica l’eolico si è sviluppato solo negli ultimi anni, ma non mi pare che abbia fatto grandi passi avanti come quantità di energia prodotta, che è praticamente trascurabile rispetto al totale. Il fotovoltaico addirittura non si vede proprio nel grafico. Per questo spingerei più sull’eolico che sul fotovoltaico.
Il territorio italiano è abbastanza poco abitato, non credo che sia un problema trovare dei paesaggi disabitati e piazzare delle belle pale eoliche a prendere energia. Il costo del trasporto dell’energia elettrica è l’unico problema vero, ma non credo che sia necessario realizzare molte altre linee. I tralicci dell’alta tensione sono praticamente ovunque ed è difficile stare più lontano di qualche chilometro da uno di questi. Il problema del paesaggio secondo me è secondario perchè non capisco come un paesaggio che da solo è bello possa essere imbruttito da qualche ventilatore gigante (passatemela). Anzi, dovrebbe essere motivo di vanto nei confronti di chi non ce l’ha. I problemi dell’eolico in Italia si limitano alla ricerca di zone poco abitate con la presenza di venti costanti il più possibile. Il problema della discontinuità della “fornitura” di energia dal vento credo che sia meno grave di quello dell’energia prodotta con sistemi fotovoltaici. Infatti mentre per il fotovoltaico c’è la certezza che 10 ore al giorno le si passano al buio, o con poca luce, nell’eolico i sistemi di accumulo possono essere leggermente sottodimensionati rispetto al solare, perchè è presumibile che non si stia 10 ore intere senza che tiri un filo di vento. In realtà con il solare bisogna anche valutare la presenza di maltempo, che invece con l’eolico potrebbe anche migliorare la situazione… (forse sbaglio, ma in genere associo la pioggia al vento, cioè spesso quando piove tira anche vento).
Per la questione ambientale credo che bisogna prendere necessariamente delle posizioni: diamo per vero che il sistema eolico possa deturpare il paesaggio. Poi consideriamo che ogni secondo che una pala eolica non esiste perchè non è stata ancora installata, vengono bruciati kg di carbone, che si traducono in 2-3 volte tanti kg di anidride carbonica che finiscono in aria. Tra i due mali credo che quello minore sia l’avere qualche pala qua e là per il paesaggio. Su questa cosa sono abbastanza irremovibile. Tanto è solo questione di tempo. I carburanti fossili finiranno prima o poi, e prima troviamo una soluzione e meglio è per tutti, ambientalisti inclusi.
Ovviamente non è l’eolico l’unico modo per raccogliere energia da fonti rinnovabili, ma lo vedo molto più proficuo del solare.
OT: Io per ora sono sempre favorevole al nucleare, perchè al momento è l’unica fonte di energia che non inquina l’aria ed è disponibile in grandi quantità su tutto il pianeta. Volendo è anche l’unica fonte che abbiamo già disponibile in Italia, dato che ci sono 3 miniere di uranio, che ovviamente non sfruttiamo. (personalmente punterei sul torio, ma ad avercelo l’uranio non fa male di certo)