
Fino all'anno scorso l'energia eolica è apparsa immune alle peggiori devastazioni di una tempesta economica che attraversava il mondo, ma il più grande produttore di turbine eoliche sembra essere stato scosso dalla crisi, a tal punto, da ritenere incerti 3000 posti di lavoro, nella sede centrale, nel Nord d'Europa.
Questo cosa comporterà? Una minaccia per la produzione e la distribuzione in tutto il mondo della tecnologia? Eolica e non solo. Oppure tutto questo è solo un falso allarme? Secondo Ditlev Engel, direttore generale di Vestas, c è stato troppo ottimismo e per lungo tempo, dato che la società ha tagliato la sua forza lavoro del 15%, ma che sicuramente, prima di dare risposte definitive e prendere decisioni difficili, sarà necessario studiare approfonditamente il mercato, a rischio le quattro unità di produzione in Danimarca e Svezia.
Sicuramente la logistica per l'energia eolica è stato uno dei problemi principali, dato che sarebbe stato impossibile costruire una turbina in Asia per poi farla funzionare in Europa ad un prezzo di buon mercato; oltre ai vincoli fiscali in Europa, la domanda di turbine eoliche è stata colpita dalla riduzione dei prezzi dei combustibili fossili e dalla scarsità di credito all'inizio della crisi finanziaria, infine anche lo slancio politico è diventato un fattore negativo.
Alcuni osservatori del mercato, avevano avvertito della rilevante sovraccapacità in Europa per qualche tempo; lo stesso Engel, aveva dichiarato che la sua azienda stava rispondendo per necessità finanziarie, deviando la capacità di produrre dove la produzione è meno costosa, mantenendo le attività di sviluppo e di ricerca in Danimarca, strategia necessaria per preservare la redditività Vestas negli anni a venire. La parola immunità non viene più sbandierata nei circoli di energia eolica, regola valida anche per le più grandi multinazionali.
Un goal per sostenere l'energia eolica
Almeno i produttori possono accedere ai mercati che hanno come obiettivo di raggiungere; al centro dell'ascesa fulminea in Europa, vi è stata la necessità di tagliare le emissioni di gas serra del 20% entro il 2020, rispetto ai livelli del 1990 per promuovere la crescita economica, mantenere la leadership tecnologica e tenere il cambiamento climatico sotto controllo. L'energia eolica, resta sempre attaccata all'esigenza della riduzione di carbonio e la European Wind Energy Association ha affermato che l'obiettivo attuale è quello di ridurre al minimo il calo industriale. EWEA sottolinea una riduzione del 30% entro il 2020 e un passo fondamentale per ridurre le emissioni del 80% -95% entro il 2050. Il taglio è considerato essenziale se l'Europa vuole mantenere la propria leadership nelle tecnologie di energie rinnovabili quali l'energia eolica e per creare nuovi posti di lavoro, diventare più competitivi ed evitare di perdere terreno rispetto alle altre regioni. La perdita di 3000 posti di lavoro nel nord d'Europa è ancora più dolorosa, l'energia eolica è fondamentale per il progetto dell'Unione Europea di creare un milione di nuovi posti di lavoro attraverso la produzione locale, con una crescita del PIL di circa 0,6%. EWEA ha dichiarato che una mossa al 30% supera i costi; se l'obiettivo di riduzione è stato quello di restare al 20%, uno sforzo di riduzione molto più alto sarebbe necessario post 2020. Inoltre, la recessione ha ridotto il costo di centrare l'obiettivo del 20% da 70000000000 a 48 miliardi di euro all'anno nel 2020 o 0,32 PIL, secondo la Commissione Europea. Nei prossimi cinque anni, la capacità di energia eolica mondiale è destinata a crescere quasi triplicando da 160 GW a 450, prendendo il valore di mercato del settore e moltiplicandolo per 124 miliardi di dollari nel 2014,da $75 miliardi nel 2010. BTM prevede che se la capacità continua a crescere, raggiungendo un TW entro il 2019, l'energia eolica sarebbe allora responsabile di oltre l'8% della produzione mondiale di elettricità, rispetto all'1,6% nel 2010. Un Goal quasi un anno fa, il Global Wind Energy Council, ha riferito che i mercati globali continueranno la loro rapida crescita, nel mondo la capacità di energia eolica crescerà del 160% nei prossimi cinque anni. Nel 2010, GWEC ha previsto che la capacità eolica installata globale raggiungerà 409 GW entro il 2014 rispetto ai 158,5 raggiunti nel 2009. In passato queste proiezioni sono state regolarmente superate dalla performance attuale del settore e hanno dovuto essere regolate verso l'alto. Nonostanti questi dati, gli investitori non si lasciano scoraggiare e preferiscono credere nelle previsioni ottimistiche. Un altro rapporto del settore, stilato da Nomura, prevede un aumento quasi del 15% in impianti a livello mondiale; nel complesso le IPP internazionali hanno continuato a guidare il mercato in avanti a dispetto delle strette condizioni finanziarie.
Energia eolica: Un problema globale?
A quanto è stato dimostrato, effettivamente la crisi esiste ed è presente in Europa, dove si sta facendo sentire di più, ma ci sono preoccupazioni anche negli Stati Uniti e perfino in Cina, che finora ha evitato la recessione, ma che ha visto cadere i tassi di crescita. Gli Stati Uniti rimangono al vertice per le installazioni cumulative, anche se l'anno scorso hanno conosciuto il più lento trimestre dal 2007. Mentre continua lo sviluppo, il dipartimento delle energie, stima che 54 GW di eolico off-shore potrebbero essere inclusi nei 300 necessari per soddisfare il 20% degli Stati Uniti. Tuttavia lo sviluppo di energia eolica, continuerà ad essere ostacolato da una tenuta in atto dei mercati finanziari e dalla recessione economica globale. A contrastare questo, sono state in qualche modo le disposizioni del governo in particolar modo con il Recovery Act e i programmi di sovvenzione; rimangono le incertezze legislative a livello federale in Canada, con conseguente previsione di un mercato nordamericano che resterà piatto per almeno quattro anni e poi riprendereà nel 2012, per giungere ad un totale complessivo di 101,5 GW entro il 2014. Ciò si tradurrebbe in un'aggiunta di 63GW in USA e in Canada per i prossimi cinque anni. Uno studio del mercato statunitense per l'energia eolica da IHS Emerging Energy Research, ha previsto che il 2010 è stato il primo anno, dopo il 2004, in cui l'industria eolica ha avuto una recessione così importante, nonostante gli incentivi federali; lo studio ha accusato i riverberi della crisi finanziaria, che continuano a creare uno scenario difficile per il mercato a breve termine, specialmente alla luce di un'ostinata incertezza politica nei confronti delle energie rinnovabili. Il mercato americano, è nella morsa di un rallentamento causato da una mancanza di direzione federale, creando un ambiente business instabile attraverso l'America. Se si osservano le statische fatte dall'American Wind Energy Association, a seconda del trimestre che si prende in considerazione, si nota un declino nell'installazione dei parchi eolici dal 50 al 70%; un ulteriore ostacolo è dettato dalla mancanza di linee di trasmissione per le centrali eoliche, problema che dovrebbe risolvere la politica federale. Nel luglio 2010, sono stati installati solo 700 MW di turbine eoliche in tutti gli Usa, facendo registrare un calo del 71% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Cina in testa, Europa ancora arretrata a causa della crisi.
La Cina, come anche l'Europa, ritiene l'energia eolica un fattore molto importante, per gli obiettivi prefissati relativi alla riduzione del carbonio. Ma la Cina è ancora più ambiziosa, con l'obiettivo di una riduzione del 40% entro il 2020. Con un obiettivo non ufficiale di 150 GW di capacità eolica entro il 2020, il governo cinese rimarrà uno dei principali motori nei prossimi anni, con aggiunte annue che dovrebbero essere superiori ai 20 GW entro il 2014. Anche se il governo ha espresso preoccupazioni per il surriscaldamento per la produzione di turbine cinesi, le misure cautelari saranno probabilmente destinate alla produzione piuttosto che all'impiego di turbine eoliche. La crescita cinese è sostenuta da una politica aggressiva per sostenere la diversificazione della fornitura di energia elettrica e di una fiorente base industriale nazionale. La crescita in Europa di nuovi impianti, dovrebbe calare dal 14% nel 2010 all'1% quest'anno, secondo gli analisti di Citigroup. L'Europa possiede una posizione strategica affacciandosi sul mar mediterraneo, secondo i dati diffusi dalla EWEA nel 2010 le installazioni sono aumentate del 51% e questo è stato tradotto in un investimento produttivo; per esempio, il gigante eolico Gamesa ha avanzato la sua strategia per rendere il Regno Unito, il core del proprio business in tutto il mondo eolico off-shore, proponendo la creazione del suo centro eolico marino a Glasgow, in Scozia, una mossa che potrebbe vedere la creazione di 130 posti di lavoro nella città più grande del paese. L'annuncio di Gamesa, giunge pochi mesi dopo l'aver presentato un piano industriale per l'energia eolica off-shore nel Regno Unito, dove si prevede di investire 150.000.000 euro entro il 2014. Oltre al suo centro di tecnologia off-shore a Glasgow, la strategia di Gamesa per l'eolico prevede la costruzione di un impianto di produzione di lame e l'impiego nella logistica in mare aperto di una serie di porti del Regno Unito. Ammettendo che le condizioni finanziarie restino favorevoli i funzionari dell'UE e EWEA dicono che potrebbero essere installati fino a 40 GW, nella regione del Mar del Nord entro il 2020. Infine l'Europa continuerà a guidare il settore in ricerca e sviluppo continuando ad ospitare la più grande capacità eolica fino al 2014 (136,5 GW) quando sarà superata dall'Asia (148,8 GW).

guarda caso, in Italia, hanno deciso di tagliare i fondi sui finaznziamenti per il rinnovabile,proprio ora che si stava osservando una vera e propria ripresa economica…che scandalo, sempre in controtendenza rispetto agli stati europei!! Questi sono i fatti che dovrebbero far riflettere i nostri politici italiani!!
Adesso in un mondo dove ormai è le centrali nucleari sono obsolete pensava nel mio intento che l’ unica soluzione viabile allora attuale sarebbe stato l’energia eolica .
Leggere un tale articolo che parla il produttore de eolico devono licenziare impiegati è una cosa impensabile .
Spero che sia soloun momento negativo dovuto alla crisi e non una cosa generale che l’ energia rinnovabile siano abbandonati a profitto del nucleare .
soprattutto che l’ eolico è molto più viabile e qualunque impianto fotovoltaico .
Finalmente si ricomincia il primo articolo del nuovo concorso Marzuino ,
e spero che saremo numerosi a giocare come l’ ultima volta .
Abbiamo pubblicato, alcuni giorni fa, un interessante articolo sulle centrali nucleari
http://it.emcelettronica.com/allarme-nucleare-giappone-dibattito-su-fonti-rinnovabili-e-nucleari
In particolare il dibattito su nucleare si – nucleare no , è molto articolato e, penso, dopo il fotovoltaico, l’energia eolica sia veramente la chiave di volta (ma anche di svolta:)
Quanto costa una centrale nucleare, e quanto si può investire nell’eolico, ad esempio, a dispetto della crisi? Se c’è crisi c’è crisi per tutto, nucleare, petrolio etc.
esattamente proprio perchè se c’è crisi c’è crisi per tutto non capisco per quale motivo(o forse non voglio capire..) il governo si lancia nell’avventura di costruire un REATTORE NUCLEARE anzi più reattori e guarda caso blocca i finanziamenti a maggio che in vece erano previsti fino al 2013 creando una situazione di disagio per privati cittadini e aziende che grazie ad essi avevano pianificato affari d’oro per le loro casse e per l’ambiente! Ma costa di più un fottio di pale eoliche e pannelli solari o quanto meno investire in una ricerca SERIA in quel campo o costruire centrali atomiche super sicure (che comunque mai lo saranno) e centri di stoccaggio di scorie esauste!? Molte università italiane stanno facendo ricerca su nuovi tipi di centrali eoliche che sfruttino i venti ad alta quota, venti presenti praticamente sempre e molto più forti.. a milano o a torino non ricordo con esattezza era prevista la costruzione di un prototipo, visto che è una ricerca tutta italiana.. inondiamoli di finanziamenti e se l’idea e buona inondiamo l’italia di questo tipo di tecnologia anziché “arricchirla” di reattori, radiazioni e barre esauste…
Ho letto con estremo interesse il dibattito aperto sul nucleare e devo dire di essere contento per il fatto che un nutrito campione di cittadini italiani la pensi come me, cioè è assolutamente sfavorevole al nucleare per la tantissime motivazioni che si posso dare e che sono state date. Sicuramente prima tra tutte c’è l’incapacità dell’uomo di realizzare e gestire un complesso impianto di generazione d’energia nucleare che per quanto possa essere all’avanguardia e sicura dietro tutte le certificazioni, non sarà mai esente da un possibile errore umano (siamo uomini e non macchine e sbagliare è lecito, e in questo caso aggiungerei anche “purtroppo”) o da catastrofi naturali o peggio ancora da attacchi di carattere terroristico. Tecnicamente, si potrebbe però obiettare dicendo che costruire una centrale nucleare in Italia sarebbe come porsi sotto lo stesso grado di pericolo al quale ci sottoponiamo già confinando con stati che dispongono da anni della tecnologia nucleare e che un’esplosione di una loro centrale comporterebbe serie conseguenze anche per il nostro stato. Se anziché guardare al nucleare come una nuova frontiera di approvvigionamento di energia (e di denaro, perché alla fine lo scopo ultimo scava e scava è sempre quello…) si investisse quella ingente quantità di denaro per incentivare la produzione di energia rinnovabile, come ad esempio l’eolica e la solare, sicuramente l’energia prodotta rientrerebbe appieno nella tanto ambita categoria“green Energy” riducendo enormemente l’emissione di gas serra e dando posti di lavoro a tantissima gente, soprattutto del sud Italia, che finora ha fatto dell’attività di progettazione di impianti di energia rinnovabile (soprattutto fotovoltaici) un lavoro a tutti gli effetti. Proprio l’altra sera seguivo alle Iene un servizio in cui denunciavano la manovra dello Stato di anticipare a maggio del 2011 la fine del decreto relativo al finanziamento tramite il meccanismo del GSE per la realizzazione di impianti fotovoltaici per singoli utenti, schiacciando a zero quel mercato tutto sommato redditizio che si era creato soprattutto nelle regioni italiane del sud dove sicuramente non si può dire che scarseggi il sole. Ora, incentivare una tecnologia come il nucleare senza, a mio avviso, sapere benissimo a cosa si può andare in contro (in realtà la catastrofe giapponese dovrebbe far riflettere e spero che lo stia facendo) tagliando al contrario i fondi ad una tecnologia ormai attestata come il fotovoltaico o l’eolico, sicuramente molto più sicura del nucleare, è una strategia statale a dir poco sbagliata, sempre secondo un mio punto di vista.
Leggere come anche la Vestas, leader mondiale nella produzione di turbine eoliche, stia risentendo della scossa della crisi economica, mi mette nella posizione di poter concludere che ci sia ancora una forte falla nel sovvenzionare la crescita (che dovrebbe essere al contrario significativa e continua) delle energie rinnovabili almeno in Europa. La ripresa economica ci può essere, e a mio avviso i campi dove non si dovrebbe mai smettere di incentivare sono proprio la formazione culturale dei giovani (quindi finanziare scuole, univerisità, ricerca e sviluppo) e l’energia rinnovabile che rappresenta un ottimo investimento per il futuro e per il benessere del nostro pianeta! Ora, la domanda sorge spontanea: “quali sono i contesti su cui in Italia si è deciso di tagliare i fondi??…..”
Il problema del nucleare non si articola solo a livello ecologico e l’ impatto delle radiazioni sulla popolazione , ma è molto più vasto implica anche problemi geoeconomici e politici che vanno ben oltre il nostro controllo .
i costi non sono solo legatia livello della costruzione è vera e propria della centrale , ma vanno ben oltre come tutti contratti stretti con l’Italia con la società francese EDF e tutte le sue filiali chi lavora esclusivamente con il nucleare con Areva , che hanno già comprato un po’ del debito pubblico , contro appalti delle future centrali nucleari ,
Come Beppe Grillo l’ha ben spiegato in uno degli ultimi suoi video :
Se qualcuno desidera visionarlo :
http://www.youtube.com/watch?v=izSOv0492zo
In questo caso il rapporto tra il venditore e acquisito non è monodirezionale come avviene di solito ma bensì bidirezionale , in poche parole abbiamo venduto la nostra sovranità contro un po’ di debito pubblico . rendendoci colpevoli di aver Trucato appositamente un appalto .
…dico che anche per l’eolico occorre fare tutto con la testa e non “all’italiana”!
Vengo dalla zona sudorientale della Sicilia e torno nella mia terra ogni estate. Negli ultimi anni ho visto il diffondersi delle pale eoliche su tutti i crinali dei monti iblei e limitrofi: gli incentivi sono stati visti come una manna dai comuni in difficoltà economiche e tutti si sono mossi per questa fonte di energia pulita. Tutto bene, dunque?
Non saprei dire. Circolano voci che dopo l’installazione i gestori (o il gestore unico, nemmeno lo so) non hanno ancora allacciato alla rete più della metà delle pale e queste, a detta di chi abita nelle vicinanze, sono pressocché ferme quasi sempre.
Solo voci? Ignoranza della popolazione? Non lo posso sapere, ma credo che a parte la fretta di installare per avere due lire dalla comunità europea o dallo stato bisogna cambiare la testa, fare cultura, crescere veramente in una direzione unitaria e quanto più condivisa sia possibile. Non vorrei che ancora una volta tutto venga interpretato come un provvedimento ‘assistenziale’ per tamponare crisi o stato di continua indigenza…
…è in crisi il settore eolico? Ma sì, diamo quattro lire quà e là e abbiamo risolto!
Ripeto, non so come stanno davvero le cose perché nessuno sa nulla e nessuno informa la cittadinanza (anzi se qualcuno di voi ha notizie certe ben venga!) e scrivo questo solo per ‘stimolare’ il dialogo, che sia però costruttivo e non solo: ‘poveri noi che non abbiamo incentivi, se solo ci fossero sì che la crisi andrebbe via’…
…saluti a tutti!
Dalla mie parti, zona cantanzarese il vento è sempre presente, ci sono dei piccoli parchi eolici ma si potrebbe fare molto di più. Secondo mè bisogna investire anche sul microeolico dove le pale sono più piccole, le dimensioni molto contenute e si possono installare anche nel giardino di casa.
Spero che gli enti locali e qualche investitore lungimirante potenzi gli investimenti in questo settore per sollevare il sud italia e la nazione tutta.
Vi invito a visitare questo link dove vengono riportate le caratteristiche di un impianto nel bolognese
http://www.centrocisa.it/ImpiantiRealizzati/allegati/leselveProgetto.pdf
Allo stato attuale non è ancora possibile pensare ad un sistema di rifornimento energetico basato esclusivamente su fonti rinnovabili. Superato il 20/25% del totale delle fonti il sistema diventa ingestibile.
Sinceramente non volevo entrare troppo nell’aspetto politico della situazione, anche se alla fine un pò mi sono lasciato andare. Però il tuo è un intervento che aggiunge voce a quanto è già stato abbondantemente detto sulla questione nucleare!! Si dovrebbero fare carte false per il bene dello stato, non per gli interessi individuali, e purtroppo la politica (e non solo qulla italiana)fa proprio questo…il bene di pochi anche se è il male per molti. Se ci si potesse proiettare anche solo per un istante nel futuro per vedere il mondo che stiamo costruendo e riservando ai nostri futuri figli, forse anche i politici ci penserebbero due volte prima di incentivare determinate manovre e strategie…
Buongiorno a tutti!
Sono un laureando in Ing. Elettrica del Politecnico di Milano.
Secondo me, lasciando da parte il discorso economico, esiste un problema proprio tecnico per il quale le energie rinnovabili (specialmente eolica e fotovoltaica) partono con un svantaggio nei confronti del termo e del nucleare. Esiste una base di carico (e sfortunatamente nel nostro contesto) molto grande, la quale necessita sempre l’alimentazione e per di più necessita di una grande potenza. Le centrali termo e nucleari sono progettati per andare a tavoletta (cioè sempre al rendimento massimo e per un numero di ore di utilizzazione sempre massimo). Le turbine eoliche e i panelli hanno il grande difetto che l’energia primaria che loro usano e di tipo aleatorio e quindi per fornire al carico la continuità di fornitura, bisogna disporre dei sistemi di accumulo di grande potenza e di grande capacita’.
Oggi i sistemi di accumulo sperimentali arrivano fino a qualche MW ma non di più e fino a qualche ora, quindi ancora non sufficienti per le esigenze del carico che cresce ogni giorno.
Il rinnovabile che risolve questo problema (almeno fino ad un livello accettabile) e’ l’idroelettrico. In Italia pero’ tutto l’idro e’ già stato installato e’ non c’è più posto (proprio fisicamente) di costruire altri.
Ricordando tutti i Discovery su Chernobyl, ovviamente che la paura verso le nucleari e’ maggiore, ma per le esigenze delle nostre società tali centrali sono inevitabili(almeno per il momento), oppure bisogna rinunciare in certe ore della giornata dell’energia elettrica (nelle ore che non c’è il sole e il vento), oppure continuare l’importazione di quella quota parte che non si riesce a produrre in Italia.
Spero di essere stato chiaro (anche se troppo lungo) 🙂
Migliori saluti!
bisogna ripensare anche a quanto consumiamo onestamente. Sprechiamo troppo.
Si potrebbe pensare poi di ottimizzare gli scambi di energia ecc.. ecc..
Insomma le soluzioni per diventare mooolto meno dipendenti dal petrolio ci sono eccome.
Comunque ottimo articolo.
Hai perfettamente ragione sul fatto che purtroppo non ci si può totalmente svincolare dalla rete elettrica, e non a caso si parla di impianti di tipo grid-connected, perchè nel caso di impianti standalone o unicamente alimentati per via dell’energia rinnovabile sarebbero necessari, come tu stesso hai annoverato, degli accumulatori di carica di capacità sufficientemente elevata da garantire l’energia durante i lassi di tempo in cui le fonti primarie di generazione non sono raggiungibili. Tecnicamente il tuo discorso fila, ma sono in corso di definizione altre fonti di energia di tipo alternativo come la trasformazione delle biomasse che servirebbero a creare delle centrali endotermiche senza l’utilizzo ad esempio del petrolio. Sicuramente l’efficienza di tali centrali è notevolmente lontana rispetto a quella garantita da una centrale nucleare, ma per lo meno non ci sono i problemi di stoccaggio delle scorie, di approviggionamento, di sicurezza tipici, al contrario, di una centrale nucleare.
Allo stato attuale e con le attuali tecnologie, ancora non si può fare (purtroppo) a meno della produzione termoelettrica. Il grosso della produzione è attualmente affidato alle centrali termoelettriche, siano esse convenzionali (combustibili fossili) che nucleari. Ciò, a mio parere, non significa che non si debba investire nella produzione energetica con fonti rinnovabili, ma bisogna prendere coscienza che per produrre la stessa quantità ottenibile con una centrale termoelettrica tradizionale (mediamente sull’ordine del GW) bisognerebbe coprire un’area pari a 20.000.000 di metri quadrati, utilizzando la migliore tecnologia di pannelli solari (silicio amorfo). Tutta quest’area occupata dai pannelli sarebbe improduttiva ai fini agricoli. Per quanto riguarda l’eolico, anche se a mio parere più conveniente del fotovoltaico, anch’esso pone limiti dovuti alla quantità di energia prodotta per unità di superficie occupata.
non migliore tecnologia, quella del silicio amorfo, ma la meno cara…
Concordo, non saranno come i pannelli a film sottile, ma c’è sicurmante di meglio in termini di efficienza di raccolta e assorbimento dell’energia elettromagnetica irradiata dal sole. Basti pensare al silicio monoscristallino o alla tecnologia CIGS, notevolmente più costosi rispetto al silicio amorfo ma altrettanto notevolmente più efficienti in termini di raccolta dell’energia. Ovviamente bisogna sempre fare i conti non tanto in termini di efficienza tecnologia ma, soprattutto, in termini di quanto conviene adottare una tecnologia più efficiente tecnologicamente se rapportata al suo costo di adozione e utilizzo. In questo caso il silicio amorfo padroneggia sulle altre due tecnologie.
Qualcosa da prendere il considerazione per l’autosufficienza energetica degli edifici, potrebbe essere, oltre alla riduzione dei consumi, l’utilizzo del minieolico abbinato alla produzione di acqua calda col solare termico. Esistono in commercio dei mini aerogeneratori, installabili anche sul terrazzo di casa, a bassa emissione di rumore, che potrebbero rendere quasi autosufficienti le abitazioni.
Il problema è sempre il ritorno economico. Il tempo d’ammortamento degli impianti è ancora troppo alto.
http://www.energia-eolica.it/
Credo che finché non adotteremo decisamente e seriamente un atteggiamento diverso, ma proprio da un punto di vista etico e quindi di “modus vitae”, avremo pochi risultati.
E per agire sulla visione etica delle cose, ci vorrebbe che i governanti e chi ha un certo “perso” su coscienze, e vita sociale, avessero loro, per primi, un comportamento diverso.
Nel piccolo, cmq, il singolo dovrebbe rivedere la lista delle priorità e dell’importanza data a consumi vari, per vedere se veramente tutto è così indispendsabile.
Nel mio piccolo lo sto facendo e riducendo spese e consumi, so che lentamente posso influire sul mio “ambiente”.
Mostrare ad altri che si puà far andare il PC con energia solare, ovvero con un pèiccolo sistema domestico misto solare/eolico, fa molto più effetto che tante parole.
Occorre rendersi respnsabili, prima noi stessi..
Ciao Fixxxer,
devo dire che la tua analisi è assolutamente corretta. Infatti se si guarda all’energia dal punto di vista delle “macrocelle” costituite dalle grosse centrali (idro, termo, nucleare, fotovoltaico, ecc.) le energie alternative al momento sono sicuramente meno efficienti delle controparti “inquinanti”.
Personalmente ritengo che questo è proprio quello che non va nel modello attuale di produzione e distribuzione dell’energia: fino a quando la logica rimane quella di grossi punti di produzione che diramano energia capillarmente all’utente finale anche gli alti rendimenti di una centrale nucleare non mi soddisfano. Infatti la delocalizzazione e l’estremo accentramento delle centrali di produzione comporta una necessaria dispersione che prende piede nel momento in cui la corrente viene distribuita a notevoli distanze dal sito di produzione. Se si tiene in conto questo parametro anche le energie di derivazione tradizionale sono poco “efficienti” (passami il termine).
Se invece si cambiasse ottica e si pensasse non più a pochi macro-centri di produzione che distribuiscono capillarmente, ma a tantissimi piccoli nuclei che producano, da svariate fonti, l’energia sufficiente al sostentamento di poche utenze sono estremamente convinto che si possano raggiungere efficienze e ottimizzazioni impensabili su grande scala.
Esempio: si consideri una palazzina media di quattro piani che accoglie 12 nuclei familiari con riscaldamento centralizzato; in questa palazzina si produce il calore tramite caldaia a gasolio, l’acqua calda ad uso sanitario tramite gas naturali (caldaia a metano) o tramite corrente elettrica (boiler) e la fornitura di elettricità deriva dal collegamento alle grandi reti di distribuzione. La situazione prevede diverse fonti di energia impiegate per scopi differenti.
Ora invece consideriamo questo: sostituiamo la caldaia a gasolio con un motore a cogenerazione (che brucia gasolio comunque), la caldaia a metano con pannelli solare-termico e aggiungiamo un paio di pannelli fotovoltaici. Otteniamo così che il motore a cogenerazione si occupi del riscaldamento con rendimenti di combustione estremamente più elevati rispetto alla caldaia e non solo, dato che il motore genera corrente elettrica… diciamo il 40% del fabbisogno della palazzina; i pannelli solare-termico si occupano dell’acqua calda azzerando il consumo del gas naturale (che può essere utilizzato nel cogeneratore, ndr.); il piccolo impianto fotovoltaico può essere utilizzato per alimentare tutte le periferiche di servizio del palazzo (citofoni, luci nelle scale, ecc.).
Risultato: non ci si è staccati dalla grande distribuzione di corrente elettrica (ci serve ancora un 60% di corrente che il cogeneratore non fornisce!) ma abbiamo decurtato il fabbisogno di energia del 40% consumando meno gasolio, abbiamo azzerato il consumo di metano e abbiamo reso a consumo zero le luci del palazzo. Se ci si aggiunge una corretta pratica edilizia (coibentazione, ventilazione, ecc.) si può aumentare ancora di più i rendimenti.
La mia riflessione è che le energie alternative, ed in particolare il sole di cui l’Italia è piena, vanno implementate nel piccolo al fine di ridurre la richiesta delle utenze e non affiancate in egual scala alle attuali centrali dove risulterebbero poco concorrenziali.
NON VOGLIO FARE PROPAGANDA E POTETE CESTINARMI MA UNA LETTURA DI QUESTO POST NON POTRA’ FARE DEL MALE A NESSUNO, POTRESTE TROVARLO INTERESSANTE…..
Mi sono sempre chiesto se la gente vuole veramente cambiare o se è solo capace di parlare.
Ho valutato, nel tempo, che il cambiamento fa paura e spesso si sceglie di mantenere lo status attuale, anche se difettoso, piuttosto che intraprendere un cambiamento.
Io sono un tecnico del settore delle energie rinnovabili ed ero d’accordo sul nucleare vent’anni fà quano le alternative erano inesistenti. Ero d’accordo ad usare il nucleare come forma di passaggio di un sistema, come un bambino utilizza un triciclo per il tempo necessario a imparare ad usare un bici senza ruotini.
Il nucleare doveva essere una forma di passaggio da un sistema energetico all’altro anzi, un incremento produttivo al sistema energetico in uso.
Avremmo dovuto abbandonare il nucleare da molto tempo come avremmo dovuto abbandonare il motore endotermico da svariati decenni.
Possiamo parlare per ore ma non si risolve nulla, tutto ciò che guida tutto questo carosello, sono i soldi.
Semplice banale e schietto, tutto il resto è puro fumo negli occhi.
Il denaro è ciò che blocca e sblocca tutto e non siamo certo noi a controllarlo bensì lui controlla noi.
Non si può fare nulla senza soldi e questo blocca tutte le doti e i talenti delle migliaia di persone che potrebbero fare di questo pianeta un mondo migliore.
Le soluzioni ci sono ma le discussioni sono inutili se non sono poi seguite da azioni volte a migliorare questo sistema.
Eolico, fotovoltaico, solare termico, geotermico e quant’altro, sono tutte soluzioni valide per rendere l’individuo autonomo.
Sono più favorevole alla produzione individuale o piccole collettività che una sola centrale da cui dipendono centinaia di migliaia di famiglie.
Ma il problema rimane sempre uno, fino a che il valore economico dei prodotti resterà tale i progressi saranno lenti e volti a far utilizzare solo prodotti che possano essere regolati, controllati e tassati da chi dovrebbe tutelare il nostro interesse ma tutela solo il proprio interesse e guadagno.
Mi permetto di esporre la mia idea di concetto per quanto riguarda una eventuale soluzione di questo problema, e parto dal principio che la parola “UTOPIA” non esiste nel mio vocabolario, la trovo un pretesto per non mettersi in gioco e lasciare che le cose passino avanti senza affrontarle ma adeguandosi alla corrente.
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Evoluzione sociale Economica
Quarantaquattro anni vissuti su questo pianeta, trenta dei quali appena consapevole del mondo che mi sta intorno e un pensiero in evoluzione per tentare di capire ciò che mi e ci circonda.
Come tutti quelli che mi hanno preceduto, che mi accompagnano e verranno dopo, cerco di capire come funziona il mondo ma sopratutto come dovrebbe funzionare.
Ho avuto molte idee e molti dubbi ai quali nel corso del tempo ho cercato di dare una risposta coerente.
Circa sei mesi fà ho riflettuto per l’ennesima volta su come poter guadagnare qualcosa in più, non per sperperare ma per poter arrivare alla fine del mese almeno in pari, come moltissime persone fortunate come me, calcolando che moltissime altre persone non hanno nemmeno questo.
Come si può risolvere un problema mondiale come questo?
Possiamo pensare fuori dagli schemi e trovare una soluzione globale?
Ho realizzato in un attimo una soluzione che mi è sembrata tanto assurda quanto ovvia, ma sicuramente unica.
La valutazione mi è sorta dopo aver riflettuto sul contributo che noi, e quindi l’uomo, l’individuo, da alla società, quindi a tutti gli altri individui che vivono insieme a lui.
Ho cercato uno schema, come un’ esperssione che con le stesse regole ho ridotto hai minimi termini.
Sono arrivato a concludere che lo schema che ne deriva, semplificato al massimo, è il seguente:
INDIVIDUO -> $ -> PRODOTTO
L’INDIVIDUO è ovviamente ognuno di noi
$ è il compenso economico che l’individuo percepisce per realizzare un dato prodotto
PRODOTTO è ciò che l’individuo realizza sotto compenso economico inquanto il suo lavoro ha un valore economico e per lo stesso principio, il prodotto è la somma di vari valori economici che rappresentano la filiera che lo ha realizzato
Tutto ciò che l’uomo utilizza su questo pianeta è riconducibile a questo semplice schema.
Se a questo aggiungiamo che ogni individuo necessita di PRODOTTI, lo schema si ricollega al di sopra di se stesso per tutti gli individui, in relazione ai prodotti che gli necessitano e con un COMPENSO ECONOMICO interposto tra l’uno e l’altro.
Da questo primo riscontro ho dedotto che dietro qualunque prodotto che esiste su questo pianeta c’è un individuo, non una società una multinazionale e qualche altro nome che incute massimalismo della cosa, no, c’è solo l’individuo ed il suo lavoro compensato.
Mi sono chiesto se questo schema appena riprodotto non fosse ulteriormente semplificabile ed ho seguito un semplice ragionamento logico deduttivo:
L’INDIVIDUO : sono sicuro che non possa essere tolta questa costante da questo schema
$: il compenso economico potrebbe essere una variabile eliminabile
PRODOTTO : il prodotto, come l’individuo resta per me una costante dello schema
INDIVIDUO -> PRODOTTO
Dopo questa riflessione sono arrivato alla domanda:
“Ma se togliamo il compenso economico da questo schema, come potrebbe essere funzionale economicamente una società?”
Ho pensato dopo alcune riflessioni che: anche se diametralmente opposto al nostro sistema ed al nostro metodo economico, equivarrebbe semplicemente ad azzerare il valore economico di qualunque prodotto, solo il valore economico e non il suo valore intrinseco.
Mi sono chiesto cosa produrrebbe questo tipo di cambiamento in una società come la nostra e quali sarebbero le differenze rilevanti di questo intervento, sia positive che negative.
Questa riflessione è durata per gli ultimi sei mesi e continua ancora ora, ma mi sento di poter descrivere alcune delle situazioni più importanti che ne posso aver dedotto.
Resta inteso che questa “soluzione” non è una soluzione a tutto e che comunque i poblemi in una società non verrebbero risolti tutti con questo cambiamento, ma è indubbio ( a parer mio ) che i miglioramenti sarebbero considerevoli.
Personalmente penso che se tutti gli individui riuscisero ad entrare nell’ottica di questo cambiamento, potrebbero trarne solo vantaggi.
E’ uno schema diverso e noi siamo abbituati a questo sistema odierno da oltre 8.000 anni.
Sradicare certe abitudini culturali non è sicuramente uno scherzo ma abbiamo visto dove questo sistema economico ci ha portato e non vediamo all’orizzonte nulla di positivo anzi continuiamo a viverne il degrado e la speculazione da parte di chi detiene il potere che noi gli abbiamo conferito per guidarci.
Davanti alla scelta se essere egoisti o lavorare per i propri elettori, spesso si sceglie l’egoismo e quando in tanti fanno questa scelta, i pochi che vorrebbero comportarsi altrimenti non hanno possibilità, è come un fiume in piena, sai già cosa ti aspetta se nuoti contro corrente e se nuoti a favore della corrente.
Voglio essere chiaro, questa non è una denuncia o altro, contro chi ci governa, è una presa di coscienza del sistema corrotto ormai da millenni che prospera sull’ individuo invece di far prosperare l’individuo.
Pensate a ciò che si potrebbe realizzare senza il problema economico, allargate la mente e pensate a ciò che l’umanità potrebbe realizzare con una società non economica, in solo una generazione.
Su questo pianeta l’INDIVIDUO e tutto.
Senza un valore economico delle cose in genere, per che cosa si dovrebbe promuovere una guerra?
E’ vero che alcune guerre sono state dichiarate per motivi diversi, ma il 95% delle guerre hanno uno scopo economico di controllo sulle risorse di questo pianeta, pochi individui che vogliono prevalere in questo “gioco” della vita, guidati da un sistema che non concede loro altre vie.
Quindi senza puntare il dito su nessuno, dico che moltissime delle guerre cesserebbero di esistere in quanto non avrebbero più uno scopo finale.
Ciò che dovremmo ricercare è la conoscenza, la comprensione di ciò che ci circonda.
Ogni individuo a i prori talenti ed in merito a questi talenti dovrebbe indirizzare la sua vita, al raggiungimento ed all’evoluzione di questo talento.
Se ogni individuo desse alla società il prorpio talento, riceverebbe dalla società milioni di talenti altrui, ogni individuo darebbe alla società e quindi agli altri individui, il proprio prodotto.
Ho pensato spesso a come potrebbe essere organizzata una struttura del genere e mi sono state rivolte delle domande da persone con cui discutevo e questo è quanto:
· 1 Ma in una società di questo tipo ognuno vorrebbe fare ciò che vuole, vorrebbero tutti fare niente
Non è possibile passare una vita a fare niente, l’individuo, per un qualche motivo, è portato a realizzare qualcosa. Ognuno di noi ha un talento e se uno è un genio e per lui le leggi della fisica sono semplici come bere un bicchier d’acqua, probabilmente non sarà in grado di coltivare grano e comunque non ne avrebbe il tempo materiale, ma avrebbe sempre e comunque bisogno di mangiare pane. L’individuo che come talento ha la campagna e sa organizzarsi e organizzarla per coltivare il grano avrà soddisfatto una sua richiesta di sfamarsi con il pane ma avrà anche prodotto il pane che sosterrà il genio che lavora alle leggi fisiche. Secondo voi chi ha il talento più importante? Ognuno di noi è utile all’altro in modi che spesso non possiamo immaginare. Affermo che secondo me in una società come quella che auspico, ognuno di noi farebbe la sua parte al 110%
· 2 Ma chi farebbe più lavori sporchi?
· So che sembra difficile da immaginare ma ci sono veramente tanti talenti e ci sono individui che amano lavori che ad altri farebbero rebrezzo o paura o altro. Pensate a chi di un gruppo di dieci persone prese a caso per strada, farebbero una autopsia ad un cadavere….io penso di quei dieci, nessuno. In questa società nuova il semplice lavoro di andare a pulire le fogne, verrebbe sorpassato e reinventato in pochissimo tempo. Ricordando che sono tutte risorse verrebbero recuperate e la dove non ci fossero più problemi economici, le attrezzature in dotazione del personale sarebbero fantastiche, utili a poter portare a termine un lavoro oggi sgradevole in modo del tutto gradevole. Non è semplice ma provate ad immaginarlo.
3 Ma se ogni individuo può ricevere qualunque prodotto, qualcuno potrebbe approfittarne e prendere più di ciò che gli spetta
· Deve esserci una sorta d controllo. Si è possibile ma in definitiva, quale sarebbe il fine, quale il risultato, a che pro prendere di più quando hai la sicurezza di avere ciiò che serve quando serve. La nostra attuale situazione ci porta ad accaparrare risorse per fare fronte alle necessità dai periodi in cui non ce le possiamo permettere ma tolta questa variabile non ci sentiremo più oppressi da questa influenza. Sono sicuro che in pochissimo tempo si troverà un equilibrio certo.
E’ indubbio che a qualcuno piaccia questo status, piaccia avere potere sugli altri, piaccia sentirsi superiore ad altri ma questo è un concetto errato.
Pensate a cosa potremmo realizzare:
1. Niente più crisi economico/finanziarie
2. Possibilità per tutti coloro che vogliano realizzare qualcosa, di operare senza più ostacoli economici
3. Possibilità di realizzare cure finali e non di mantenere vive malattie per speculazione economica
4. Possibilità di alfabetizzare tutto il pianeta
5. Possibilità di sfamare in primis e poi lasciare crescere un terzo mondo con le sue forze e senza più blocchi economici, libero di essere un primo mondo
6. Possibilità di abbandonare il petrolio principalmente come mezzo carburante per la locomozione
7. Possibilità di attuare immediatamente un sistema di utilizzazione della sola energia elettrica per tutto il fabbisogno dell’individuo, senza più l’uso di gas metano/gpl o altro e carburanti
8. Incrementazione dell’energia elettrica fotovoltaica su ogni casa
9. Incrementazione dell’energia elettrica con campi solari per utilizzare sempre meno e portare a zero l’uso di carburanti per le centrali elettriche.
10. Possibilità di utilizzare auto elettriche che ovunque si fermino, non avrebbero problemi ad approvigionarsi di energia disponibile ovunque.
11. Studio e sviluppo di strade di nuova concezione a levitazione magnetica o quant’altro per ridurre l’inquinamento anche dell’usura dei prenumatici.
12. Studio e sviluppo libero di impianti IRMA, impianti di riciclo molecolare e atomico, dove gli scarti della società, essendo sempre e comunque delle risorsre, verrebbereo riportate al loro stato di base o se serve recuperando molecole più complesse.
13. Con gli impianti IRMA si potrebbere recuperare miliardi di tonnellate di risorse, depositate nelle discariche di tutto il mondo
14. Studio e sviluppo di Processori Atmosferici che filtrino l’aria e come gli impianti IRMA, depurino la stessa da sostanze che non devono trovarcisi ma che le rendano disponibili per altri utilizzi.
15. Sviluppo e tutuela del pianeta
16. Sviluppo e espansione dello spazio oltre il nostro pianeta
17. Sviluppo dell’individuo riferito alle capacità individuali di ognuno, per implementarle esponenzialmente senza più vincoli economici
Immaginate di vivere in una società di questo tipo e pensate di poter guardare una società come la nostra, cosa pensereste?
Provate di immaginare il vostro futuro, il NOSTRO futuro.
Niente più sopprusi, niente più ingiustizie, niente più favoritismi niente più discriminazioni, niente più molto di tutto ciò che attualmente ci accompagna e non ci vuole lasciare.
Esistono molte persone illuminate che potrebbero realizzare questo futuro senza problemi e in modo veloce, potremmo dimenticare la parola BUROCRAZIA che per noi è sinonimo di LENTEZZA ESASPERATA E ASSURDITA’ DI DOCUMENTAZIONE.
Basta tutto questo.
Un mondo libero per individui liberi.
Ho valutato questo discorso con persone che la pensano come me e ne ho trovate in ogni dove, al momento, con tutti coloro che ho discusso di questa idea, non ho mai trovato nessuno contrario, dubbi, incertezze, ci stanno tutte ed è normale, ma tutti assolutamente favorevoli ad un cambiamento del genere.
In relazione a questa positività è stato redatto un piano di funzionamento e organizzazione di una società di questo tipo, sono stati presi in cosiderazione tutte le variabili che circondano la nostra vita quotidiana ed è stato progettato un sistema funzionale di gestione della società che non fa capo più alla politica ma alla gestione di tutti gli individui, con persone scelte dagli stessi individui per poter realizzare questo lavoro.
Ciò che è stato progettato è solo una piccola parte, superficiale, c’è bisogno di molti talenti e polte persone per poter rendere un idea come questa, una realtà.
Vorrei che tutti coloro che leggono questo post possano dare il loro contributo, positivo o negativo, ma sempre atto a far crescere l’individuo.
Sentitevi liberi di esprimere le vostre idee e io mi impegno a rispondere alle vostre domande o dubbi.
Proviamo a sognare, chissà di risvegliarci in quel mondo un giorno….
Buongiorno a tutti!
Il tema da discutere è molto tecnico ma visto che nel mezzo c’è il dio soldo non si può arrivare a parlare di politica. c’era un impegno da parte dei Paesi dell’UE a produrre entro il 2012 almeno il 20% da fonti rinnovabili.Un’appuntamento al quale viene da chiedersi,visto gli ultimi sviluppi appunto tagli sulle fonti rinnovabili da parte del Governo, come siamo messi in Italia? Visto che già eravamo in forte ritardo accumulato rispetto ad altre nazioni europee e mondiali.Oramai col prezzo dell’oro nero che si aggira sui 100$ al barile e destinato a crescere si stima ad una quota intorno ai 200$; l’inquinamento attmosferico attanaglia chi vive nelle zone più industrializzate e nelle grandi città, ma i suoi effetti hanno ormai coinvolto l’intero pianeta e si teme che potrà portare sconvolgimenti climatici nei prossimi 50 anni.é giunto il momento per tutti di voltare pagina e smettere di pagare pesanti tributi che le fonti energetiche tradizionali,in special modo il petrolio,esigono e preteso nell’ultimo secolo da chi li usa e da chi le detiene;perchè in questo non c’è solo(per modo di dire)il degrado ambientale,ma anche giochi di potere e conflitti spinti dal desiderio di controllare politicamente ed economicamente, attraverso il monopolio dell’energia, uno scenario mondiale sempre più complesso e irrequeto dopo il crollo dell’URSS e l’insorgere di nuove potenze Cina e Russia, reso sempre più preoccupante dalle miredei paesi arabi e mediorientali,ormai coscienti del loro potere dato loro dalla detenzione di gran parte delle risorseenergetiche fossili.Paesi alcuni dei quali,appreso la lezione dalle super potenze,nascondono dietro motivazioni religiose uno spirito guerrafondaio e ambizioni di dominio cui l’occidente si trova a far fronte, purtroppo,in una posizione di inferiorità,visto che il suo progresso dipende in parte da essi.Sganciarsi da petrolio ,carbone e metano si può,la gran parte dei combustibili fossili serve a produrre elettricità e a muovere i veicoli;risolti i problemi che ancora frenano la diffusione delle auto elettriche,l’unica fonte energetica che ci servira sarà elettricità.In quest’ottica le fonti rinnovabili giocano un ruolo cruciale, inprimis il solare e non da meno l’eolica,ma anche il geotermico(usato per primo proprio dall’Italia)e come dimenticare dell’idroelettrica fonte rinnovagile per eccellenza.Sfruttare queste fonti energetiche ed altre è oggi una scelta improrogabile,alla quale anche il nostro paese non potrà sottrarsi,seppure sembri volerlo fare il più tardi possibile;colpa certamente di una classe politica inadeguata,ma anche dello scarso interesse che ognuno di noi dimostra verso problemi,come quello energetico,che condizionano fortemente,seppure indirettamente e in maniera differita,la salute,il modo di vivere e la condizione economica di tutti noi,salvo di quelli che traggono interessi a lasciare le cose come stanno…
Il tuo post non fa una piega infatti prima il mondo girava con lo scambio di merci ma sinceramente arrivare a pensare di poter resetare il mondo allo stato attuale mi sembra più che utopia.Altro che sognare quì mi devi dare l’indirizzo del tuo puscher!! A parte gli skerzi, chi va a dire a tutti i migliardari in circolazione che da domani in poi i loro solo sono carta igenica?? L’idea di livellare questa societa è molto comunista,ma questo sistema è fallito perchè l’uomo ha un grossissimo difetto non si accontenta mai vuole sempre di più il consumismo è il biglietto da visita del nostro sistema malato tutti corrotti. In 50 anni di sviluppo frenetico senza controllo abbiamo fatto più danni noi che le precedenti generazioni in miglioni di anni. Penso che peggio di così era difficile da fare e questo colpa del dio soldo e delle ambizioni dell’uomo che vuole sempre andare avanti senza pensare alle conseguenze che posso avere determinate azioni.
“La scimmia senza sforzo divenne l’uomo e un po’ più tardi disgregò l’atomo” (Piccola cosmogonia portatile)
La nostra visione del mondo moderno inizia a prendere forma circa tre secoli fa e per quanto possa sembrarci cambiata ha conservato i tratti della visione originale.
La visione che una società arriva a sviluppare e a interiorizzare è in parte un riflesso dell’ambiente energetico in cui si trova. L’aspetto piu’ interessante di una visione è che la maggior parte degli individui che la condividono non si accorgono di come essa influenzi il loro modo di agire e di percepire la realtà circostante. Il filosofo epistemologo Thomas Kuhn a tale proposito parlava di paradigmi. (Struttura delle rivoluzioni scientifiche)
Se cambia l’ambiente energetico, necessariamente le persone riorganizzano la loro percezione della realtà.
La visione del mondo dei cacciatori raccoglitori sarebbe inapplicabile a una società agricola, cosi’ come la visione di una società agricola sarebbe inefficiente nell’era industriale.
Non è facile passare da una visione del mondo meccanicistica, basata sull’idea della natura come macchina, a una visione “Organica”, basata sull’idea della terra come un organismo vivente come per anni ha proposto il fisico Fritjof Capra nei suoi saggi ( Il tao della fisica, Il punto di svolta) e Jeremy Rifkin (Entropia, Ecocidio).
Oggi stiamo vivendo il passaggio dall’era industriale delle risorse “non rinnovabili” a una nuova era basata sulle fonti energetiche rinnovabili, e dovremmo fare questa transizione in un tempo relativamente breve. Tutti i paesi industrializzati continuano ad esistere soltanto grazie alle energie “non rinnovabili” a cui è legata indissolubilmente la loro economia.
Se non attueremo i dovuti cambiamenti, la fine dell’energia fossile segnerà anche la fine dell’era industriale. Già le crepe diventano visibili, la disperata ricerca di petrolio, l’unica vera arma di distruzione di massa, è il pretesto per nuove guerre.
Essendo un dipendente del gruppo Vestas non posso che convenire con il direttore generale.
Ad ogni modo le politiche globali recenti in materia di nucleare ed in merito a quanto accaduto in giappone , potrebbero riaprire scenari per il compartimento Eolico e fotovoltaico,inaspettati.
Resta di fatto che la crisi ha avuto un ruolo primario ma nonostante questa, bisognera’ pur continuare ad istallare centrali di produzione di energia di qualsiasi tipo ,dato che la richiesta di aumento e’ in costante crescita.
Piuttosto che guardare l’eolico ed il solare come produzione di tipo industriale ,andrebbe valutata seriamente la possibilita di rendere la abitazioni autosufficienti alla produzione da fonte rinnovabile,per il proprio fabisogno.
inutile la politica del risparmio energetico.
uno piu potra produrre e piu potre consumare in maniera “pulita”
L’eolico con macchine di grosso taglio ed il fotovoltaico potrann comunque continuare ad essere una soluzione sostenibile solo se per le nazioni dovesse prevalere in maniera sincera,e non solo come forma di lucro, l’amore per l’ambiente ed il proprio territorio.
L’intervento aero-militare in atto sulla Libia mentre scriviamo dimostra (se mai ce ne fosse ancora bisogno) quanto strategico sia il controllo delle risorse energetiche per la Società attuale.
Senza buttarla troppo sul politico, valutando non solo il caso libico ma anche tutti quelli passati e correnti come l’Iraq, non è difficile vedere quanto i governi delle Nazioni che hanno bisogno di energia non si facciano grossi problemi a “tollerare” anche i dittatori più sanguinari, quando garantiscono accordi di fornitura e stabilità…
ma siano di contro pronti a rovesciarli quando questa garanzia di stabilità viene meno.
Le difficoltà della partita eolica (la cui installazione è un poco più complessa di quella fotovoltaica) ed in una certa misura anche della stessa energia solare, mette in luce il limite culturale e l’atteggiamento furbesco ma miope della gran parte dei governanti e dei governati, soprattutto nel nostro Paese.
Da una parte un governo incapace di gestire le discariche di banali rifiuti urbani ma determinatissimo nel riproporre fuori tempo massimo improbabili centrali nucleari (con l’unica conseguenza di adoperarsi strumentalmente per frenare le energie alternative); dall’altra una gran parte di furbi della prima ora lanciatissimi nel ricoprire di pannelli solari tetti e peggio campi agricoli, spinti non tanto da da una sana logica imprenditoriale quanto dagli incentivi e da un conto energia anomalo, il cui prezzo lo pagano come sempre i cittadini in bolletta (in tutti i sensi).
Sia ben chiaro che non sono assolutamente sfavorevole alla diffusione di produttori di energia da fonti alternative, sostengo però che si stia perdendo una grande opportunità connessa con le energie alternative da fonte rinnovabile.
Per sua stessa natura e salvo casi particolarissimi, il solare e l’eolico si prestano alla produzione di energia proprio la dove deve essere utilizzata, rompendo lo schema classico formato da grandi centrali produttrici e km di rete di distribuzione in alta e media tensione (con l’impatto ambientale, i costi e le perdite connesse).
Certo, le leggi vigenti in Italia, a differenza di altri paesi, pongono grandi limitazioni a questo tipo di organizzazione della produzione, ma non ci vuole un intuito paranormale per capire che tutto ciò è voluto per mantenere il controllo e il monopolio reale su un fattore così importante.
Se ogni famiglia, azienda, condominio o quartiere producesse con l’eolico o il solare il proprio fabbisogno termico ed elettrico… quanti tralicci in meno, quanti costi evitati…
Vi sembra normale che chi produce energia sul tetto della propria casa la debba dare TUTTA all’ENEL che a sua volta gliene ridarà la parte da utilizzare per i propri bisogni?
(Paradossalmente, in una giornata di sole, si può rimanere senza corrente in caso di guasto in cabina, mentre i propri pannelli sul tetto stanno “pompando” a pieno regime…)
Quando i contadini di una volta portavano il proprio frumento al consorzio per la commercializzazione, tenevano a casa la quantità necessaria ai propri bisogni… non lo portavano mica tutto all’ammasso e poi andavano a ricomprarselo in negozio!
…Deve essere successo nel frattempo qualcosa che mi sfugge.
Saluti a tutti
Stefano Scibilia
L’eolico ha grandi potenzialità anche se, spesso, per gli elevati costi iniziali e per l’impatto ambientale, è criticato. L’eolico presenta alcuni difetti tra cui il deturpamento del paesaggio e rappresenterebbe per i volatili un pericolo mortale che in realtà non è superiore a quello che corrono con le linee elettriche ad alta tensione ed a cui possono essere sottoposti anche altri animali, per l’impatto con veicoli in movimento, ma il difetto maggiore di queste apparecchiature rimane comunque il rumore. Inoltre grazie al decreto Ronchi, che ha tagliato i finanziamenti sulle fonti rinnovabili; realizzare un impianto del genere sarebbe praticamente impossibile, per le grandi spese che si dovrebbero sostenere.
Cosa ti aspettavi, in questo stato vengono tagliate tutte i finanziamenti su cose che possono farci progredire.
Come il fatto delle centrali atomiche, che stanno cercando di farle costruire di nuovo in Italia, perche non investire sul rinnovabile? sulle celle fotovoltaiche?
I nostri politici devono farsi da parte e lasciare posto a chi pensa avanti.
da dati oggettivi, più che da parole al vento:
Come si evince dal grafico il consumo maggiore di energia è tra le 6 del mattino e le 23 di sera. Considerando il consumo minimo di 28 MW, che sarebbe affidato alle centrali termolettriche, il rimanente potrebbe essere affidato alle centrali eoliche, fotovoltaiche e idroelettiche. E’ evidente che debba esistere una sinergia tra le varie centrali, anche per il picco tra le 18 e le 23 che sarebbe affidato alle centrali idrolettriche come oggi solitamente si fa in alcune centrali idroelettriche che durante il giorno fanno risalire l’acqua per fornire energia alle turbine successivamente nei momenti di maggiore richiesta.
Considerando tutti i tetti e tutti i capannoni abbandonati riconvertirli come fonte di energia non sarebbe uno svantaggio ma una fornitura che nel tempo inquinerebbe meno e con maggior risparmio totale di energia.
Inoltre, vi sono zone ormai abbandonate vuoi per l’aridità del terreno, vuoi per il tipo di sviluppo del terreno stesso, non più adatte allo sviluppo agricolo che potrebbero essere riconvertite in centrali di produzione di energia solare o solare termico ed anche eolico, zone che sono distanti dai centri abitati, poco visibili e difficilmente raggiungibili (tranne che con animali da soma).
Il tutto sta nella volontà politica e la direzione sociale che si vuol intraprendere, infatti, non comprendo come mai la vicina Germania si ponga obbiettivi di un certo livello sul risparmio dell’energia, pur non essendo assolata come l’Italia e non essendo contornata da mari.
E poi non c’è solo l’eolico orizzontale, ma anche quello verticale che potrebbe essere applicato sotto i ballatoi di molte case, in modo tale da contribuire ad un reale risparmio energetico.
Partiamo dal significato del nome stesso eolica il termine trae origine da “eolus”,cioè Eolo,nome del dio del vento secondo la mitologia greca. Niente puo meglio spiegare la natura dell’energia eolica,che deriva proprio dallo sfruttamento del vento e dalla forza che uno spostamento delle masse d’aria può imprimere a oggetti posti trasversalmente al loro movimento.Cenno storico sull’energia eolica,intendendo con ciò l’utilizzo della forza dei venti per ricavare energia meccanica,è stata sfruttata nei millenni passati per la navigazione e l’azionamento di sistemi meccanici quali mulini a vento.
La possibilita di servirsene per generare energia elettrica si deve invece alla realizzazione delle macchine elettriche,ovvero dinamo e alternatori;infatti collegando una girandola o un’elica a un generatore,la forza del vento mette in rotazione l’albero e fa produrre elettricità.Per quanto concerne la produzione di elettricità l’energia del vento è in assoluto quella che si ottiene con la minor spesa,sebbene la presenza di parti in movimento obblighi,rispetto ai sistemi di produzione fotovoltaici(che sono statici),a una manutenzione periodica consistente nella verifica della struttura meccanica(fissaggio del generatore e dell’eventuale sistema di orientamento,ingrassaggio degli alberi e dei perni).Infatti i venti si generano in continuazione a causa della convenzione naturale: i raggi solari che investono i vari strati dell’atmosfera scaldano differentemente diverse masse d’aria;ne risulta che quelle più fredde tendono a scendere spingendo in alto quelle calde. L’alternanza di questi volumi d’aria è causa sia dei venti(che non sono altro che correnti d’aria)sia delle precipitazioni atmosferiche,dovute allo scontro di masse fredde e vapor d’acquain sospensione(nuvole);quanto maggiore è la differenza di temperatura,tanto più violento è il fenomeno che ne scaturisce.Malgrado l’ovvia convenienza,nel nostro Paese ancora non si è preso seriamente in considerazione il discorso sull’energia eolica;eppure all’estero già sono in funzione diversi impianti da molto tempo e si presentano come mulini a vento di nuova generazione(logicamente collocati in zone esposte a venti quali vallate o pianure).Forse il problema è nella pigrizia che dimostriamo in occasione dei cambiamenti e dell’inerzia che ha da sempre contraddistinto il nostro paese nel quale alle decisioni si preferiscono anni di dibattiti spesso fini a se stessie sterili.Sarà anche colpa del fatto che da noi,se una cosa non viene sancita da una legge,nessuna la considera???
Vorrei sottoporvi un interessante articolo che finisce cosi:
La verità è che a nessuno oggi interessa fare mezzo passo indietro.
Eppure basterebbe porre un minimo di attenzione per ridurre i nostri consumi anche del 40% senza dover cambiare drammaticamente il nostro stile di vita.
Spesso tutto è molto semplice, basta volerlo…
Link
Visto che si è aperto un dibattito sul nucleare vorrei dire la mia opinione su un aspetto in particolare.
Io non so ancora cosa voterò perché non ho ancora le idee chiare sull’effettiva utilità di questa forma di energia!Di sicuro bisogna incentivare la produzione di energia con fonti rinnovabili visto il sempre più crescente problema ambientale e l’ormai diffuso concetto di sostenibilità ambientale.
Però fra tutte le forme di energia, quella nucleare è senza dubbio la più rischiosa per la salute umana e questo le fa perdere pregio.
Io sono convinta che tutte le malattie, in primis quelle oncologiche e a seguire tutte quelle neurologiche, siano la naturale conseguenza del lento e graduale assorbimento delle radiazioni vicine o lontane che siano…e sicuramente anche quelle dei reattori di Fukushima condizioneranno la salute nostra e della terra!Ma sapete quanti altri incidenti vi sono stati ma che sono passati quasi inosservati?
La nostra vicina Francia si serve di reattori per produrre i 3/4 del proprio fabbisogno energetico e alcuni dei reattori sono come quelli di Chernobyl di vecchia generazione con conclamati difetti di progettazione….ma questo non lo fanno mica sapere a noi profani!
I reattori cosiddetti sicuri della Germania e Stati Uniti col passar del tempo mica lo sono più tanto sicuri perché a causa della corrosione presentano poi crepe e quant’altro per poi diventare delle probabile trappole mortali radioattive come quelle di cui si parla in questi giorni!!
In tutte queste centrali in tutti questi decenni ci sono stati sicuramente incidenti minori con sicure fughe minori di radiazioni di cui noi non verremo mai a conoscenza….ma che di sicuro noi e la terra ne accuseremo il colpo con malattie, aborti spontanei, anomalia nella crescita di alberi, piante, mutazioni genetiche,lente graduali e progressive ma inesorabili e inarrestabili!
E tutto questo non è giusto!Io voglio gridare al mondo intero, ai governi, al mio governo che le alternative al nucleare ci sono e bisogna investire in quelle. Sono sicure, non mettono a rischio il futuro dell’uomo e della terra, i costi sono quelli che sono ma a fronte del grosso rischio che ci si prospetta cosa pesa di più sulla bilancia? Per non parlare poi della minaccia dei folli di turno….chi ci garantisce che le nostre future centrali nucleari ancora in fase di progettazione non diventerebbero bersaglio dei cari folli kamikaze o bersaglio di bombe dall’alto in eventuali attacchi nemici?
Ecco perché a mio parere bisognerebbe investire, e al più presto possibile, su quelle forme di energia che possono essere veramente considerate rinnovabili,che possano svincolare l’Italia da legami esteri senza però compromettere la sicurezza degli italiani stessi.
E l’energia eolica è una di queste.Il vento è abbondante, economico, inesauribile, ampiamente distribuito, non danneggia il clima ed è pulito: attributi questi che nessun’altra fonte energetica può eguagliare.
Anche i costi sono scesi, e ora possono considerarsi vantaggiosi. I progressi nel disegno delle turbine eoliche degli ultimi dieci anni permettono a queste di operare anche a velocità del vento inferiori, imbrigliando una quantità maggiore di energia e raccogliendola ad altezze maggiori, aumentando la quantità di energia eolica sfruttabile.
Se ci si rendesse conto delle cose veramente importanti per l’Italia allora si evidenzierebbe la necessità di investire in questo campo che, a mio pare, è essenziale allo sviluppo della Nazione.
Premetto che questi dati sono a fine 2008 inizio 2009 se qualcuno ha valori piu recenti ben venga.Grazie ai recenti sviluppi tecnologici l’energia eolica inizia ad essere economicamente vantaggiosa.Il costo di installazione è relativamente basso(circa 1,3€ per watt)se paragonato ad altre tecnologie molto in voga quali il solare fotovoltaico(circa 5€ per watt);infatti un generatore eolico costa decisamente meno dei pannelli fotovoltaici e regolatori necessari a generare la medesima quantità di energia.Ho un dato un pò vecchiotto però da un’idea: al 2004 secondo l’International Energy Agency, il costo medio di produzione dell’energia eolica risultava compreso tra 0,04 e 0,08€\KWh (anche se stime più recenti indicherebberò un costo ancora inferiore,che farebbe presupporre nel breve termine un abbassamento fino a 0,03€).Insomma un prezzo del tutto concorrenziale rispetto ai costi dell’energia generata da fonti convenzionali,interessante in special modo perchè alcune stime vedono in diminuzione il costo di produzione di energia da fonti eoliche progredisca continuamente mentre quella dovuta all’energia da fonti convenzionali,lo viviamo quotidianamente sulla nostra pelle,non fa che aumentare.Sebbene quella eolica è l’energia meno costosa,attualmente non è nè massicciamente richiesta dai produttori elettrici(che potrebbero rivenderla al costo del KWh attuale con maggior profitti)nè è la prima quantità di energia ad essere venduta nella borsa elettrica,che pur abbina domanda e offerta di energia in base al prezzo del KWh elettrico(l’eolico avendo il prezzo per KWh più basso e conveniente,dovrebbe collocarsi subito. MA COSA CI SARA’ SOTTO?????)
di aver messo a disposizione questo articolo per tutti gli utenti di EOS, ma benchè ben spiegato credo che sia volutamente di parte. Intanto, non sono coivolto dell’emotività, pur sapendo ciò che accade in Giappone, oggi ho saputo che è stato un errore umano a creare quel disastro per quanto riguarda le radiazioni emesse, poichè non si volevano perdere le centrali inondandole di acqua marina, si sono ritardati gli interventi da parte dei tecnici che pensavano comunque di riuscirle a controllare senza raffredarle adeguatamente.
Poi è evidente che l’articolo crei una certa preoccupazione per la copertura del fabisogno nazionale di energia elettrica, e lo scrive pure in neretto, proprio per canalizzare e convincere che l’unica possibilità che abbiamo è quella del nucleare, in tutto l’articolo si evince che debba essere una scelta obbligata, visto che siamo contornati di centrali nucleari, ma non scrive parlando delle centrali francesi di quanta acqua hanno bisogno per il raffreddamento, leggevo giorni fa, circa il 56% delle risorse idriche del territorio, tanto è vero che nei periodi estivi sono costretti a ridurre la produzione di energia, ma qui in Italia l’acqua è necessaria più che in Francia, si vedano i gravi problemi idrici del Sud, e la razionalizzazione dell’acqua nei periodi estivi.
Inoltre mi sembra paradossale che possa dire che l’incidente di Fukushima sia una vittoria, almeno per rispetto di quanti hanno perso la vita e per rispetto di quei 50 tecnici che hanno deciso di rimanere dentro la centrale pur sapendo i rischi a cui erano sottoposti.
Inoltre è convinto che nessuno riesca a fare un passo indietro, cosa che dovrebbe essere fatta educando la gente e non convincendola che il nucleare è l’unica risposta possibile.
Per mia esperienza personale adottando alcuni accorgimenti in un anno sono riuscito a ridurre i consumi di energia elettrica di oltre il 50% per motivi di budget personali, ma so, che se avessi maggiori risorse economiche da investire riuscirei a raggiungere quote ben superiori.
Forse è meglio che rifletta lui, sul futuro delle nuove generazioni e sul futuro del pianeta.
dice anche una grande fesseria, afferma che le centrali nucleari costruite in Italia, sarebbero di 4 generazione, ma se sono ancora in fase di ricerca e si ipotizza che forse saranno disponibili commercialmente fra alcune decine di anni (2030-2040), anche se qualcuno afferma che saranno già fruibili nel 2020.
Oggi come oggi la nostra casa potrebbe essere svincolata dell’utenza gas, sostituendola con utenza elettrica sia per il riscaldamento che per la cucina.
Fotovoltaico, solare termico, eolico e geotermico, in sinergia, darebbero alla nostra abitazione l’autonomia al 100%.
Ormai le tecnologie ci sono e il tutto sarebbe a zero emissioni.
niente più tralicci, centrali nucleari e/o elettriche, recupero dell’impatto ambientale che abbiamo digerito come la società che ci circonda.
Chiediamoci sempre e solo perchè non possiamo realizzarlo, perchè non possiamo svincolarci.
Siamo schiavi del sistema, un sistema di pochi che influisce su tutti.
Eppure gli individui siamo noi e nostra dovrebbe essere la scelta ma ormai scelte nostre non ne abbiamo più solo scelte di altri che diventano solo:”Scegliere il male minore”.
In relazione al mio post precedente, la mia non è una linea di tipo comunista.
E’ una visione non utopistica, di una EVOLUZIONE SOCIALE.
Tutto il resto è solo cambiare minestra ma mangiare sempre in brodo.
Io sono dell’idea che l’energia eolica farà la sua bella figura nel futuro prossimo.
Eolica, idroelettrica e delle biomasse daranno un grosso contributo nel futuro.
Per quanto riguarda il nucleare, dato che la discussione si è un pò sostata anche su questo punto, penso che comunque si continuera a costruire centrali, forse non in italia. Ma in giappone lo faranno, in cina lo faranno, negli usa anche. E’ inutile negare che il nucleare ha i suoi aspetti positivi..se poi si vuole mettere il dito nella piaga allora tiriamo fuori gli aspetti negativi..
Nessuno vorrebbe una centrale dietro casa, ma questo non significa che bisogna “dire no al nucleare”.
Una diga posta nello stesso punto della centrale forse si sarebbe rotta e avrebbe provocato danni peggiori..
E’ tutta una questione di valutazione dei rischi, delle possibilità, dei difetti e dei pregi. Non ha alcun senso dire SI o NO.
Gli impianti di grandi dimensioni solitamente sono formati da più generatori ognuno dei quali è formato da un alternatore generatore provvisto di pale fisso e orrientato contro vento, un robusto pilone in grado di sostenere il peso e di sopportare la spinta del vento(anche nelle più peggiori condizioni)senza flettersi, un gruppo elettronico di regolazione.Ogni generatore fornisce una corrente trifase,analogalmente a quanto fanno gli alternatori delle altre centrali, ed ha una potenza dell’ordine di 500 kw \ 4 Mw. Diversamente dai generatori delle grandi centrali, quelli dei gruppi eolici sono finalizzati al decentramento della produzione energetica, ovvero a produrre elettricità da consumare praticamente sul posto; per questo le tensioni prodotte sono relativamente basse adatte ad essere ridotte dalla cabine cittadine, per poi essere servite direttamente alle utenze. Il tutto fa risparmiare grandi tralici e costossisime linee in rame per il trasporto dell’altissimo tensione,oltre ai trasfo abbassatori delle centrali di abbassamento intermedie. Il tempo di installazione di un impianto eolico è di pochi mesi, contro i tre o quattro anni richiesti per la progettazione e la realizzazione di una centrale tradizionale(idroelettrica,termoelettrica)e senza entrare nel merito di una centrale nucleare per non andare troppo fuori tema. La costruzione è altresi semplice e a minimoimpatto ambientale: fatti i relativi rilievi sul campo per misurare la velocità del vento e la potenza elettrica ottenibile, si trtta di trasportare i generatori eolici, piatare nel terreno i tralicci che li sostengono, quindi assemblare l’insieme e realizzare i cablaggi. Per sfruttare l’energia eolica non serve necessariamente realizzare un grande impianto, dato che esistono di piccole dimensioni capacidi fornire energia elettrica ad un’abitazione , già pronti per essere fissati sul tetto o in cima ad un palo; pesano poche decine di chili e dispongono usualmente di una struttura girevole con timone posto dietro la coda del generatore (dal lato opposto a quello delle pale per intenderci)che serve ad orrientare il corpo in direzione del vento. Infatti,se nei grandi impianti il buget è tale da pagare la consule za di ingenieri che studiano i venti e la miglior collocazione dei generatori, nei sistemi domestici si dà per assodato che la persona comune non trovi facile scegliere da sè l’orientmento migliore. Se il generatore ha un timone che lo orieta automaticamente è certo che potrà sfruttare sempre al massimo l’energia dovuta alla spinta dal vento.
Il dato di fatto è che finanziamenti alle energie rinnovabili si riducono. Ora, che questo sia dovuto alla crisi economico-finanziaria che le economie di tutto il Mondo si trovano ad affrontare o che questo sia dovuto alle mentalità fortemente sottosviluppate delle classi politiche che guidano le economie dei 5 continenti o, ancora, ad una combinazione non proprio lineare tra le due conta, certo, ma fino ad un certo punto. Oltre questo punto viene la determinazione mia, vostra e di tutti quelli che credono in un futuro “rinnovabile” di prendere parole e posizioni. Il termine democrazia nella società globale odierna ha perso, purtroppo, ogni valenza contingente e si è ridotto a mero formalismo linguistico, perciò risulta alquanto difficile riuscire ad invertire la rotta che le brocrazie economiche e sociali hanno imboccato negli ultimi 30-40 anni; la nostra capacità sta nell’accelerare il processo storico di evoluzione delle menti, nella capacità di “rinnovare”, ancor prima che le energie, le menti: il motore di tutto ciò di cui questo primo articolo tratta! Quacuno, non a torto, diceva che le rivoluzioni nascono nelle nostre menti prim’ancora che nella storia e qualcun’altro che la maggioranza vince…traete voi le conclusioni.
Marta
Amico mio in Giappone quaranta o cinquanta anni fa il Giappone era obbligato a ricorrere all’energia nucleare non aveva alternativa infatti ha anche sviluppato studi importanti in questo campo. Ma oggi, come affermano molti commenti che ho letto in questo blog, si può e si deve cambiare strada se vogliamo salvarci altrimenti continuando a sfruttare in maniera così indiscriminato e senza regole il nostro povero pianeta veramente rimpiangeremo il medioevo e chi c’era prima di noi. La tecnologia che abbiamo dobbiamo sfruttarla in tutti i modi per poter far rifiatare il nostro pianeta che detto dagl’esperti è un pò in crisi mistica a causa nostra delle nostre scelte.
Rispondendo a una domanda del blog:
Una minaccia per la produzione e la distribuzione in tutto il mondo della tecnologia?
Le fonti rinnovabili non sono a rischio il problema è dei governi, fino a quando non imporranno queste fonti per produrre energia si andrà avanti poco alla volta.Come il trattato di Kyoto e compagnia bella, a me è sembrata una barzeletta. Tutti sanno benissimo cosa bisogna fare per salvare il nostro pianeta e questi fanno accordi come al bar, senza nessuna sanzione per chi sbaglia o per chi non è nei limiti prestabiliti in tempi chiari.Se ci fosserò dei patti chiari e firmati con sanzioni per chi dovesse sbagliare, allora si che si vedrebbe lo sviluppo di queste tecnologie basta pensare che dal 97 che si parla di diminuire del 20% le emissioni di gas serra e dove siamo adesso? Ancora ancorati lì, basta pensare in 8 mesi quali catastrofi abbiamo creato prima nel golfo del messico vicino agli USA quell’enorme fuoriuscita di greggio e ora in Giappone col problema nucleare. Ma cosa ci deve capitare ancora perche qui bambocci che ci governano aprano un po gli occhi invece di pensare sempre e solo a lori sporchi interessi?
il problema che attualmente non è il bene di pochi ma il bene di tutto lo Stato ,
Il debito nazionale riguarda ciascuna persona che abita sul territorio italiano direttamente e / o indirettamente ,
Ormai la tecnologia ecologica esiste è perfettamente funzionante , solo che incombe costi elevati ,
quindi se la politica non viene incontro con le sovvenzioni statali , produzione d’energia ecologica non sarà mai d’attualità visto i costi elevati .
ormai lo Stato italiano ha preso la sua decisione e uno dei primi sintomi di questa decisione è stato che ha tolto le sovvenzione agli impianti fotovoltaici . e non sarà un referendum anche se per un caso miracoloso venisse abbastanza gente per renderlo valido cambierebbe qualcosa . Stato italiano non si può mettere di rimborsare i soldi chi ha già avuto .
Visto gli ultimi avvenimenti mi piacerebbe dire anche la mia,notando anche l’enorme polverone che si è sollevato. Polvere alla polvere non mi sembra cambi molto.
Penso che tutti abbiamo avuto testimonianza della pericolosità del nucleare nell’ultimo periodo. Tutti di conseguenza sentendosi minacciati hanno avuto nella propria testa questa riluttanza verso il nucleare, comprensibile. Nasce quindi il discorso energie rinnovabili e si propone come soluzione, soluzione che io sinceramente non vedo attuabile; basta pensare che all’1° gennaio 2011 eravamo quasi 7 miliardi di individui fate due conti quanto consumano tutte queste persone, come si può pensare di passare a delle energie rinnovabili che hanno una produzione di energia per terreno, occupato, scarsissima. Bisogna far diventare queste energie efficienti, poi, si può pensare a rimpiazzare le esistenti. Qualche anno fa si parlava del bioetanolo ricavato da prodotti agricoli ricchi di zucchero (glucidi) quali i cereali, si era calcolato che per soddisfare il fabbisogno di allora, si doveva coltivare quasi tutta la terra emersa a cereali. A me non sembra accettabile non so a voi.
Veniamo al nucleare, si o no, certamente ne si ne no, se rivolgiamo un sguardo all’Italia sicuramente NO, non si riesce a fare la raccolta differenziata figuriamoci il nucleare. Pensando al resto dell’europa perché no, certo, fatto e gestito da gente qualificate; ovviamente il nucleare andrà abbandonato ma finché non si investe nel far si che le energie rinnovabili possano fargli concorrenza non vedo molta via di fuga.
Devo aggiungere che nessun stato sarà disponibile ad investire in un energia con cui ci perderà, lo stato guadagna cifre esorbitanti con il petrolio e le compagnie petrolifere sono pronte a far mettere a tacere qualsiasi nuovo progetto. Vi riporto un caso singolare, di cui spero che qualcuno si ricordi, un italiano aveva inventato una macchina che andava ad aria compressa, il suo progetto era presente su un sito se ne anche parlato per un po, ma miracolosamente è sparito tutto, dal sito al progetto. Si è scoperto in seguito che era stato messo a tacere dalle compagnie petrolifere europee e il suo progetto è andato a finire in India.
Per cambiare bisogna che il popolo si dia da fare.
C’è da dire, inoltre che ci vuole più tempo per costruire un reattore nucleare che un impianto eolico o fotovoltaico, sulla questione economica si è lì, ma è un energia molto più pulita, sicura, e che non ci minaccia di morte, tumori, malattie, ecc.
Inoltre qui in Italia di spazio c’è ne e credo che possiamo diventare anche noi primati in qualche cosa no!?
Spero che ai politici del paese interessi qualche cosa dato che tagliano fondi a tutto!!
Si è vero che non si può arrivare a produrre solo con fonti rinnovabili dato che non sono al 100% affidabili, ma dovrebbe essere un inizio pensare a come non dipendere dai combustibili fossili e dal nucleare non pensi?
Io sono d’accordo sul fatto che bisogna cambiare strada. Bisogna cambiare un pò lo stile di vita secondo me.. Forse basterebbe una migliore sensibilizzazione, soprattutto nei paesi più industrializzati.
Come diceva qualcuno sopra basta veramente poco ad un privato per risparmiare molto dei suoi consumi.. E basterebbe ancora meno per portare avanti i progetti solari che consentono in parte l’autonomia domestica.
Lo sfruttamento esagerato e continuo del territorio è anche causa di questi disastri naturali. In fondo è tutta una catena causa-conseguenza..
E lo sfruttamento intensivissimo del petrolio e dei combustibili fossili con i ben noti effetti serra, scioglimento ghiacci ecc non fa altro che rende instabile questa povera terra.
Mi permetto di puntualizzare: bisogna che tutti, ma veramente tutti, capiscano quanto la situazione sia problematica, capiscano che qualcosa va cambiato, sul serio. Non solo tramite protocolli che ognuno rispetta come vuole.
Da tempo ormai il mondo è nelle mani degli interessi economici di qualcuno, e sarà difficile cambiare questo. Ma nel piccolo, in fondo, qualcosa si può fare.
Devo ammettere che l’impatto visivo delle pale eoliche è molto particolare e in alcune persone potrebbe anche creare un senso di suggestione.
Nella mia regione (Puglia),per esempio,e in particolare sul Gargano ci sono numerosissimi impianti di pale eoliche perchè è un territorio in cui il vento è presente con intensità abbastanza elevate e in lunghi periodi dell’anno.Devo ammettere che passare dal paesaggio tipico del settentrione della puglia a quello del Gargano è impattante.Lì è tutto nudo e dominato da queste immensi e numerosissimi impianti che girano insieme e sembrano non fermarsi mai.Tutto questo da il senso del dominio dell’azione umana…però a differenza di tanti altri interventi progettuali che spesso si dimostrano “pugni nell’occhio” e veri e propri “ecomostri”, queste strutture trasferiscono un senso di “potezione ambientale”.Sono la dimostrazione di come l’azione umana possa cercare di salvaguardare la natura con tecnologie sempre più avanzate e sempre più ecosostenibili.
E dopo un’osservazione del genere mi sembra brutale dover parlare di crisi in questo così utile settore.Lo Stato,l’Europa intera dovrebbe cercare di salvaguardare la produzione di impianti utili alla vita dell’uomo e della natura invece di incentivare iniziative inutili e indirizzate al puto interesse personale.Sembrerò pure un’accanita ambientalista ma studi pregressi ed esperienze di vita mi hanno insegnato a rispettare tutto ciò che ci circonda e a cercare,per quanto possibile, di preservare le risorse alle generazioni future.Ecco perchè è fondamentale incentivare le risorse rinnovabili…ridurre l’impronta ecologica è un passo verso il quale, da circa vent’anni, si cerca di andare ma che,ourtroppo, pochi paesi riescono a raggiungere…e fra questi c’è l’Italia.
Andiamo a vedere anche qualche problematica di funzionamento nei generatori eolici. Aprendo una piccola premessa sulle centrali idroelettriche, queste hanno alternatori che vengono usati per produrre elettricità e devono girare a velocità costante, velocità che dipende strettamente dalla frequenza della tensione da generare e dal numero di coppie di poli(paia). Solitamente le elettriche impiegate negli aerogeneratori girano molto velocemente (tipicamente a 3000 giri al minuto) per erogare una corrente alla frequenza di rete di 50 hertz, il che significa che se sono alternatori devono disporre di una o più coppie di poli. Sfortunatamente la velocità di rotazione, che dipende dalla da quella del vento, non è affatto costante, quindi, in teoria dovrebbe variare la frequenza della tensione ottenuta dai generatori eolici. Cio non è al fatto accetabile, tuttavia non è possibile impiegare sistemi di regolazione meccanica della velocità delle pale. Per aggirare questo problema, si possono perrcorere due strade teoriche:
1)Raddrizzare la tensione prodotta dagli alternatori e, dalla componente continua ricavata, mediante appositi circuiti ottenere nuovamente dell’alternata a frequenza stabile;ciò consente di avere i 50 hz indipendentemente dalla frequenza prodotta dall’alternatore.
2)Impiegare, negli aerogeneratori, dinamo invece di alternatori, quindi utilizzare inverter per ottenere l’alternata alla frequenza desiderata.
Nella pratica indipendentemente dal tipo di generatore adottato, la tensione generata viene ricavata da una serie di inverter che sono circuiti elettronici in grado di trasformare la componente continua in alternata, ad andamento sinusoidale (o similare) alla frequenza costante di 50 hz,che è quella voluta dalle reti elettriche. Per questa ragione, il rendimento elettrico effettivo di un generatore eolico, inteso come rapporto tra la potenza elettrica generata e quella uscente, può essere considerata intorno al 70%. Infatti nel primo caso vi sono le perdite di conversione da tensione alternata a continua e quelle dell’inverter (riconversione continua \ alternata); nel secondo c’è da fare i conti con la sola dissipazione dell’inverter, quindi, almeno in teoria, la seconda soluzione è migliore della prima. In realtà va detto che la dinamo ha un’efficienza minore di quella dell’alternatore,perchè per generare una componente abbastanza costante i contatti del collettore (la parte del generatore dove i contatti che prelevano la corrente toccano gli estremi degli avvolgimenti del rotore) devono essere molto fitti, il che provoca brevissimi cortocircuiti durante la rotazione. La cinematica del generatore eolico è caratterizzata da bassi attriti, assenza di riscaldameto edi sistemi refrigeranti (olio ed acqua); ciò rende l’aerogeneratore migliore di sistemi quali quelli a combustione ma nache i solari fotovoltaici, che sono esposti al sole e quindi possono surriscaldarsi. Nel generatore eolico un buon ingrassaggio delle parti d’attrito permette di far filare tutto liscio e i circuiti di conversione continua alternata e viceversa possono essere raffreddati dallo stesso ventoche fa girare le pale del retore; ciò in ogni condizione di lavoro. Infatti quando c’è corrente d’aria il generatore lavora e l’elettronica che eroga la corrente è soggetta a surriscaldamento , ma viene raffreddata proprio dal vento; se quest’ultimo manca o è debolissimo, teoricamente raffredda male l’elettronica,però questa non scalda un gran chè,perchè niente vento vuol dire poca o nessuna energia generata, quindi poco o niente calore prodotto dai circuiti.
Al mondo, sono circa venti sei le aziende che producono aerogeneratori; le principali sono tedesche o danesi:Vestas, Enercon, Siemens, Gamesa, Eolica, GE Wind, Nordex, Enron, Neg Micon
La cosa importante da capire è che sicuramente la produzione di energia elettrica con generatori eolici ha delle lacune di base, insomma difficoltà di realizzazione, perdite, ingombro, ecc., ma la cosa importante da tenere in considerazione, è che questi sistemi sono molto più sicuri di sistemi di tipo nucleare, e producono molto meno inquinamento del petrolio o del mentano. Alla fine dei conti, il sistema è sempre lo stesso cambia solo il metodo si azionamento dell’alternatore, ora che sia a metano, a nucleare, a petrolio o eolico, il risultato non cambia. quello di cui bisogna tener conto è: con quale delle tecniche di produzione posso assicurarmi una vita lunga e serena?, le centrali nucleari al mondo d’oggi sono sicurissime, i sistemi di protezione sono molto sofisticati, ma in alcuni casi, anche più insignificanti, questi sistemi possono fallire, scatenando una vera e propria catastrofe (non dimentichiamo Chernobill); Il metano o il petrolio, oltre ad inquinare l’ambiente, sono risorse che ormai sono in esaurimento, e che quindi in futuro costeranno sempre di più, quindi vale la pena di investire su cosa è più duraturo e che non nuoce alla salute, se una pala eolica si rompe, il danno maggiore è che cada e si rompa al suolo, ma non reca danno a persone che sono distanti dal luogo; se scoppia un reattore nucleare, le persone possono subire danni da radiazioni anche se a centinaia di chilometri di distanza.
Questi sono i motivi per cui credo che serva investire sul rinnovabile non tanto per l’ambiente (anche quello), ma per la nostra sicurezza in futuro, e soprattutto la sicurezza di chi verrà dopo di noi.
Non so se sia off topic, ma il NO a nucleare (quindi il SI al prossimo referendum, sebbene l’Italia si sia già espressa in tal senso) devve avvenire “a prescindere” per dei banali motivi.
Premesso che l’indipendenza energetica di un paese si valuta in base alle materie prime necessarie alla produzione di energia che il paese stesso possiede, per il nucleare si avrebbe:
1) L’Uranio è presente in Australia, Niger e America. Quello presente nelle miniere del Niger è sfruttato dalla Francia. In questo scenario l’Italia se vuole fare una o più centrali nucleari dovrà acquistare Uranio da almeno uno dei tre paesi indicati;
2) L’Uranio da solo non basta, dovrà essere arricchito. Ancora una volta cosa vorrà fare l’Italia, vorrà costruire impianti di arricchimento (che andrebbero ad aggiungersi alle centrali nucleari) oppure affiderà all’Estero questo aspetto?;
3) Non finisce qui. Una volta che l’Uranio è stato arricchito occorre produrre il combustibile nucleare (o comunque utilizzare quello delle testate nucleari in dismissione nel quale è presente anche Plutonio). Di nuovo: l’Italia cosa vorrà fare, costruire impianti di produzione del combustibile nucleare (che andrebbero ad aggiungersi alle centrali nucleari e alle centrali di arricchimento) oppure affiderà all’Estero questo ulteriorie compito?;
4) Le scorie: in genere i depositi delle scorie vengono scleti dopo anni e anni di studi geologici. Che io sappia al momento non c’è alcuno studio in tal senso. Ancora una volta, cosa vorrà fare l’Italia anche con le scorie? …farle processare all’Estero e quindi riprendersele inserendole solo in seguito nei depositi (o psuedo tali) oppure dovrà costruire impianti di riprocessamento per evitare l’invio all’Estero?
Domanda: in tutti questi aspetti dov’è l’indipendenza energetica nel passaggio al nucleare? …se un domani, ammesso ad esempio che l’Italia si rifornisca in Niger (e quindi dalla Francia) per l’Uranio, venga proposto sul mercato un prezzo doppio rispetto al giorno prima cosa faremo a quel punto? …feremremo le centrali nucleari? …non penso, ci si vedrebbe costretti ad acquistare Uranio al prezzo imposto dai pochi produttori (di fatto monopolisti) quindi non cambierebbe nulla, anzi si peggiorerebbe la situazione.
Un’altra bufala madornale è che per produrre energia elettrica occorra il petrolio: se si escludono le centrali a olio combustibile (che in Italia si contano sulle dita di una mano e che, probabilmente non forniranno più del 5% di energia complessiva giornaliera richiesta) tutte le altre vanno a Gas, idroelettrico, geotermiche etc. Pertanto il vero consumo di petrolio è da imputarsi altrove (ad esempio la oramai puzzolente marea di auto che si vede a tutte le ore del giorno e della notte).
Se oltre modo fosse vero che l’energia prodotta derivasse principalmente dal petrolio non si spiegherebbe il motivo per cui la Francia (con una 50ina di reattori nucleari funzionanti) consuma più dell’Italia in termini di petrolio e perché il Giappone sia il 3° consumatore al mondo con i suoi 58 reattori). Quindi il risparmio sulla bolletta con l’adozione del nucleare associando la produzione di energia elettrica principalmente al petrolio è una grossa grassa bufala.
In più: adottando il nucleare si verrebbe ad essere incentivati al consumo (e non alla parsimonia come dovrebbe essere al giorno d’oggi) banalmente perché per motivi di sicurezza le centrali nucleari non possono scendere al di sotto di un 15%-20% in termini di produzione rispetto al valore di regime, in sostanza devono essere mantenute sempre attive ad un minimo (e la cosa è ovvia se si pensa che la rezione nucleare non può essere spenta con si fa con una lampadina e/o interrotta/ridotta brutalmente).
Tutto qui. 😛
Non c’è ancora niente di certo sui tagli ai finanziamenti.
Venerdì scorso si sono riuniti ministeri e associazioni di categoria ed è iniziata la discussione sul futuro degli incentivi, che dovranno essere decisi entro il 30 aprile. Le prime proposte e i commenti degli operatori parlano di tetto annuale alle installazioni a 2 GW e di regime transitorio fino al 31 dicembre, ma è ancora tutto da decidere.
Una delle proposte più pesanti portate al tavolo è quella di Confindustria. La sua possibile attuazione ipotizzata al tavolo prevederebbe un periodo transitorio dal 31 maggio a fine anno con un taglio contenuto e graduale delle tariffe, un limite annuo alle installazioni che potrebbe essere di 2.000 MW e un limite di 6 miliardi di euro all’anno per gli incentivi da destinare al fotovoltaico.
Volevo lasciarvi il mio pensiero….Lavoro da anni nel campo dell’automazione, si pensava che il robot ed il computer rivoluzionassero il mondo, ed in effetti ad oggi non se ne può quasi fare a meno. .. Ma dove io lavoro i robot hanno preso il posto dei dipendenti perchè più affidabili… meno mutua e ferie ma sopprattutto più precisi…. fino a quando gli ingranaggi non si consumano e i motori non si bruciano, da precisioni di acuni centesimi di millimetro si passa nell’arco di due tre anni a precisioni di alcuni millimetri ecc. e poi … non si cambiano perchè i costi sono elevati le manutenzioni si arrabattano perchè la crisi…
A chi di voi non si è mai bloccato il pc a chi non è mai successo di arrivare al punto di doverlo sostituire e di non poterlo fare…
Io non credo che le cose possano andare diversamente in una centrale nucleare… primo non si può prevedere tutto gli esempi sono lampanti secondo basta un pò di polvere e un pò di umidità e le cose specialmente sull’elettronica cambiano.. poi chiamiamoli disturbi o difetti ma portroppo la perfezione non esiste.
Il vero problema nel mondo è convincere un cane affamato a cedere il suo bell’osso… non è facile spiegare a chi non si cura della vita degli altri esseri viventi, non solo degli uomini, che un mondo migliore è un bene per tutti purtroppo esistono individui che amano potere ricchezza anche a discapito della vita altrui.
Le energie rinnovabili sono inefficenti sino a che a qualcuno fà comodo così… tanti progetti vengono acquistati sotto forma di brevetto per evitarne la produzione che rovinerebbe il mercato ad altro.
Il cambiamento non è un’utopia ma deve cominciare nel piccolo da ognuno di noi.
Ora vi racconto un pò di storia dell’energia eolica sperando di calmare un po gli animi perchè tanto noi possiamo così discutere ma alla fine ci tocca prendere quello che ci danno. I primi mulini a vento europei pompavano acquao muovevano le macine per triturare i cereali; in Olanda erano utilizzati prettamente per pompare l’acqua dai polder, il che migliorò notevolmente il drenaggio dopo la costruzione delle dighe. I mulini olandesi erano i più grandi del tempo; divennero e rimasero il simbolo della nazione. Erano formati da telai in legno sui quali era fissata la tela che formava, così, delle vele spinte in rotazione dal vento. Nel corso del XIX secolo entrarono in funzione migliaia di mulini a vento sia in Europa che in America, sopprattutto per scopi di irrigazione( ma sicuramente nessuno dei nostri antenati ha pensato “all’impatto visivo delle pale eoliche è molto particolare e in alcune persone potrebbe anche creare un senso di suggestione”; perchè ai tempi erano più pratici e dove si poteva risparmiare un pò di fatica era ben accetto. Il concetto è un pò diverso ora, non si fa per risparmiare fatica per risparmiare sulle emissioni di gas serra). Anche la Spagna, in virtù dei forti venti che l’attraversano (ad esempio ai piedi dei pirenei) era costellata da mulini a vento: non a caso Don Chisciotte, personaggio letterario creato dalla fantasia di Miguel de Cervantes, credendolo un nemico da combattere si scaglio proprio contro un mulino a vento… Anzi proprio dal romanzo dello scrittore iberico nacque undetto usato ancora oggi: “lottare contro i mulini a vento”, è ovviamente un sinonimo o metafora di intraprendere un impresa tanto impossibile quanto inutile. In seguito, con l’invezione delle macchine a vapore i mulini vennero abbandonati perchè il carbone, allora, era a buon mercato. Negli ultimi decenni l’aumento dei costi energetici ha ridestato l’interesse per le macchine che utilizzano la forza del vento, tanto che molte nazioni hanno aumentato i fondi per la ricerca e lo sviluppo dell’energia eolica
Non credo che sia solo un momento di crisi, ma è lo Stato, i mosti politici che non fanno nulla per superarla questa crisi.
Non capisco una affermazione del genere:”chi va a dire a tutti i migliardari in circolazione che da domani in poi i loro solo sono carta igenica??”
Ma scusa, dobbiamo evolverci o dobbiamo mantenere una manica di persone “ricche”?
Mi spiace, in una società evoluta non esiste ricchezza perchè non esiste povertà, siamo tutti uguali, ognuno con i suoi talenti ma tutti uguali, io mi spacco per arrivare a fine mese e un calciatore porta a casa milioni di euro l’anno? Ma siamo ormai così condizionati e cosi piegati che neanche sappiamo più com’è stare eretti.
Non c’è nulla di comunista, quello è tutt’altro pensiero e filosofia che non condivido.
Non condivido la politica perche finalizzata a potere e guadagno.
Sono più favorevole ad un governo scientifico e culturale che politico, basta vedere dove ci ha portato e cosa ci propone per il futuro.
E tra l’altro non ho parlato di scambio di prodotti, quello è il famoso riferimento al triciclo, ci siamo passati, è servito ma dobbiamo andare oltre….
Te ne propongo un’altra:
E adesso chi va a dire a 60 milioni di italiani che devono pagare una nuova tassa???’
Ma a qualcuno è mai importato di chiedere a 60 milioni di italiani il loro parere o permesso?
come vedi lo si fa ad ogni legislazione e noi (scusa il termine) “pecoroni” giù muti e a quattro zampe….
Se qualcuno è ferrato in materia, saprà che ci sono modi economici e semplici di poter utilizzare anche l’alt marea per generare corrente e al contrario del vento e del sole, come per il geotermico, a meno che il pianeta non si raffreddi o la luna sparisca, è una fonte rinnovabile continua e sicura.
Giustissimo il moto perpetuo delle maree sempre in movimento andando a rimorchio della nostra stella più vicina. Ovviamente si può fare tutto be quasi tutto basta avere un buon sponsor che ti lasci lavorare!
Attualmente il costo di installazione in Italia per impianti di produzione con una potenza nominale superiore ai 600 kW, varia tra gli 800 e i 1300 € \ kW (circa); il prezzo ovviamente varia secondo la complessità dell’orografia del terreno in cui l’impianto deve essere installato (in altre parole se il terreno permette di ancorare facilmente i piloni che sorreggono i generatori la spesa è minore, altrimenti cresce). Si può quindi stimare che una centrale da 10 MW, allaciata alla rete in AT (alta tensione prima delle cabine di abbassamento locali) costa tra 8 e 13 milioni di euro(circa), mentre per una centrale allacciata alla rete MT (3 \ 4 megawatt, collegata direttamente alla cabine di città) il costo si riduce tra 0,9 e 1,2 milioni di euro al MW(circa). Dato che il vento è gratis , gli unici capitoli di spesa sono l’installazione e la poca manutenzione richiesta. Inoltre, dato che a terra occupa una superfice irrisoria (poche decine di metri quadri per il basamento) una centrale eolica consente di continuare ad usare il terreno su cui poggia per le attività cui era destinato. In alcuni paesi come la Danimarca la corrente prodotta da fonti ad energia eolica ha raggiunto lo srtaordinario obbiettivo del 23% del fabbisogno nazionale. Altri stati all’avanguardia sono la Spagna 9% del fabbisogno interno e la Germania col 7% del fabbisogno nazionale coperto con l’eolico;e noi dove siamo? noi siamo al settimo posto per rapporto produzione e fabbisogno. Nel resto del mondo tra il 2000 e il 2006 la quantità di energia prodotta da fonti eoliche si era quadruplicata:la cosa faceva ben sperare ma poi è arrivata la crisi eil giocattolo si è un po inceppato ma noi siamo fiduciosi che si riprenderà alla grande. Secondo i dati che ho che provengono dalla EREF (European Renewable Energies Federation Energy Agency) la potenza elettrica relativa ad impianti eolici è passata da “zero” intorno al 1980 ad oltre 13500 MW a fine 1999. La Germania è la nazione che dispone della maggiore potenza installata (24000 MW); seguendo la Danimarca con 4000 MW, la Spagna con 16000 MW, l’Italia con 2700 MW ( la potenza massimo sviluppabile dagli impianti) e la Francia con 2500 MW. Questi dati sono di fine 2008 inizio 2009.
Mi ritrovo spesso con colleghi amici a discutere appassionatamente di innovazioni tecnologiche, efficienza energetica, utilizzo di fonti di energia alternative alle “storiche disastrose”, ma puntualmente si finisce coi medesimi scoraggianti interrogativi:
Che senso ha tutto ciò se nel frattempo le decisioni di chi ci governa stanno passando puntualmente al di sopra delle nostre teste senza neanche sfiorarci?
Chi realmente può intervenire per cambiare le cose e non lo sta facendo?
Davvero noi siamo tanto “piccoli” da non poter fare qualcosa?
Assistiamo ormai regolarmente a discussioni, confronti, pareri di esperti eppure, le conclusioni inesorabilmente sembrano convergere sempre verso una direzione: salvaguardare il businnes di pochi a discapito del resto del mondo.
Eppure è ormai ben diffusa la piena consapevolezza di quanto possono essere affidabili e percorribili parecchie delle fonti energetiche alternative disponibili che, oltre a garantire il fabbisogno energetico nel rispetto dell’ambiente garantirebbero altresì tanta e diversificata occupazione e sviluppo.
Il mondo si muove in continuazione e in una miriade di modi, dovremmo solo preoccuparci di trasformare ciò in energia diversamente fruibile, per farlo possediamo tutto l’occorrente, non è affatto necessario rimettere in circolo le schifezze che il creatore ha sapientemente occultato per prepararci un sano ambiente dove permetterci di vivere.
Eolico?
E’ antiestetico e deturpa il paesaggio!
Bè, l’eolico oggi almeno l’avrebbe un paesaggio cui convivere lasciando anche a noi la possibilità di goderne, ma soprattutto ai nostri figli verso i quali abbiamo questa grande responsabilità.
Pensiamo bene a quando arriveremo al punto di non doverci più porre il problema di “deturpare” alcunché, quando il paesaggio a causa degli attuali metodi disastrosi e impattanti sarà oltremodo degradato e gravemente compromesso, forse a quel punto “si” che saremo pronti per passare alle antiestetiche, o costose, o…, o…, fonti energetiche alternative, infatti non avremo più di che curarci visto che il nostro caro “Eolico” tutto solo non avrà d’arrecare alcun disturbo.
Ma a quel punto saremo ancora lì che cerchiamo di accendere la nostra lampadina?
Forse non saremo neanche riusciti a erigere il nostro nemico “numberone”, l’antiestetico e deturpante “Generatore Eolico”.
Certamente in questo periodo, dopo gli avvenimenti del Giappone, l’argomento è più sentito, a prescindere penso che sia anche una questione politica,nella volontà del governo e dei comuni nel volere investire nell’energia eolica.
Io viaggio spesso per lavoro e vedo le installazioni delle pale eoliche nelle diverse regioni, osservo che spesso non sono mai tutte in funzione e molte sono ferme.
Non vorrei che dietro ai buoni propositi potrebbe celarsi solo un interesse politico ed economico, quante sono le strutture di qualsiasi genere che si vedono abbandonate dopo i molti investimenti fatti?
Spero non sia così, l’energia eolica , nelle zone dove il vento è sempre presente è sicuramente una delle soluzioni possibili per ottenere energia.
Mi chiedo inoltre se oltre all’energia prodotta, gli utenti che utilizzeranno questo servizio poi abbiano anche uno riscontro economico verso il risparmio, sicuramente la materia prima è gratis, basta solo acchiapparla.
Certamente non possiamo riempire le nostre montagne strutture eoliche, non sarebbe un bel vedere, ma dietro alla continua richiesta di energia si cerca di risolvere in tutte le situazioni.
Io penso che bisognerebbe anche avere una cultura del risparmio ed evitare gli sprechi, ad esempio quando fa caldo tutti accendono i condizionatori e i consumi lievitano a dismisura, ci vuole solo buon senso.
Questo e tutto ciao.
Struttura della centrale eolica. Una centrale elettrica basata sullo sfruttamento dell’energia eolica, è di tipamente costituita da un gruppo di aerogeneratori di media (600 – 900 kw) o grande (maggiore 1 MW) potenza, disposti sul territorio (ad altitudini di 600 – 1500 metri) in modo da meglio sfruttare la risorsa eolica del sito in cui sono “piantati”; i generatori sono connessi fra loro elettricamente attraverso un elettrodotto interrato. All’impianto eolico è associata una cabina stazione di consegna (cioè una struttura che permette l’immisione dell’elettricità generata nella rete elettrica) che a sua volta è connesse alla rete elettrica nazionale.Gli aerogeneratori sono costituiti esenzialmente da una navicella o gondola, sostenuta da una struttura mettallica, contenente il generatore elettrico vero e proprio sul cui albero è connesso il rotore (ossia l’elica o girandola). Normalmente, negli aerogeneratori il mozzo del rotore non è accoppiato direttamente all’albero del generatore, ma tra i due elementi è interposto un moltiplicatore di giri, ossia un insieme di ruotismi che aumenta la velocità di rotazione dell’albero del generatore elettrico rispetto a quella del rotore. il generatore elettrico è collegato ai cosidetti sistemi di controllo e trasformazione, ossia circuiti elettronici capaci di regolare la produzione di elettricità e decidere quando deve avvenire l’allaciamento o il distacco dalla rete elettrica nazionale. Il gruppo elettronico è in sostanza una sorta di regolatore ed ha la funzione di adattare l’elettricità prodotta dagli aerogeneratori alle esigenze della rete, ma anche di decidere quando sconnettere gli stessi; la disconnessione avviene tipicamente quando c’è troppo poco vento per garantire la generazione di una tensione sufficente, ovvero quando l’aerogeneratore si disattiva automaticamente perchè il vento è troppo forte e po danneggiarne la meccanica l’energia elettrica prodotta in navicella viene convogliata al suolo attraverso cavi elettrici; sempre al suolo vengono inviati, mediante opportuni cavi, i segnali neccesari per il controllo del corretto funzionamento dell’aerogeneratore.
…e, per la precisione, la macchina elettrica calettata sull’asse dell’elica altro non è che un asincrono trifase funzionante, nella fattispecie, da generatore. Non può che essere un asincrono poiché l’utilizzazione della macchina sincrona sarebbe limitante in quanto il suo utilizzo sarebbe possibile solo quando il vento la porterebbe ad una velocità sicrona compatibile con la rete (generalmente a potenza prevalente) alla quale risulta essere collegata.
Utilizzando un asincrono ci si divincola da tutto ciò, naturalmente si paga lo scotto dovuto al fatto che comunque la energia/potenza che dovrà essere immessa in rete dovrà avere una frequenza di 50Hz e per ottenere ciò viene, in genere, adottata una doppia conversione allo stato solido che consiste, in soldoni (per dirla in maniera grezza), nei seguenti passaggi: la prima, prelevata dagli avvolgimenti statorici dell’asincrono, produce una tensione in genere di valore continua che viene inviata ad un inverter controllato che porta frequenza e tensione ai livelli della rete a potenza prevalente.
Bye 😎
Il più grande parco eolico si trova in Germania, e si chiama Alpha Ventus, essendo molto distante dalle coste, non è facilmente visibile, con buona pace di chi non gradisce la visione delle pale eoliche, ma dopo diversi mesi ha avuto qualche problema di funzionamento dovuto ai fornitori e progettisti delle turbine. Pur utilizzando motori di fabbricazione tedesca, per la realizzazione delle turbine da 5 MegaWatt, la società si è rivolta alla famosa Areva, che ha forti interessi nello sviluppo del nucleare in Italia, ‘stranamente’ queste turbine hanno avuto seri problemi e sono andate in fumo per un problema ai cuscinetti che si sono surriscaldati, infatti, subito dopo l’accaduto sono state commissionate altre 5 turbine, ma questa volta la costruzione non è stata affidata ai francesi, chissà perchè? E’ ovvio che vi sono grossi interessi in gioco e che vi è una guerra tra chi dal nucleare ci guadagna in termini economici e chi no.
Visto che ho parlato di sistemi di produzione di energia tramite l’utilizzo massivo delle biomasse (giusto per dimostrare che se facciamo funzionare il cervello, qualcosa di buono e realmente alternativo almeno al petrolio c’è ed esiste…) cercherò di farvi una panoramica su quelle che sono le principali proprietà di questa nuova possibile fonte di approviggionamento energetico.
Le biomasse sono essenzialmente composti organici che comprendono vari materiali di origine biologica come ad esempio gli scarti delle attività agricole riutilizzati in apposite centrali termiche per produrre energia elettrica. Si tratta generalmente di scarti dell’agricoltura, dell’allevamento e dell’industria come ad esempio: legname da ardere, residui agricoli e forestali, rifiuti urbani, specie vegetali coltivate per lo scopo di essere utilizzate appunto come biomasse.
Trarre energia dalle biomasse consente di eliminare rifiuti prodotti dalle attività umane, produrre energia elettrica e ridurre la dipendenza dalle fonti di natura fossile come il petrolio. Una fonte di energia pulita su cui l’UE ha deciso di investire al pari dell’eolico (per dirvi, in Italia ci sono grossi centri di ricerca riconosciuti almeno a livello Europeo e visionando i risultati ottenuti, devo dire che sono un fiore all’occhiello della nostra nazione per quanto riguarda questo tipo di attività di ricerca!!).
I biocombustibili sono un’energia pulita a tutti gli effetti perché liberano nell’ambiente le sole quantità di carbonio che hanno assimilato le piante durante la loro formazione (e che avrebbero quindi rilasciato comunque durante il loro ciclo vitale) ed una quantità di zolfo e di ossidi di azoto nettamente inferiore a quella rilasciata dai combustibili fossili.
Le opere di riforestazione in zone semi-desertiche permettono di recuperare terreni altrimenti abbandonati da destinare alla produzione di biomasse e contemporaneamente migliorare la qualità dell’aria che respiriamo. Non dimentichiamo infatti che le piante svolgono un’importante funzione di “polmone verde” del pianeta, riducendo l’inquinamento in quanto assorbono l’anidride carbonica contenuta nell’aria rilasciando ossigeno. Le coltivazioni dedicate esclusivamente a produrre biomasse da destinare alla produzione elettrica non fanno eccezione a questa naturale caratteristica delle piante.
Il fatto che l’energia dalle biomasse si basi soprattutto sugli scarti di produzione delle attività produttive è un’ulteriore vantaggio economico e sociale in quanto il settore riutilizza e smaltisce rifiuti in modo ecologico senza accumulare scorie di nessun tipo. ..diciamo che si rispetta pienamente il principio secondo il quale “nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma”
La Finlandia rappresenta l’esempio più calzante per descrivere l’importanza delle biomasse e le possibilità di utilizzo. Gran parte degli scarti della lavorazione della carta e del legno dell’industria finlandese sono destinati alle centrali termiche per produrre energia dalle biomasse, evitando in questo modo di dover stoccare gli scarti in discariche o pagare per il loro incenerimento.
Quello che un tempo era un costo da sostenere si è oggi trasformato in un’opportunità da non perdere e da sfruttare per produrre preziosa energia elettrica.
Va comunque fatta attenzione al concetto di biomassa, per non confonderlo con quello della termodistruzione dei rifiuti. Le biomasse sono esclusivamente scarti di origine vegetale e non vanno confusi con i rifiuti delle attività umane. Per ridurre l’impatto ambientale è inoltre necessario che le centrali siano di piccole dimensioni ed utilizzino biomasse locali, evitando in questo modo il trasporto da luoghi lontani.
Dal mio punto di vista questo tipo di energia proveniente dal mondo vegetale può essere la vera svolta energetica del nostro futuro…purtroppo però è ancora in fase di ricerca e non si sa quando potrà essere ufficialemente dichiarata la disponibilità della prima centrale elettrica a trasformazione di biomasse effettivamente operativa.
L’efficenza massima di un impianto eolico puòessere calcolata utilizzando la legge di Betz, secondo la quale l’energia massima che un generatore qualunque può produrre è il 59,3% di quella posseduta dal vento che gli passa attraverso. Tale efficenza è teorica e molto difficile da raggiungere in pratica; per tanto, un aerogeneratore reale presenta tipicamente un’efficenza compresa tra il 40% e il 50%. I grandi impianti eolici consentono grosse economie di scala, che abbattono i costi del chilowattora elettrico con l’utilizzo di generatori efficenti ( a pale lunghe ) capaci di produrre diversi mega watt ciascuno. Grandi impianti però hanno un rilevante impatto ambientale, per quanto riguarda l’estetica dei paesaggi ( come più volte parlato in questo blog ma non si può avere la moglie ubriaca e la botte piena ). Nella gran parte dei casi, infatti i posti più ventosi sono le cime e i pendii di colline e montagne, sovente luoghi incontaminati dove la natura viene protetta e nei quali gli impianti eolici risultano visibili anche da grande distanza, perchè sviluppare grandi potenze elettriche significa grossi risparmi sui costi di produzione, ma anche pale più lunghe e visibili da grandi distanze ; allo scopo di minimizzare la deturpazione del paessaggio, si è pensato di dare alle pale e ai generatori ( piloni compresi ) un colore verde, nel tentativo di minimizzare gli impianti facendoli confondere, a grande distanza, con l’erba delle colline o una più scura ( bruna ) per avvicinarsi al colore delle rocce.Un pòcome viene da tempo fatto per le antenne paraboliche per la ricezione della TV da sattellite, che per risultare meno evidenti vengono coloraye di marrone, così da mimitizzarsi con i tetti.
Rispondo a chi diceva di utilizzare i generatori a asse verticale con qualche nozione in merito. Per aggirare le limitazioni imposte dai sistemi tradizionali, è stato progettato il cosidetto generatore eolico ad asse verticale ( VAWT, acronomo di Vertical Axis Wind Turbines ): si tratta di un tipo di macchina eolica contraddistinto da una ridotta quantità di parti mobili nella sua struttura, il che gli conferisce un’altra resistenza alle forti raffiche di vento e la possibilità di sfruttare qualsiasi direzione del vento senza doversi orientare continuamente per adeguarsi. è una macchina molto versatile, adatta all’uso domesticocome alla produzione centralizzata di energia elettrica nell’ordine di Giga watt. Macchine eoliche ad asse verticale sono state concepite e realizzate fin dal 1920, tutta via la loro scarsa diffusione si deve alla minore efficenza rispetto a quelle con asse orizzontale ( 30% in meno ). L’unica installazione orizzontale industriale fino al 2009 esistente era quella di Altamont Pass in California, realizzata nel 1997 dalla Flo Wind. Negli ultimi tempi, tuttavia, si è cercato di ottimizzare molto queste macchine, rendendole molto competitive: taluni asserisconoche gli ultimi prototipi, funzionando molte più ore l’anno rispetto a quelle a asse orizzontale, hanno un rendimento complessivo maggiore, sebbene l’efficienza specifica sia minore. Spero che questa spiegazione sia state utile per chi ( come me fino a qualche anno fa )non sapeva dell’esistenza di queste macchine che se sfruttate in maniera cospicua potrebbero veramente aiutare le nostre metropoli. Infatti posizzionarli sui tetti ( come ho già letto in un altro commento ) dei palazzi o dei grattaceli di alcune città potrebbero auto fornirsi di energia.
Sono d’accordo il primo passo è ridurre gli sprechi, ed è li che dovrebbe intervenire la politica, con azioni coordinate a livello mondiale e un istituto che controlli il reale rispetto di queste convenzioni (vedi gli “stupri” al protocollo di kyoto che sussistono tutt’oggi.. )
il kite gen. In Italia esiste un progetto radicalmente innovativo , che consiste proprio in una centrale eolica ad asse di rotazione verticale: si tratta del kite wind gnerator, altrimenti detta il Kite Gen. Esso risolve tutti i problemi statici e dinamici che impediscono l’aumento della potenza ( cioè delle dimensioni ) ottenibili dagli aerogeneratori tradizionali. Il problema di catturare il vento e incanalarne la forza è stato risolto impiegando profili alari di potenza ( power kites ) solidali al perimetro della turbina. I profili alari di potenza si muovono secondo traiettorie prestabilite, che permettono di trasformare la forza esercitata sui cavi in una coppia comlessiva concorde che mette in rotazione le braccia di una sorta di giostra ad asse verticale. In pratica, i profili alari di potenza sono le pale della turbina, che le consentono di ruotare intorno ad un asse verticale, semplificando enormemente i problemi di fondazione e di rigidità. Ad agosto 2006 è stato costruito un prototipo, cui è stato dato il nome di Mobilegen
La crisi non è una cosa localizzata solo nel nostro Stato italiano ,
ma si In tutto il mondo .
È difficile anche fare qualcosa essendo un periodo dove le casse dello Stato sono piuttosto vuote , è anche molto difficile sovvenzionare qualsiasi tipo di cosa , che posso dire che anche stati ricchi come la Svizzera ha dovuto fare alcuni accorgimento per non essere sommerso hanno passato TVA che di quell’ente della nostra IVA dal 7.6 % al 8.0 % .
In questo momento essendo un giovane non riesco nemmeno a pagarmi l’assicurazione che la macchina visto che costa 3400 € all’anno avendo salario pressappoco 800 € mensile . ancora una fortuna di non spendere troppo in affitto e ancora di meno in Università che anch’egli l’aumento è È stato molto forte visto che hanno eliminato le sovvenzioni.
A mio parere è indispensabile decidere e scegliere se concentrare o decentrare la produzione di energia elettrica.
Pro sicuramente l’autonomia individuale.
Con un sistema concentrato ho una struttura di produzione che mi porta energia come la porta a tutto il resto della mia città, con la conseguenza che se la struttura ha dei problemi, tutti restano al buio, la decentrazione porta ad essere autonomi e se un impianto non funziona, tutto il resto della città continua ad avere luce.
Sono più propenso per la decentrazione e quindi sulla produzione di dispositivi domestici di ingombri, potenze e spese più contenuti, con risparmio di impatto ambientale e economico.
Ma se ognuno comincia ad togliere del peso in senso energetico al consumo diciamo “nazionale” è di consequenza che si abbassano notevolmente le emmissioni di gas. Ovviamente non si può pensare di passare da un giorno all’altro completamente autonomi con solo fonti rinnovabili bisogna evolversi. Ma ovviamente cominciare e il detto dice chi comincia è già a metà dell’opera! o sbaglio??
Chi comincia bene è già a metà dell’opera. Puntualizzo perchè altrimenti con i rompini che ci sono in giro becco subito dei cicchetti.
Aprofondiamo l’argomento dei generatori ad asse orizzontali. Gli aerogeneratori tradizionali hanno l’asse di rotazione orizzontale. Questa caratteristica è il limite principale alla realizzazione di macchine molto più grandi di quelle attualmente prodotte, perché i requisiti statici e dinamici che bisogna rispettare consentono di ipotizzare rotori con diametri moIto superiori a 100 metri e altezze di torre (pilone di sostegno) maggiori di 180 metri. Tali dimensioni riguardano, peraltro, macchine per esclusiva installazione off-shore; quelle on- shore (installate sulla terra ferma) più grandi hanno diametri di rotore di 70 metri e altezze di torre di 130 metri. In una macchina il siffatta raggio della base supera i 20 metri. Siccome Ia velocità del vento cresce con Ia distanza dal suolo, costruttori di generatori eolici tradizionali spingono le torri a quote abbastanza elevate; tuttavia la crescita dell’altezze, insieme al diametro del rotore che essa rende possibile, sono la causa delle complicazioni statiche dell’intera macchina, che impone fondazioni complesse e costose e strategie sofisticate dl ricovero in caso di improvvise raffiche di vento troppo forte. Un generatore eolico ad asse orizzontale (HAWT, acronimo di Horizontal Axis Wind Turbines) e formata da una torre in acciaio di altezze che si aggirano tra i 60 e i 100 metri sulle cui sommità si trova un involucro (gondola) che contiene un generatore elettrico azionato da un rotore a pale Iunghe circa 20 metri (solitamente 2 o 3) .Esso genera una potenza molto variabile: tipicamente 600 kw – 1 mw che equivalgono al fabbisogno elettrico giornaliero di 500 famiglie. Come tutti i generatori, richiedono una velocita minima di 3+5 m/s ed erogano la potenza di progetto ad una velocita del vento di 12+14 m/s. Ad elevate velocita (20+25 m/s) V aerogeneratore viene bloccato dal sistema frenante per ragioni di sicurezza, esattamente come descritto riguardo al generatore eolico ad asse verticale. La gondola e un sistema meccanico che permette l’orientamento orizzontale del rotore in modo da adeguarsi al vento; comunque, non tutti gli aerogeneratori ad asse orizzontale possono ruotare.
Adesso che il nucleare fa paura e tutti stanno pensando di fermarlo potrebbe essere un’ottima occasione di ripresa per l’eolico. Peccato per i 3000 posti di lavoro messi in dubbio.
Google rende noto di aver investito 100 milioni di dollari nell’eolico, in un impianto che appena finito produrrà 845 MW, energia sufficiente, secondo loro, oltre 235 mila famiglie. Le turbine utilizzano generatori a magneti permanenti, per aumentarne l’efficienza, non sono dichiarate le caratteristiche di questi generatori, ma mi viene da pensare a dei generatori in corrente continua visto l’utilizzo di magneti permanenti. Questa centrale sembra che sia installata al dì fuori degli Stati Uniti (forse in Canada?) per ridurre il costo dell’energia elettrica prodotta, ma fornirà energia alla California.
Nel blog di google a nome di un manager di Google, c’è anche un altro articolo, dove si dichiara che è stato concordato con la Germania, un investimento di 3,5 miloni di euro nel solare fotovoltaico. L’impianto fornirà energia a più di 5 mila famiglie nei pressi di Brandeburgo. La zona utilizzata per la costruzione era un campo di addestramento militare.
Si spera che queste iniziative crescano in modo esponenziale e che qualche azienda decida di investire in Italia, dove in pratica, la rete elettrica è monopolio dell’Enel, essendo la più grande azienda di produzione di energia elettrica.