
Come progettare con criterio un impianto fotovoltaico scegliendo con cura l'architettura e definendone tutti i calcoli. Analizziamo infine i sistemi di monitoraggio e la manutenzione dell'impianto che spesso viene trascurata recando perdite economiche spesso importanti.
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Ciao ferfabry76,
articolo come sempre interessante.
Visto che alla fine hai toccato l’argomento “manutenzione”, vorrei dare un piccolo apporto da esperienza diretta, che spero possa tornare utile a qualcuno.
Ho notato che, in estate, se si bagnano di tanto in tanto i pannelli con acqua fresca (possibilmente distillata), la produzione rilevata dall’inverter sale discretamente ad ogni “spruzzata”….diciamo che quei 400/500wh al giorno in più li ottengo ( non è molto ma buttali via!).
Cercare di tenere i pannelli freschi, oltre che puliti, è un’altra operazione di manutenzione secondo me utile e produttiva.
Ovviamente la cosa ha senso se non si devono sprecare più di 500 W per portare l’acqua su un tetto ad esempio a spiovente e molto in alto mediante una pompa….. 🙂
Insomma, chi può lo tenga in considerazione.
Un saluto e di nuovo complimenti per l’ottimo corso!
Ringrazio di tutto cuore per gli apprezzamenti sugli articoli.
In effetti come accennato durante il corso, il raffreddamento dei moduli è fondamentale per una resa ottimale dell’impianto e chi ha la fortuna di avere nei pressi del proprio impianto una conduttura di acqua per l’irrigazione, con i dovuti filtri anti-calcare e in rete, può aumentare notevolmente la propria produzione durante il periodo estivo.
Mi capitò proprio con un cliente dell’azienda per cui lavoravo per il quale feci la messa in servizio dell’inverter. Si trattava di un impianto da 20Kw su una tettoia per la rimessa di macchine da lavoro. Chiacchierando gli dissi che se la filtrava bene poteva usarla per rinfrescare i modulo e due settimane dopo mi chiamò per mostrarmi il lavoro svolto. Utilizzando 4 grossi filtri di cui uno anti-calcare, aveva purificato l’acqua e montato ai quattro lati del tetto della tettoia comuni spruzzatori. La resa dei sistema era ottima e devo ammettere di essere molto soddisfatto del fatto che abbia preso in considerazione i miei consigli.
In altri paesi, come già detto, inoltre permettono l’adozioni di pannelli misti solari e termici grazie ai quali l’acqua si scalda prelevando calore del modulo fotovoltaico. Solo in italia questo tipo di pannello sembra non essere omologato per la visione ottusa che spesso chi legifera nel nostro paese sembra avere.
Allora scusate per la ripetizione, mi devo essere scordato la parte in cui era stato già parlato del raffreddamento.
Repetita juvant 😉
Interessante! 🙂
Complimenti per i 5 articoli che hai scritto, prima o poi ne avrò sicuramente bisogno
Non devi assolutamente scusarti! Tutti i commenti sono utili… e poi mi hai dato modo di raccontare un aneddoto piacevole (almeno per me). Grazie ancora
Grazie. Spero di continuare e soprattutto di essere utile. Il sapere umano appartiene al mondo 😉
Mi associo anche io ai complimenti per FerFabry, questo mini-corso è stato veramente interessante.
Ora attendiamo l’approfondimento sugli inverter 🙂
Dunque, per commentare questa serie di articoli, questo “mini-corso” com’è stato giustamente definito, io vorrei innanzitutto ringraziare ferfabry perché si è messo a disposizione di questa comunità ed ha condiviso il suo know-how in perfetto stile open source.
Colgo l’occasione per ribadirgli quanto ho avuto modo di scrivergli in precedenza, ovvero che attendo con ansia i suoi prossimi interventi 🙂
Emanuele faceva menzione degli inverter ma naturalmente ci sono tanti aspetti di questi impianti che sono ancora da approfondire meglio.
Si può ragionare, per esempio, sulla costanza con la quale questi lavorano, sull’impatto che hanno questi impianti sulla rete di distribuzione, sulla necessità di immagazzinare l’energia prodotta anche in sedi non “locali”.
E poi c’è da riflettere sul fatto che gli impianti sono sia monofase sia trifase, le utenze sono diverse e così via dicendo…. 🙂
A pensarci bene, su questo stesso argomento potremmo rimanere, parlando di che cosa succede in Italia confrontandolo anche quello che succede nel resto del mondo. 🙂
Ma ancora, naturalmente, potremmo parlare di energie alternative, di come sfruttarle in maniera intelligente… per esempio, ho letto tempo fa che qualcuno ha finalmente iniziato a studiare una cosa che a me sembrava banale: integrare i pannelli fotovoltaici sulle autostrade inglobandoli nel manto stradale. Per quello che ho capito, ci si camminerebbe sopra! 😀
Insomma, questo corso è servito a darci un’idea del fatto che esiste molto altro di cui possiamo ancora parlare e con qualunque intervento questo autore decida di contribuire, sarà il benvenuto! 🙂
Non c’è bisogno che io dica che lo stesso identico invito è rivolto a tutti voi, vero? 🙂
Anche perché questo sarebbe proprio il momento giusto per farlo, dal momento che abbiamo il contest aperto, no? 😀
Per quanto riguarda la manutenzione del mio impianto io non so molto ufficialmente: stando soltanto a quello che mi è stato detto da chi mi ha fatto l’installazione, quali siano gli interventi da fare.
Mi è stato vagamente accennato al fatto che i pannelli andrebbero “spolverati” ma naturalmente sappiamo tutti che questo non basta….
Però è indispensabile e ci tengo a dirlo (naturalmente nona ferfabry :p): posso garantire, per esperienza personale, che specie in alcuni mesi in cui abbiamo avuto molto vento che ha portato con sé la solita immancabile spazzatura, polvere, polline e via dicendo, gli effetti sulla resa dell’impianto si sono visti.
Fortunatamente il tetto su cui è montato il mio impianto è un terrazzo e pertanto la pulizia non è poi così difficile.
Per quanto riguarda la questione dell’acqua, invece, vorrei chiedere una cosa: ma i filtri andrebbero applicati a prescindere? Non sarebbe meglio fare un’analisi delle acque prima? Mi spiego, non tutte le acque sono uguali, naturalmente… Gli amanti della pizza puntano molto su questo (anche se non sembra essere un’argomentazione attinente) dal momento che il risultato finale è molto diverso.
Ergo, vorrei sapere: che impatto può avere la differenza della natura e della qualità dell’acqua disponibile su questo genere di interventi secondo te?
Non vorrei fare il “pessimista cosmico”, ma quello che spesso accade in Italia è riassunto dalla frase “fatta la legge, trovato l’inganno”.
Infatti, si punta molto a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di iniziare a concepire l’uso e la produzione di energia in modo diverso rispetto a quanto accadeva anni fa, ma quando si tratta di rispondere alle promesse che le istituzioni fanno è tutta un’altra storia.
Ti faccio un esempio: recentemente mi è stato comunicato dal Gestore Servizi Energetici (l’ente statale che in sostanza ci paga per la produzione, sulla carta super partes) che per legge non può avcettare comunicazioni di autolettura del contatore di produzione FV per gli impianti di potenza inferiore ai 20 kw. Questo vuol dire che se il classico cittadino con un impianto FV da 3 kw produce 1000 in un anno (e ne ha evidenza dal contatore che magari gli è stato installato in casa pure in bella vista….) e se il gestore della rete elettrica di zona stima che invece ha prodotto 100, egli non ha gli strumenti legali per dimostrare quello che lui stesso ha prodotto.
Come a dire: ti metto in casa uno strumento per toglierci da ogni dubbio…..ma poi te lo faccio usare come soprammobile e basta……….
Ci sarebbe ancora molto da dire, come ad esempio il ddl con cui si vorrebbe tassare l’autoproduzione di energia, o i costi irrisori con cui la stessa ti viene riconosciuta se la immetti in rete (in fondo stai facendo del bene all’intera nazione).
Siamo poi in mano a dei burocrati che spesso si attaccano a dei piccoli cavilli per renderti la vita ancor più difficile, vedi ad esempio la quantità industriale di richieste al comune di appartenenza per essere sicuri di non scontrarsi con vincoli paesaggistici e ambientali (cosa comprensibile per certi tipi di impianti in certe zone ed assurda per altri…….ma che vuol dire che “deturpo l’area circostante” se mi piazzo un pannello solare sul tetto di casa mia?!?).
Guarda, personalmente sono contento della scelta che ho fatto di mettermi l’impianto FV a casa, ma devo dire che come al solito l’essere in Italia demolisce l’entusiasmo e le aspettative di chi, con sacrificio, decide di fare delle scelte di vita attente non solo ai propri bisogni ma anche a quelli della collettività.
Sul fatto di avere tante possibilità diverse di sfruttare l’energia, be’, anche qui si apre un mondo: la bella idea che hai citato tu sll’integrazione del FV col manto stradale, oppure la vernice FV, o gli infissi FV, il film FV da applicare sul tetto delle macchine (visto che spesso passare ore ferme al sole….almeno che lo sfruttino!), per non parlare dell’eolico, o delle recenti tecnologie del solare “termodinamico” (recenti nel senso di commercializzazione….) etc etc.
Tutto molto interessante, ma poi quando vedi come lo Stato si rapporta a tali sacrifici (perché investire nelle energie alternative per un cittadino spesso significa fare sacrifici) allora ti cascano le braccia……
Se non fosse che costano un occhio della testa metterei una serie di accumulatori in casa per evitare di “regalare” l’energia che produco allo Stato, come purtroppo sta accadendo adesso.
Ma non è escluso che un giorno lo faccia……..
Riguardo i filtri per l’acqua, anche se non indispensabili io credo che sarebbero comunque utili.
Pensandoci bene, che si puliscano i pannelli con l’acqua del rubinetto, o con quella di un pozzo che pesca in falda, o di raccolta piovana, a lungo andare l’acqua comporta comunque il formarsi di una patina sul pannello, vuoi per il calcare (dove sono io, a Roma, l’acqua pubblica è fortemente calcarea), vuoi per certi metalli del sottosuolo o per la sporcizia nel raccogliere la pioggia mediante grondaie.
Ad esempio, personalmente ho collegato tutte le grondaie di casa in un fusto di raccolta così da innaffiare in estate alcune piante in giardino: ho provato ad usarla anche per pulire un paio di pannelli FV stand alone che ho a casa al di là dell’impianto sul tetto……..dopo un paio di mesi erano quasi marroni!!! 🙂
Stesso dicasi per l’acqua del pozzo: la mia è abbastanza ferrosa, ma te ne accorgi purtroppo solo dopo un po’ di tempo di posa……dunque stesso problema per i pannelli FV.
Io credo, e piacerebbe sentire anche me l’opinione di ferfabry in merito, che se non si può ricorrere a dell’acqua demineralizzata o distillata per la pulizia dei pannelli, usare dei filtri potrebbe risultare nella maggioranza dei casi “naturali” un ottimo approccio.
Ciao
per non lasciare i segni dell’acqua normalmente in fotografia si usa dell’additivo tensioattivo, o detersivo per piatti, potrebbe essere un’alternativa al filtro se ovviamente i pannelli sono comodi da sciacquare a secchio e sufficientemente in pendenza da permettere all’acqua di scorrere liberamente. (ovviamente parlo di impianti domestici, con un secchio ci lavi tutti i pannelli due volte!)
Una curiosità: ma i sistemi di monitoraggio si potrebbero approfondire?