
I Google Glass hanno dato vita alla kermesse concorrenziale dei cosiddetti Smart Glass, ovvero gli occhiali intelligenti. In questa competizione l’Italia non è stata affatto a guardare ed ha scelto di presentare un progetto molto interessante, chiamato GlassUp. Ma, per insidiare il prodotto del colosso di Mountain View, la proposta della start up modenese deve possedere un valore aggiunto. Vediamo di riordinare le informazioni rilasciate fino ad ora, cercando di capire come GlassUp possa competete con i Google Glass.
Differenze tra GlassUp e Google Glass
Le nuove proposte in tema di occhiali intelligenti, inclusi anche quelli di Google, presentano una caratteristica comune: lavorano come dispositivi autonomi. GlassUp, equipaggiato con connettività Bluetooth LE, funziona, invece, come un secondo schermo per dei dispositivi connessi ad internet. La durata della sua batteria raggiunge le 24 ore.
GlassUp è il primo vero competitor dei Google Glass
Se Google ha lanciato la rivoluzione, GlassUp la porta ad un livello superiore, come ha dimostrato con la presentazione del suo primo prototipo; gli occhiali, anziché proiettare l’immagine sul lato destro della visione, lo fanno frontalmente e in modalità monocromatica. In questo modo, ha dichiarato il CEO della start up italiana Francesco Giartosio, si ha davanti agli occhi tutto ciò che si vuole vedere, senza bisogno di spostare lo sguardo lateralmente.
Questa è stata l’innovazione che, sempre a detta di Giartosio, ha reso possibile l’impresa di sfidare il progetto Google Glass, altrimenti fallimentare.
Come funziona GlassUp
Come detto, dunque, GlassUp non è indipendente, ma va collegato via Bluetooth a dispositivi come smartphone e tablet (le voci di corridoio riferiscono di supporto per Android e presto anche per Windows Phone), di cui sfrutta anche il GPS; pesa solo 70 grammi ed è dotato di accelerometro, bussola e sensore di luce. Le informazioni vengono inviate ad una risoluzione di 320x240 pixel, anche se ancora non è chiaro se rimarrà tale in caso di lenti graduate.
GlassUp uno strumento, Google Glass un gioco
Queste affermazioni rilasciate dalla start up italiana sono piuttosto pesanti e presuppongono, quindi, una consapevolezza delle potenzialità del proprio prodotto. Insomma, ritenersi superiori a Google già sulla carta non è da tutti.
A smorzare gli entusiasmi ci sono i commenti di Ellis Hamburger di The Verge su GlassUp; secondo lui, il dispositivo presenta un vantaggio enorme nell’esporre i contenuti frontalmente, ma al tempo stesso, necessita ancora di molto lavoro per poter funzionare in maniera ottimale.
Hamburger non ha approfondito le sue conclusioni in maniera esaustiva, per cui la parola spetta proprio a GlassUp, la cui uscita è prevista per la prossima estate, al costo di circa 300 euro. Quindi, sicuramente ne risentiremo parlare a breve.
GlassUp punta sul crowdfunding per sfidare Google
Una start up italiana non può neanche minimamente competere con la mostruosa supremazia economica di Google ma, grazie all’ingresso sulla piattaforma di crowdfunding Seedrs, GlassUp ha l’obiettivo di raccogliere 100mila sterline in fondi da destinare alla realizzazione del suo prodotto. I finanziatori verranno ricompensati con una partecipazione societaria, per un totale massimo del 20%.
Il ritorno della qualità italiana in chiave tecnologica?
Come è risaputo in tutto il globo, il Made in Italy è sinonimo di qualità per quanto riguarda cibo, moda e arte sartoriale; che GlassUp rappresenti una nuova era sotto questo punto di vista (magari per riprenderci quello che è stato nostro con la Olivetti)? Dopo gli occhiali fashion da passerella, il mondo ci invidierà anche quelli intelligenti? Difficile da pensare, soprattutto se la start up modenese ha a che fare con le pressioni di Google, che ha già sferrato il proprio attacco, chiedendo di cambiare il nome del prodotto, registrato però da Giartosio &Co. nell’ottobre 2012. Richiesta, all'evidenza, non accolta.
L’obiettivo è, pertanto, quello di uscire sul mercato entro l’estate, prima della presentazione mondiale, e certamente scintillante, dei Google Glass, in modo da far conoscere a tutti le incredibili potenzialità di questo prodotto made in Italy!
Per il momento restiamo in attesa, speranzosi e fiduciosi.
E voi cosa ne pensate?
Image credit: www.tecno-planet.it

Gran bell’articolo e speriamo che il made in Italy riesca a dar del filo da torcere al colosso Google.
Quoto in pieno il commento precedente!
Voglio segnalare a tutti coloro che non l’avessero notato o visto che nell’altro articolo uscito oggi (http://it.emcelettronica.com/smartchair-progetto-pugliese-che-fa-sognare-mondo-migliore#comment-37301) si parla anche di GlassUp, dal momento che il nostro Antonio Blescia si occupa anche di quel progetto (e ne rivela anche una preziosa anteprima) 😉
Buona lettura a tutti. 🙂
poi ho guardato il calendario, mmmmh ,:-|
Se l'affermazione è vera, è una sparata colossale che mi fa perdere ogni fiducia che potevo avere nei confronti di GlassUp.
Vedremo quando finalmente consegneranno qualcosa di usabile, ma per ora non ho ancora visto nulla di stravolgente.
Perchè? Spiegati meglio…
Che vuoi dire?
Nutro sempre qualche diffidenza riguardo le notizie che leggo il 1° aprile, tutto qui.
Ho avuto modo di mettere mano sui Google Glass da diversi mesi, ormai, e sebbene abbia le sue limitazioni, è una tecnologia solida, ottimamente documentata, flessibile, con possibilità di applicazione sconfinate.
A livello tecnologico, come ambiente software, e come usi sia effettivi (applicazioni già disponibili) che potenziali (possibilità offerte dalla piattaforma, consept), Google Glass è tutto fuorchè un gioco.
GlassUp, per ora, è tanto fumo, poco arrosto. Arrivare a propagandare il GlassUp come "strumento" superiore in qualche modo a Google Glass, è peccare un po di hubris.
Posso anche comprendere che GlassUp abbia fondamentale bisogno di spingere il proprio prodotto, ma cercare di "ridicolizzare" la concorrenza definendola "un gioco" è veramente troppo.
Ho già avuto modo di toccare con mano (e con il compilatore) altre alternative: Vuzix M100 ed Epson Moverio BT-100/BT-200, e ti posso assicurare che per ora i competitor di Google Glass sono piuttosto indietro sulla tabella di marcia.
Diventa una psicosi, eh?! 🙂
Scusa se te lo dico ma anche “A livello tecnologico, come ambiente software, e come usi sia effettivi (applicazioni già disponibili) che potenziali (possibilità offerte dalla piattaforma, consept)” mi sembra un po’ troppo fumo.
Cioè? Fai degli esempi, spiegaci meglio..
Anche perchè ormai ci hai incuriositi 😉
Ma poi, avere GoogleGlass per le mani non è cosa da tutti. Ci hai lavorato?
Io non vedo l’ora.
Vorrei provarli tutti e due, potendo.
Si.
Ma che c’era di strano nella notizia!?
Affermativo. Tramite l'azienda per la quale lavoro. Abbiamo i tre dispositivi che ho citato e stiamo attendendo 2 modelli glassup ( con e senza fotocamera).
Il glass è usabile appena uscito dalla scatola. Minima configurazione per rete e pairing bluetooth (se si vuole usare. Se c'è wifi non è necessario) e si può iniziare ad usare con le applicazioni incluse. Le mirror api sono apparentemente limitate perché si può avere l'impressione che non avere una vera e propria app locale limiti l'usabilità ma è solo una illusione, in quanto si possono implementare servizi anche complessi. Oltre questo è possibile creare normali app android ed integrarne i comandi nel menu vocale tipo "ok, glass, fai questo e quello". Si possono poi fare applicazioni ibride mirror+apk. Le combinazioni sono infinite. Ci sono diversi esempi di app, sia miirror che apk.
Il design hardware è estremamente slim e non ostrusivo, a differenza del vuzix ed ovviamente dell'epson moverio. Difetti, batteria piccola, e controlli vocali attualmente in inglese (ma c'è un workaround per quanto riguarda gli apk).
Documentazione eccellente, wrapper per le mirror api per i principali linguaggi, etc. Applicazioni esistenti e funzionante ce ne sono ormai parecchie. La più 'figa' è un traduttore multilingue che tramite la realtà aumentata traduce scritte (tipo un cartello) andando a visualizzare la traduzione in sovraimpressione al mondo reale, come se il cartello fosse veramente nella mia lingua.
Detta cosi no rende lidea,, ma vi assicuro
Vuzix m100, arriva con un normale android senza alcuna interfaccia. Bisogna fare tutto da zero. Costruttivamente scadente, ad ogni pressione dei tasti fisici si sente la plastica scricchiolare. Inoltre l'asta che sostiene il prisma in alcune posizioni causa disturbi sul segnale video, ergo spesso si vedono degli schifi sul display. La montatura per indossarli è semplicemente inusabile, non c'è praticamente modo di averlo sempre davanti all'occhio. Sdk funzionante solo su windows (mentre per glass è crossplatform). Lultima volta che ho guardato cera zero documentazione e zero esempi.
Moverio bt-100 è _estremamente_ interessante in quanto offre una visione binoculare in quanto ha DUE lenti, permettendo quindi di fare vera augmented reality. Il problema sorge dal fatto che la cpu non è sugli occhiali, bensì su un modulo esterno collegato da un cavo, il che rende tutto più scomodo, anche se permette di avere una autonimia maggiore. Anche qui nulla di paragonabile alle mirror api o al gdk per lo sviluppo di apk. Documentazione al momento assente, anche se un rappresentante di epson italia ci ha garantito che verra messo online un portale dedicato. Costruttivamente migliore del vuzix ( e ci voleva anche poco… ) ma comunque come design molto o più scomodo del glass.
Per quanto riguarda il glassup, mesi fa abbiamo pre ordinato due modelli partecipando alla campagna di crowdfunding ma ancora non ci è arrivato nulla. È uscito ora l'sdk, ma ad occhioe croce mipare sia ben lontano dai glass.
Molto interessante. Grazie.