
Date le reazioni al nostro ultimo articolo sulla conferma da parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità del rischio di cancro per chi usa abitualmente il telefonino e della dannosità delle radiazioni dei cellulari torniamo a parlare di questo argomento nel tentativo di fare un quadro della situazione sulle ricerche sul tema. Dando uno sguardo al passato potremo fare le nostre considerazioni sul futuro. Il punto della questione è: quanto possiamo fidarci di quello che la scienza dice oggi sulle radiazioni dei cellulari? Che il cellulare faccia male è un assioma scientifico oppure è solo l’opinione di alcuni studiosi smentita da altri?
Radiazioni cellulari: possiamo fidarci di quello che dice la scienza?
E’ difficile discernere la verità quando ci sono interessi di mercato in ballo: pensiamo a quello che è successo ad esempio con le sigarette. Oggi tutti sappiamo (e ci viene ricordato anche su ogni singolo pacchetto) che le sigarette sono nocive per la salute ma 50 anni fa fumare era “cool” e ai soldati venivano perfino fornite sigarette gratis. Siamo passati da questo…
a questo:
Fonte Flickr
Come facciamo allora a sapere se quello che ci viene proposto come “cool” oggi, ad esempio lo smartphone 3G UMTS domani non riporterà scritte analoghe sulla confezione? Le frequenze dei ripetitori Umts sono arrivate a microonde di 2.1 GHz (è facile prospettare che questo limite verrà anche superato a breve data la nostra ‘fame’ insaziabile di dati) ma qual è l’effetto sul cervello? Avete mai pensato che il forno a microonde lavora a 2,45 GHz? E cuoce i cibi! Qual è l’effetto termico di riscaldamento del nostro cervello? Le potenze in gioco sono sicuramente differenti, ma tramite il condotto uditivo, a quanti mm dal NOSTRO cervello siamo realmente? Il meccanismo di funzionamento di base non è dissimile da quello del forno a microonde: i cellulari attraverso frequenze molto alte mandano in risonanza le molecole d'acqua presenti nelle sostanze, eccitandole e riscaldandole. Non è un caso se, dopo una telefonata particolarmente lunga, l’orecchio risulta caldo avendo il tessuto umano proprietà dielettriche. Nel caso di una persona che usa il cellulare la maggior parte degli effetti termici si concentrano sulla superficie della testa provocando un aumento di temperatura pari ad una frazione di un grado. La circolazione del sangue al cervello attiva un meccanismo di autoregolazione per compensare questo fenomeno. Lo stesso però non avviene nella cornea: l’esposizione di 2 o tre ore alle radiazioni può, secondo alcuni studi, comportare problemi di cataratta (a valori di SAR da 100-140W/kg corrisponde una temperatura oculare di 41°C).
Ricerche sulle radiazioni dei telefonini
2004-2005: Due studi, il primo svedese e il secondo inglese, sono arrivati a distanza di un anno alla stessa conclusione: non ci sono legami tra il rischio di tumore al cervello e l’uso di cellulari nei primi dieci anni. Il rischio però aumenta se il telefonino viene usato assiduamente per oltre dieci anni.
2006: Uno studio danese, condotto su circa 420,000 cittadini volontari seguiti per 20 anni ha riscontrato l’inesistenza di aumento significativo dell’incidenza del cancro collegabile all’uso del telefonino. Il BfS (German Federal Office for Radiation Protection) ha considerate questo rapporto non probante.
2007: Il rapporto della Commissione Europea SCENIHR (Scientific Committee on Emerging and Newly Identified Health Risks) ha stabilito che è altamente improbabile che l’esposizione a campi di radiofrequenza aumenti il rischio di cancro.
2009: Lennart Hardell ha posto l’attenzione sul fattore età: usare il cellulare prima dei 20 anni aumenta il rischio di tumore al cervello 5,2 volte (contro 1,4 per gli adulti).
2010: L’ International Journal of Epidemiology ha pubblicato i risultati del più grande studio su questo tema: il progetto INTERPHONE, nato dalla collaborazione di 13 differenti Stati. L’analisi ha usato un approccio nuovo rispetto al passato: partendo dal valore di assorbimento nella zona tumorale (SAR) è stato dimostrato che l’Odds Ratio (OR, ossia il fattore di rischio) non faceva registrare aumenti significativi nei casi di esposizione alle frequenze in analisi. La ricerca non ha trovato un legame comprovante la relazione tra uso del cellulare e tumore al cervello. La conclusione però lasciava spazio aperto a nuovi approfondimenti sugli effetti dell’esposizione a lungo termine. Questi risultati sono stati confermati dall’ ACRBR, Australian Centre for Radiofrequency Bioeffects Research, e ARPANSA, Australian Radiation Protection and Nuclear Safety Agency. 2011: L’Oms ha classificato le radiazioni dei cellulari nella scala IARC gruppo 2B, ovvero potenzialmente cancerogene.
Ma “potenzialmente” cosa significa?
La situazione attuale lascia ampio spazio a ricerche future che quantifichino il tempo da passare al cellulare.Inventeranno modelli di cellulari appositamente ideati per lunghe esposizioni?

che i cellulari potessero danneggiare più o meno gravemente il cervello era un qualcosa che si immaginava, ora purtroppo abbiamo la conferma ma credete che si arriverà ad una riduzione massiva dell’uso del device più diffuso al mondo? Anche sulle sigarette c’è scritto che uccidono, ma non per questo un fumatore smette di fumare dall’oggi al domani! Idem per i cellulari la cui utilità nel nostro quotidiano super di gran lunga quella di una sigaretta accesa
Del resto non mi sembra necessario un cambiamento drastico del nostro stile di vita…basta semplicemente abituarsi ad usare un auricolare, per tenere sufficientemente lontano il cellulare dalla nostra testa!
Ormai mi sembra su questo blog non si parli d’altro, che dire, stupido è chi lo stupido fa….
Ora vado a telefonare mentre mi fumo una bella sigaretta!
personalmente penso che sia utile ed interessante leggere articoli come questi…
ho sempre pensato che i cellulari in fondo non fossero nocivi.
insomma è importante aprire gli occhi e rendersi conto degli effetti di cose che usiamo tutti i giorni.
detto questo penso che nessuno di noi rinuncerà ad utilizzare questi strumenti a mio parere sempre più utili (dato che fanno sempre più cose..) anche perchè suppongo che la maggior parte delle persone non possa quasi farne più a meno, soprattutto per motivi di lavoro.
quoto s1m0n3t per quanto riguarda l’utilizzo degli auricolari. io cerco sempre di utilizzarli il più possibile ma mi rendo comunque conto che non sempre sono a portata di mano ecc.
ma per esempio invece, cosa comporta la vicinanza ad altre parti del corpo?
personalmente sono abituato ad averlo sempre nella tasca dei jeans e questa è un’abitudine che farei fatica a cambiare..
anche io ho la stessa abitudine (tasca dei jeans) e sembra che soprattutto per noi maschi sia piuttosto pericoloso…è vero che è anche maggiore il tempo in cui si tiene il telefono in tasca, ma suppongo che l’intensità di onde elettromagnetiche emesse durante il periodo si standby sia di gran lunga inferiore a quelle in gioco durante una telefonata! certo, già sarebbe un po’ scomodo abituarsi all’uso di un auricolare (che spesso si dimentica…), ma trovare un’altra sistemazione al nostro cellulare sarebbe ancora più difficile secondo me! ci inventiamo un “comodo” portacellulare da legare ai lacci delle scarpe?
Lascia a casa il tuo telefonino, e passa una giornata senza.
Ti accorgerai che il grosso del problema è la tua dipendenza. Soffrirai come se avessi dimenticato di metterti le mutande. Ma il problema è tuo.
Gli altri sopravviveranno se per parlarti dovranno aspettare che torni a casa alla sera.
Se poi hai un lavoro, sapranno facilmente dove trovarti, se proprio non potranno farne a meno.
E semmai, ne faranno a meno, come facevamo venti anni fa.
Non diciamoci che “non se ne può fare a meno”. E’ una balla! E’ solo questione di organizzazione.
Io possiedo un telefonino (tutt’altro che smart), perché potrebbe anche salvarmi la vita, ma faccio due telefonate alla settimana e ne ricevo altrettante, perché per la maggior parte del tempo è spento.
E sopravvivo! Bene! Che bello sedersi su un sasso e guardare il tramonto senza nessuno che rompe!
Est modus in rebus. Il nostro problema è che non abbiamo “modus”.
(P.S. Non sono un dinosauro, progetto macchine elettroniche di alta tecnologia).
2,5 cm dal corpo
Sulle istruzioni del mio cellulare cè scritto che andrebbe usato sempre con la custodia quando si porta vicino al corpo, altrimenti di tenerlo ad almeno 2,5cm
…..mmm questi ne sanno piu dell’oms 🙂
comunque il problema principale è DURANTE la trasmissione, per quanto riguarda i maschietti, lo terrei in tasca ai pantaloni, ma nella tasca di dietro!
Ricordo comunque che stiamo sempre parlando di effetti sul lungo periodo, +10 anni di uso continuativo (giusto per non diffondere allarmismi, ma solo buon senso)
senza dubbio il problema principale è durante la trasmissione.. ma con i nuovi smartphone che sono sempre collegati ad internet e sincronizzati ecc la trasmissione è costante o quasi. oppure mi sbaglio?
comunque se devo essere sincero, guardando qua e là, sembra sempre che le ricerche siano sempre aperte e non definitive…
Forse è arrivato il momento che i vari costruttori di telefonini indichino tra le caratteristiche la potenza massima di emissione. Sia in termini di potenza assoluta che in termini di potenza calcolata. Cioè la potenza che tiene conto del guadagno dell’antenna e che di conseguenza è maggiore di quella generata dal trasmettitore stesso.
Credo che la potenza reale trasmessa sia correlata direttamente alla capacità di un telefonino di raggiungere l’antenna del ripetitore (o microcella), ma vedendo le foto riportate nell’articolo, della mappa termica di assorbimento credo che sia importante, visto gli studi riportati, che gli utenti sappiano, al momento dell’aqcuisto di un telefonino, il dato della potenza trasmessa realmente.
In questo modo forse si potrà scegliere un telefonino che perde una volta in più la linea ma che ci garantisce una quantità inferiore di radio frequenza assorbira.
Quanti di noi dormono con il telefonino sul comodino? Una volta durante un viaggio all’estero mi hanno rubato il cellulare: sono stata circa due settimane senza telefono e al rientro ero quasi tentata a non ricomprarlo. Poi ho ceduto di nuovo perchè, ammettiamolo, ormai è diventato un’esigenza. Voi quanto potreste ‘vivere’ senza telefonino? Vediamo chi di noi ha la resistenza maggiore…
Brava!
Tra inquinamento elettromagnetico delle linee elettriche, radio e tlc varie, fumo di sigaretta, diossina nell’aria, buchi nell’ozono che lasciano entrare le radiazioni solari nocive, centrali atomiche che rilasciano un po’ qua e un po la’ (sempre nei limiti…)secondo voi, chi dovrebbe preoccuparsi di un “forse i cellulari fanno male?”.
Secondo me nessuno potra’ trovare una prova sulla nocivita’ visto che ci sono altri fattori preponderanti sull’insorgenza di tumori.
L’unica cosa che e’ provata e’ che le radiazioni elettromagnetiche a quelle frequenze tendono a surriscaldare le particelle di acqua. Ma 1 grado in piu’ non fa male ad una mosca…
Concordo con te sul fatto che il “forse i cellulari fanno male” può passare abbastanza indifferente agli occhi e alla coscienza di chi usa questi dispositivi (praticamente tutti, dai 4 anni in su…), e questo tutto sommato per due motivi: 1) perchè probabilmente si darebbe più peso ad altri agenti inquinanti come diossina, radiazioni elettromagnetiche di entità e potenze certamente maggiori, elettrodotti che irradiano a bassa frequenza, radio pubbliche e regolarmente licenziate che seppure entro i limiti di legge riescono a trasmettere il contenuto radio attraverso i citofoni delle case circostanti o addirittura attraverso la risonanza con i radiatori in ghisa per il riscaldamento domestico (non so se quello che ho visto un po’ di tempo fa in un servizio in cui si parlava di una radio conosciuta a livello nazionale la cui programmazione usciva dai termosifoni delle case site nelle campane di azione delle antenne), 2) il cellulare oramai è diventato un bene indispensabile, quasi di prima necessità e forse, correre il rischio di andare in contro ad una malattia irreversibile ma anche scarsamente documentata soprattutto nella probabilità che questa si presenti può valere la pena basta che si resta in contatto con il mondo. Che poi a volte mi fermo e penso: ma quando non esistevano i cellulari, come faceva la gente a vivere? sicuramente sottoposta a molto meno stress e comunque sia non ho mai visto nessuno morire per l’ansia di dover sentire qualcuno nell’arco di poche ore, a volte anche minuti. Oggi tra sms e chiamate, se malauguratamente non rispondi per via del silenzioso silente, inizia l’ansia di chi ti chiama, soprattutto se si tratta di genitori, fidanzata, fidanzato, moglie o marito. Non è questo il tipico monologo comico zelig-ano sulle mogli o i mariti che mettono in croce i rispettivi partner, sto solo dicendo (e credo che nessuno possa darmi torto) che da quando abbiamo la possibilità di essere rintracciati ovunque ci troviamo, siamo continuamente ricercati con la preoccupazione di rispondere sempre e in ogni occasione al fine di evitare l’ulcera gastrica al nostro prossimo interlocutore.
Io ad esempio sono uno che ci tiene molto alla propria salute, al punto di sfiorare anche l’ipocondria. Non fumo, non bevo, mangio sano e quando mi è possibile mi dedico anche allo sport. L’unica cosa da cui purtroppo non posso esimermi è proprio l’uso del cellulare ma credetemi, ci sono momenti della giornata in cui vorrei davvero che questo dispositivo non fosse mai stato inventato. Voi mi direte, chiuderlo momentaneamente? Bhè, è una soluzione che si pesta i piedi da sola perché ritorniamo a tutto il discorso che ho fatto precedentemente, basta non rispondere o farsi trovare irraggiungibile che se ne pagano le conseguenze dopo.
I cellulari, o forse è meglio dire gli smartphone, al giorno d’oggi permettono all’utilizzatore di fruire di servizi e funzioni che hanno reso il dispositivo mobile per eccellenza ancora più indispensabile e alla portata di tutti. Il mercato che sta dietro a questi dispositivi è tale che molto probabilmente, se si avessero in mano dati certi sulla nocività del loro utilizzo, forse verrebbero nascosti e mai divulgati…rappresenterebbe un buco di mercato come mai si è avuto nella storia degli investimenti mondiali.
Sinceramente non sono molto preoccupato, anche perché non trascorro molti minuti al telefono, utilizzo molto spesso gli sms. Questa soluzione se non altro limita le emissioni di radiazioni e le concentra lontano dalle nostre orecchie. Per quanto riguarda la notte dormo col cellulare sul comodino, ma lo tengo spento. Non so quante radiazioni emetterebbe altrimenti, ma mi costa poco spegnerlo. Per il resto lo tengo nella tasca davanti dei pantaloni, ma non credo sia così dannoso. Infondo il cellulare non deve comunicare grandi moli di dati in standby..
Se non altro se smettessi di fumare sarebbe meglio che vivere lontano dai cellulari.. -.-
Invece l’altra sera ho visto alla tv un programma dove facevano vedere che è possibile incendiare un distributore di benzina usando un cellulare mentre si fa il pieno. Il motivo dovrebbe essere la creazione di scintille tra gli elementi metallici sottoposti a microonde.. Effettivamente questo potrebbe essere MOLTO dannoso..
Tutto ciò che è usato senza “buon senso” può far male, dai cellulari agli alcolici, dall’abbronzatura alle patatine fritte….
Ci terrei a ribadire che l’uso prolungato del telefonico cellulare può causare problemi al cervello, a causa delle radiazioni dovute alle microonde, ma sul lungo periodo.
Se facciamo una telefonata senza auticolare, una volta ogni tanto, non ci sono pericoli, o quanto meno non ci sono studi che dimostrano il contrario.
Se invece questa telefonata la facciamo tutti i giorni, per un’oretta e questo avviene per una decina d’anni, allora SI, è dimostrato che POTREMMO avere problemi al cervello!
Se ci pensate un attimo, questa regola vale (quasi) per tutto!
Se vado al mare SENZA crema solare una volta e mi prendo la cosiddetta “scottatura” , per una volta non succede niente (chi non si è mai “bruciato” al mare), o meglio le probabilita di contrarre tumori della pelle sono comunque molto basse. Se invece SISTEMATICAMENTE questa scottatura la prendo tutte le stagioni… ad esempio per 10 anni, credo dovrei iniziare a preoccuparmi, seriamente!
Uguale per le patatine fritte, vi ricordate quel film (supersize me) dove il protagonista è andato a mangiare da McDonalds per un mese intero ed iniziava ad essere in pericolo di vita? Eppure chi non è mai andato al Mc?
Un bicchiere di vino al pasto è consigliato dai medici, un litro al giorno (per 10 anni) porta alla cirrosi epatica….
La lista potrebbe essere infinita ma solo il nostro buon senso sarà potrà essere in grado di limitarla!
Molto interessante ,quanto è stato detto sino ad ora, comunque al posto di scrivere fiumi di parole penso sia molto meglio fare qualche calcolo.
Premesso quanto segue:
W=J/s la potenza elettrica corrisponde al rapporto dell’energia sul tempo ( secondi)
1 cal(caloria)=4.183J
Per aumentare di un grado centigrado (°C) un grammo (g) di acqua ci vuole 1 caloria
Il magnetron contenuto dei comuni forni a microonde “fornisce” circa 800 w di onde elettromagnetiche.
Che i comuni forni possiedono una camera di contenimento delle onde elettromagnetiche e una guida per le stesse.
Nel cranio e specificatamente nella zona entro i 5-6 cm dall’orecchio è presente 1 l di acqua
Aumentiamo la temperatura della zona vicino alle orecchie da 36 a 40 °C
Possiamo in via grossolana definire che:
Per scaldare il litro di acqua vicino le orecchie ci vogliono:
1000g*(40-36)*4.183j=16732 J
Ogni secondo il nostro microonde produce :
800/1=800J
Quindi per portare ,in un microonde, un litro di acqua da 36 a 40 ° C ci vorrebbero circa :
16732/800=21 secondi
Quindi se mettessimo per assurdo la parte vicina alle orecchie in un microonde per portarla a 40 °C ci impiegheremmo circa 20-21 secondi.
Tenendo presente che da un telefonino la “potenza in trasmissione “ corrisponde circa ad 1w ( un ottocentesimo del forno a microonde),che la propagazione dell’onda elettromagnetica del telefonino non è solo diretto verso l’orecchio ,possiamo concludere “grossolanamente”che per aumentare fino a 40°C la temperatura della zona vicino all’orecchio abbiamo bisogno di :
21*800=16800 secondi
Quasi 5 ore di comunicazione continua………………………….
Complimenti per la spiegazione scientifica!
Approfondirei l’argomento partendo da una tua affermazione:
“Nel cranio e specificatamente nella zona entro i 5-6 cm dall’orecchio è presente 1 l di acqua”
Dando per buono tutto il resto, da dove hai tratto questa affermazione?
Poi, se consideriamo la via preferenziale delle onde tramite il condotto uditivo,
arriviamo a circa 2 cm dal cervello
A questo punto la formula andrebbe ricalcolata per circa 1/3 di litro di acqua,
quindi basterebbe poco piu di un ora continuativa al telefono per subire un surriscaldamento da 36 a 40 gradi
MA
Se consideriamo la possibilita che anche i riscaldamenti di solo 1 grado siano maligni,
le cose si aggravano pesantemente…
Una teoria sulla dannosità delle microonde per l’uomo, si basa sul principio che queste onde provocano un riscaldamento in relazione ai tessuti che attraversano.
Se parliamo di cranio, l’attraversamento dello stesso provocherà un riscaldamento molto minore relativamente all’attraversamento del tessuto molle (cervello)
quindi per l’organismo umano, un riscaldamento “non giustificatio” da eventi esterni, da febbre, o quantomeno a lui conosciuti, provoca effetti dei quali al giorno d’oggi ancora non si sà nulla.
Sono tutte ipotesi certo, ci vorranno altri decenni per avere delle certezze, nel frattempo….. io consiglio sempre l’uso dell’auricolare o del vivavoce!
Guarda guarda, che bello vedere uno che ha fatto i miei stessi conti.
Siamo d’accordo sull’effetto “riscaldamento”: ci vogliono 5 ore per scaldare di 4 gradi la testa vicino all’orecchio.
Però propongo il seguente esperimento:
Prendere una orata congelata, bella sana, con l’occhio vispo. Non è un litro di acqua, ma comunque somiglia al cervello umano (acc…. qualcuno potrebbe fraintendere; intendo come reazione alle microonde).
Piazzarla in un forno a microonde e irrorarla con 800W per un minuto.
Aspettare 10 minuti in modo da essere ben sicuri che si sia raffreddata.
Ripetere il trattamento per 50 volte (ci vuole del tempo libero, lo so).
Guardare in che condizioni è l’orata. La troveremo “sparpellata”, non riscaldata (spero che il concetto di “sparpellato” sia chiaro, ma non trovo una parola italiana che renda altrettanto bene l’idea).
Questo per dire che non credo che il problema sia il riscaldamento in sé, ma piuttosto l’effetto distruttivo sulle cellule, e sul loro DNA. Il fenomeno inoltre non si “resetta” fra una botta e l’altra, ma si assomma.
Ipotizzando quindi che il rapporto fra il fenomeno “sparpellante” e la potenza sia lineare (non ne ho la più pallida idea, probabilmente non è così, ma ipotizziamolo), lo stesso effetto si dovrebbe ottenere con 50 telefonate di un minuto al giorno per 800 giorni, che è proprio poco. Inoltre mi risulta che la potenza massima di un telefonino (a seconda della posizione nella cellula) sia superiore ad un Watt.
Questi conti sono sicuramente sbagliati, ma dovrebbero comunque farci pensare un po’, soprattutto pensando che certi frugoletti (e certi businessmen) stanno anche dei quarti d’ora continui al telefono, e per decine di volte al giorno.
Che ne pensi? Potresti rifare questi conti con maggiore rigore di quanto abbia fatto io (mi sembra che tu sia bravo a fare i conti) e vedere se i miei timori sono infondati?
Inoltre sarebbe bello “tirare dentro” alla discussione qualche fisiologo o qualche medico che conosca realmente gli effetti sulle cellule delle microonde.
Per prima cosa, chiedo venia per il ritardo nella risposta. Premesso questo, e ritornando al discorso della pericolosità delle onde elettromagnetiche, vorrei chiarire ad Emanuele come si può considerare che nella prossimità dei 5-6 cm dall’orecchio ci sia circa un litro di acqua.
Da “Fisiologia umana” di Houssay e da “Anatomia topografica”di Testut e Jacob (testi trovati nella libreria di mio suocero, medico) ho ricavato i seguenti dati:
di media la larghezza della volta cranica (escludendo i dolicocefali, con il cranio allungato ed i brachicefali, con il cranio arrotondato) corrisponde ai ¾ della sua lunghezza (circa 20-23 cm) la quale, a sua volta corrisponde a circa 13/100 dell’altezza media totale del corpo umano. Quindi una persona di 70 kg e alta 175 cm, avrà di media una volta cranica larga circa 17- 18 cm.
Il corpo umano è costituito per il 66% di acqua (pg. 496 di “Fisiologia umana”) ed il peso della testa ammonta a circa 5Kg (DannyYee. “Average Human Head Weight” May-June 2006). La percentuale di acqua nella testa corrisponde a circa il 74% del suo peso, quindi l’acqua presente nei tessuti, nei muscoli nel cervello, nella cute, nel sangue, nelle ossa e nel grasso della testa ammonta a circa 3,7 litri.
Se dividiamo in tre parti la larghezza della testa possiamo ritenere che dei 17-18 cm, i 5-6 cm coinvolgano una massa di liquidi corripondenti a circa un terzo dei 3.7 litri. Dunque circa un litro di acqua, considerando che le due fette esterne hanno un volume inferiore per via della propria curvatura.
Tra l’altro se al peso della testa sottraiamo il peso del teschio (circa 600-700g ) ovvero 5000-700=4300 di tessuti, muscoli ,cervello, cute, sangue, e grasso i quali sono appunto composti per la maggior parte di acqua.
Per quanto riguarda l’esperimento dell’orata, la sostanziale differenza tra un tessuto vivente ed uno morto consiste nell’assoluta impossibilita’ per il tessuto morto di ricevere attraverso l’ osmosi ed alcuni sistemi di traspiro attivo l’ ossigeno ed i nutrienti trasportati dalla circolazione sanguigna ed indispensabili per il metabolismo cellulare e di allontanarne efficacemente le scorie.
In caso di un danno tissutale, il tessuto vivente ha la capacita’ di ripararsi integralmente. In medicina si parla di “restetutio ad integrum” ovvero una serie di meccanismi attraverso i quali l’organismo attiva per mezzo di precisi segnali chimici diverse tipologie cellulari in grado di smaltire, riparare e rinnovare la materia organica.
Inoltre il tessuto organico congelato ha già subito un importante danno cellulare in quanto l’acqua intracellulare cristallizzandosi lacera la membrana plasmatica rendendo problematico allo scongelamento il mantenimento dell’ integrità cellulare. Hai mai provato a congelare un pesce fresco ben sgocciolato e poi scongelarlo? Hai mai notato che, una volta scongelato il pesce, nel sacchetto gelo trovi dell’ acqua in eccesso? Da dove credi che provenga? Certamente non dalla condensazione del vapor acqueo poiché il pesce era ben sgocciolato. Ebbene proviene dall’ambiente intracellulare attraverso i passaggi creati dai cristalli d’acqua.
Premesso che non esiste una certezza sugli effetti delle onde elettromagnetiche sui tessuti vivi a mio parere l’energia in gioco non è sufficente a causare danni seri.Va tenuto presente che comunque ,nella vita quotidiana,siamo immersi in campi elettrici ed magnetici,si pensi solo a quante abitazioni sono state realizzate sotto i tralicci dell’alta tensione.Il campo elettrico in certe situazioni è molto forte e continuo e forse piu dannoso del segnale del telefonino.
Nokia X7 (Type RM-707)
Informazioni sulla certificazione (SAR)
Questo dispositivo cellulare è conforme ai requisiti delle direttive vigenti per l’esposizione alle onde radio
Il dispositivo cellulare è un ricetrasmettitore radio. È stato ideato per non superare i limiti per l’esposizione alle onde radio raccomandati dalle direttive internazionali. Le direttive sono state elaborate dall’organizzazione scientifica indipendente ICNIRP e garantiscono un margine di sicurezza mirato alla salvaguardia di tutte le persone, indipendentemente dall’età e dallo stato di salute.
Le direttive sull’esposizione per i dispositivi cellulari utilizzano l’unità di misura SAR (Specific Absorption Rate). Il limite SAR indicato nelle direttive ICNIRP è pari a 2,0 W/kg* su una media di oltre 10 grammi di tessuto. I test per i livelli di SAR vengono eseguiti utilizzando le normali posizioni d’uso con il dispositivo che trasmette al massimo livello di potenza certificato in tutte le bande di frequenza testate. Il livello effettivo di SAR per un dispositivo funzionante può essere inferiore al valore massimo in quanto il dispositivo è stato progettato per usare solo la potenza necessaria per raggiungere la rete. Questo livello varia in base a diversi fattori, come ad esempio la vicinanza ad una stazione base di rete. Il livello massimo di SAR in base alle direttive ICNIRP per l’uso del dispositivo sull’orecchio è 0,94 W/kg.
Grazie mille per la (anzi le) risposte. Sono molto contento che (snche se indirettamente) qualche fisiologo intervenga nella discussione.
Indubbiamente i calcoli sul volume, sul cranio, eccetera sembrano convincenti. Altrettanto convincente mi appaiono le discussioni sulla sorte della povera orata (procerò con una orata viva…………scherzo). D’altra parte la mia voleva solo essere una provocazione (credo che il nostro cervello sia fondamentalmente diverso,…..a parte in qualcuno).
Quello che però potresti chiedere al suocero medico (sempre che sia disposto a collaborare ad una disputa così banale), e che era il centro del mio intervento è se scaldare i tessuti con le microonde è la stessa cosa che scaldarli con il phon.
Detto in altri termini, io non ho paura del riscaldamento, ma dello “sparpellamento” (ormai possiamo usare questo termine, anche se è meglio dire “danno tissutale”) derivante dalle microonde.
La “restitutio ad integrum” dopo una doccia di microonde è stata verificata nei sacri testi di medicina?
Io, nell’attesa di una risposta, continuo a usare l’auricolare a dovuta distanza.
Quello che poi dici nella seconda risposta (la diminuzione di potenza) è noto anche a me e grazie al cielo tranquillizza, ma non mi fiderei tanto ciecamente delle dichiarazioni degli industriali. Non sarebbe la prima volta che fanno finta di niente e poi dopo “cadono dal pero” allargando le braccia e aprendo la bocca (come un’orata, appunto). Meglio che si indaghi a fondo, non credi?
Quanto ai tralicci, sono d’accordissimo. Ho visto cose che voi umani………..davanti alle porte di Thannhauser…………, cioè visto accadere cose con i miei occhi che sfiorano l’esoterico, sotto ai tralicci (tubi al neon che si accendono, foglie di pioppo che diventano bifide,……… Ma è bassa frequenza e alta tensione, un’altra cosa. Ma non aprirei un altro discorso, sul quale oltretutto siamo concordi.
Un saluto
Secondo me il problema non sta tanto sul riscaldamento del nostro cervello o delle parti coinvolte (che causa comunque dei danni ma non eccessivamente gravi) ma piuttosto sul fatto che ancora non si sa bene in che modo i meccanismi cellulari reagiscono di fronte ad una esposizione prolungata delle onde elettromagnetiche.
Purtroppo ancora non si hanno (per colpa degli interessi o per colpa di scarse conoscenze) dei dati precisi per poter dire se le onde elettromagnetiche dei cellulari sono effettivamente cancerogene ma comunque vedo difficile una realtà in cui viene bandito l’uso del cellulare. Forse l’unica arma di difesa per chi usa il cellulare sta nella scelta e nell’uso:
– il cellulare deve essere scelto sulla base del SAR perché, come dicevo, ancora prove certe di una stretta relazione tra onde elettromagnetiche e salute non ce ne sono, come non si è ancora bene capito in che modo le onde elettromagnetiche vanno ad agire sui meccanismi di vita delle cellule che le portano alla fine a diventare cancerogene; un sospetto, anche minimo, dovrebbe portare l’utente a scegliere il cellulare seguendo il criterio “del più basso SAR”, chiaramente accompagnato dai gusti personali e usabilità del cellulare (comprare un cellulare con il più basso SAR ma che non mi piace e/o che non è usabile vuole dire buttare via i soldi).
– Come sappiamo la radiazione assorbita dal nostro corpo dipende non solo dalla posizione con cui teniamo il cellulare e quindi dalla polarizzazione dell’onda elettromagnetica, ma anche dalla distanza che c’è tra il cellulare e l’utente e più precisamente la potenza del campo elettrico diminuisce esponenzialmente con la distanza. Questa cosa è molto interessante in quanto ci suggerisce una strategia molto utile per ridurre i danni che le onde elettromagnetico possono produrre: usare il vivavoce o gli auricolari! Sono soluzioni di cui se ne è parlato ampliamente in passato ma credo che sono le migliori soluzioni per preservare la salute. È vero che molti dicono che parte del campo elettrico viene condotto dal cellulare direttamente all’orecchio tramite il filo dell’auricolare ma è altrettanto vero che non tutto il campo elettrico viene condotto oltre che a perdere gran parte della sua potenza (se poi gli auricolari sono fatti in modo da essere opportunamente schermati, la quantità di campo elettrico condotta è veramente minima).
Attenzione però a non usare gli auricolare Bluetooth o con altra tecnologia wireless, infatti gran parte di questi protocolli Wireless usati per gli auricolari usano frequenze simili a quelle dei cellulari! È vero che hanno potenze molto più ridotte ma comunque sia sono frequenze che comunque sono dannose per la salute umana.
Voglio lasciare anche qua una provocazione: lo studio sulla pericolosità delle onde elettromagnetiche dei cellulari viene eseguito attraverso la valutazione del tasso di assorbimento di quest’ultimo ma, come tutti sappiamo, non esiste solo la componente elettrica ma anche quella magnetica. A questo punto mi sorge la seguente domanda: ma il campo magnetico a quelle frequenza è dannoso alla salute?! È vero che elettrico e magnetico sono strettamente correlati ma magari i le i meccanismi cellulari ne risentono maggiormente del campo magnetico piuttosto che di quello elettrico.
Fa male? Certo. Tutto quello che disturba lo scambio ionico tra le cellule e’ letale.
http://it.wikipedia.org/wiki/Pompa_ionica
http://www.mykonsulting.it/approfondimenti/l-uomo-elettromagnetico.html
Questo articolo è giornalismo spicciolo all’italiana. Non è scienza. Cita studi statistici senza precisarne le metodologie e i campioni di riferimento. Ne riferisce le conclusioni, specifica che sono non conclusive e insinua il sospetto che sia vero l’esatto contrario, in una dimostrazione per assurdo di una verità congetturata fin dal principio.
Nessuno studio statistico él, per definizione, conclusivo. Può solo fornire elementi di indagine, a confutazione o asseveramento di ipotesi, o aprire scenari inediti. In un’analisi rigorosa andrebbero considerati tutti gli effetti, non solo quelli termici, fissando gli obiettivi di ricerca sull’individuazione di meccanismi di causa ed effetto e differenziando effetti biologici ed effetti patologici. In particolare, sono curioso di conoscere in che modo si arriva a stabilire “statisticamente” che l’esposizione alle emissioni e. m. dei cellulari non determinano effetti significativi nei primi dieci anni, mentre nei successivi il rischio per la salute si incrementa notevolmente.
Non mi piace questo modo di fare scienza e comunicazione scientifica. Oltre ad essere inconsistente produce danni. Disinforma in modo autorevole o presunto tale.
Salve Domenico,
abbiamo pubblicato questo articolo come ulteriore testimonianza di un problema serio, quello delle radiazioni emesse dai telefoni cellulari. Questo è solo un tassello di uno studio più ampio, documentato da fonti autorevoli e basato sulla tesi di laurea del nostro Piero. Leggi qui tutti gli articoli: http://it.emcelettronica.com/tag/radiazioni-cellulari