
BitTorrent, il più popolare software per la condivisione tramite web di contenuti in formato digitale, è molto più di un semplice programma da installare e utilizzare liberamente. E’ infatti un vero e proprio protocollo, la logica evoluzione di illustri predecessori quali Napster e Gnutella, in grado di muovere ogni giorno percentuali a due cifre di traffico internet. Scopriamo in dettaglio come è fatto e i suoi campi di utilizzo.
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Sono un fan della Non-Pirateria: sul mio PC non ho alcun software di condivisione peer-to-peer e non scarico video, musica o software protetti dai diritti d’autore. Credevo che l’unico utilizzo dei programmi peer-to-peer fosse per la pirateria, ma evidentemente, e con mia felice sorpresa, mi sbagliavo.
Una curiosità: ma come Bit-torrent anche gli altri software peer-to-peer vengono usati “anche” per scopi nobili, o comunque legali?
Gli aspetti legali di questa faccenda sono sicuramente i più importanti.
Da quello che so, e vi prego di correggermi se occorre, software come eMule e similari permettono la condivisione di ogni genere di materiale.
Con questa idea di fondo nacque Napster, un sistema che all’epoca serviva all’interno dell’università per poter scambiare appunti di lezioni e materiale per gli esami.
La sua esplosione ha sorpreso tutti ed è stata comunque motivata dal fatto che tecnicamente era un programma straordinario.
Un file coperto dal diritto d’autore viene messo in condivisione esattamente allo stesso modo di un file del quale si è proprietari. Uno semplicemente sul proprio hard disk possiede le foto delle proprie vacanze e magari un DVD in formato .avi.
Nel momento in cui accede a queste reti non c’è molta differenza, almeno il programma non ne fa (credo).
Quello che ho capito è che la responsabilità di chi possiede il computer a fare la differenza tra chi infrange il diritto d’autore e chi invece no.
Come sempre, gli articoli di EOS-Book si dimostrano molto validi.
Volevo fare una domanda: quando parliamo di BitTorrent ci riferiamo ad un tipo di condivisione.
Ora, il fatto che, per esempio, su Linux ma anche su Windows esistano KTorrent, uTorrent e tantissimi altri programmi vuol dire che funzionano diversamente oppure cambiano soltanto le interfacce grafiche?
Cioè, questi programmi sono diversi nel funzionamento oppure quello che leggiamo nell’articolo vale comunque per tutti?
Tecnicamente, la tecnologia P2P si presta ad essere utilizzata per lo scambio di qualunque tipo di materiale in formato elettronico, legale o meno che sia. BitTorrent è uno dei protocolli più famosi, se non il più famoso in assoluto, perchè non richiede un server per la memorizzazione dei file. Comunque anche altri protocolli possono essere usati per lo scambio “legale” di materiale in formato elettronico. C’è poi da dire che sulla rete si trova di tutto: dai torrent fake, ai virus, trojan, ecc. La tecnologia in sè comunque è molto valida, e le applicazioni del file sharing sono molteplici.
uTorrent e BitTorrent (quest’ultimo inteso come applicazione software) sono due client basati sull’utilizzo dello stesso protocollo P2P (BitTorrent, appunto). Sono anche prodotti dalla stessa azienda (BitTorrent Inc. fondata da Bram Cohen). La differenza è che BitTorrent ha qualche funzione in più rispetto a uTorrent, che per contro sembra essere più snello e agile come applicazione. BitTorrent comunque rappresenta il core dell’azienda omonima, il risultato di anni di sviluppo e prototipazione. uTorrent, invece, è l’evoluzione di un prodotto acquisito dall’azienda qualche anno fa. KTorrent invece è un client per KDE che anch’esso basato sul protocollo BitTorrent. Occorre dire che esiste una moltitudine di client BitTorrent, per tutti i sistemi operativi oggi disponibili. Per una lista abbastanza aggiornata si può fare riferimento a questo link su Wikipedia: http://en.wikipedia.org/wiki/BitTorrent_client
Quindi, se ho capito bene, tu vuoi dirmi che le funzionalità sono sostanzialmente le stesse, il nucleo del programma è lo stesso ma magari cambia la veste grafica e qualche opzione?
Ho capito bene?
C’è qualcuno che consiglieresti in particolare?
Ma non esiste nessuna forma di controllo “a priori”?
Cioè, aspettate… forse detta così non è chiara.
Quando qualcuno decide di condividere un file non viene fatto alcun tipo di controllo da parte di nessuno sul fatto che possa essere materiale protetto in qualche modo da qualunque genere di licenza?
Cioè tutto si basa sulla responsabilità personale quindi sostanzialmente è colpa di chi lo ha messo?
Faccio una domanda che non è una provocazione: non sarebbe più comodo se ci fosse un controllo sui file che vengono messi in condivisione prima che siano liberamente accessibili?
In questo modo la pirateria, mi verrebbe da dire, non esisterebbe più.
Se ho detto una sciocchezza per piacere non vi arrabbiate. 🙂
Diciamo che la parte di basso livello (il protocollo) è sostanzialmente la stessa, mentre cambiano sicuramente la veste grafica e qualche funzionalità. Ad esempio il client “ufficiale” (cioè BitTorrent, scaricabile dal sito omonimo) supporta i torrent multipli (possono cioè essere gestiti più download contemporaneamente), mentre uTorrent mi risulta che non disponga di questa funzionalità. Se dovessi consigliare un client opterei appunto per il client ufficiale, sicuramente quello più aggiornato e la punta di diamante nell’affollato mondo dei client BT.
Colgo l’occasione per dire che con BitTorrent (ma penso anche con altri client simili) è possibile creare da sè dei propri file torrent, in modo molto semplice ed immediato, e distribuire/condividere così del materiale in formato elettronico tra un gruppo di utenti (lo swarm, che può essere ad esempio un gruppo di amici o di affiliati a un’associazione).
Da profano dell’argomento, posso dire la mia da ex utilizzatore. Inizialmente avevo BitTorrent. In tanti ne parlavano come “migliore di emule”, ed ho iniziato ad usarlo. Devo dire di esserne rimasto poco soddisfatto, in quanto a velocità di download, e ho iniziato a chiedere a miei amici smanettoni che avevano più esperienza di me se avessero gli stessi problemi. Sono stato indirizzato verso u-torrent, e la mia vita (oddio, non esageriamo, la mia visione del torrent) è cambiata totalmente.
I torrent multipli sono accettati (prendila con il beneficio del dubbio, sono passati oramai tanti anni, ma se ne ero rimasto soddisfatto, immagino che questo limite non ce l’avesse). Ora non conosco le evoluzioni, né ho una grande esperienza, ma spero che la mia storia sia utile anche solo come spunto di riflessione.
Chissà…
Le differenze tra il mulo e Bittorrent sostanzialmente sono le seguenti:
1. In BitTorrent gli scambi sono sempre molto veloci per tutti i partecipanti in quanto tutti i nodi si scambiano parti di file a vicenda senza distinzioni di sorta.
2. Con eMule ogni nodo di solito condivide e scarica una grande quantità di dati senza alcun bilanciamento fra i nodi presenti. La causa di ciò sono il sistema dei crediti il sistema delle code, assenti in BitTorrent.
3. Lo standard del protocollo eDonkey/Kad causa una bassa “leech resistance”: non c’è l’obbligo costante di uploadare come in BitTorrent e, finché non si viene comunque identificati dai sistemi anti-leech dei clients, si può scaricare senza condividere usando le comunque disoneste leech mod.
4. In BitTorrent l’assenza dei crediti comporta subito, per chi ha una connessione a banda larga, una buona velocità nel download senza dover prima attendere il conseguimento dei crediti verso gli altri utenti.
5. I file su BitTorrent però sono spesso destinati a morire prima dei file condivisi di eMule: i .torrent richiedono la loro continua attivazione nel client mentre il file di eMule risiedono in cartella condivisa.
Bhè…
diciamo che una specie di controllo esiste, ma non direttamente.
Infatti Bittorrent molto probabilmente è il protocollo di condivisione dei file più utilizzato per scopi legali, che cioè non violano il diritto d’autore. Esempi di questo tipo di contenuti sono le distribuzioni GNU/Linux e i trailer cinematografici di grandi dimensioni.
Tuttavia sempre più spesso BitTorrent viene utilizzato per lo scambio di file musicali, film e software coperti da copyright. A questo riguardo ci sono molte discussioni su chi sia perseguibile e in che termini secondo le leggi vigenti.
Dato che l’occultamento degli utilizzatori non è ancora una funzionalità implementata nei diversi client BitTorrent, la privacy dell’utente finale non viene tutelata in alcun modo e, che egli scarichi materiale illegale o meno, può essere soggetto a violazioni della propria privacy da parte di società spia anti-p2p.
Quindi sono le società spia anti-p2p che effettuano “questo controllo” per assicurarsi per conto di terzi che specialmente il materiale coperto da copyright non giri come se niente fosse, e in ogni caso agiscono per bloccare il “passaggio” di file da quel computer.
Anche se comunque è possibile proteggere la propria privacy in diversi modi.
Per cercare di risolvere, o almeno mitigare, tale problema è possibile utilizzare:
– un proxy per la connessione del client che mascheri il vero IP dell’utente,
una rete di anonimato, come quella offerta dal programma Tor (in cui il proxy è comunque incluso),
– una block-list degli indirizzi IP ritenuti malevoli da inserire nel client stesso (qualora esso supporti tale funzionalità),
uno speciale firewall come Peerguardian (ora convertito nel progetto Peerblock).
A presto,
Ivan.