
I sensori di temperatura Atmel AT30TS750 sono la prima serie di sensori digitali di temperatura. Il sistema di sviluppo, software, librerie e molta documentazione è presente sul sito Atmel. Alexander Kurz di Atmel li annuncia all'EW 2011.
Benvenuti, mi chiamo Alexander Kurz sono il Direttore Marketing del dipartimento dei dispositivi di memoria area business e vorrei mostrarvi oggi il nostro nuovo lancio sul mercato:
la linea dei sensori di temperatura la AT30TS75 C’è infatti un'enorme domanda di sensori di temperatura in tutto il mondo e stiamo constatando che il mercato è in crescita per questo genere di prodotti.
Il primo della serie è LM75 e si tratta di un prodotto compatibile al quale è possibile aggiungere optional aggiuntivi, quindi abbiamo il secondo membro della famiglia di sensori con E2 il cui utilizzo comporta diversi vantaggi ed il terzo che aggiunge al sensore di temperatura LM75 una memoria EEPROM integrata da 2, 4 o 8 Kbit soluzione ideale se sulla scheda si hanno sensori di temperatura ed una seriale EEPROM quindi si può scegliere la collocazione grazie a quest’ultimo tagliando tempo e costi Bene, per quanto riguarda gli strumenti di supporto,produciamo kit di sviluppo molto validi: entrambi sono affidabili ed offrono una buona implementazione nonché dimostrazione delle nostre tecnologie.
Le applicazioni per tutto questo? Beh, come vedete ce ne sono tante qui in elenco: campo dei computer, delle comunicazioni, dei consumatori finali e dell'industria.
Il nostro sommario finale sintetizza le caratteristiche dei nostri sensori di temperatura: facilità di utilizzo, calibrazione non necessaria nessun componente esterno, maggiore accuratezza in quanto sono possibili maggiori risoluzioni di temperatura e maggiore intelligenza!
http://www.atmel.com/tempsensors
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Chissà perchè il mercato sta crescendo? Le funzioni che svolgono questi dispositivi sono sempre le stesse. misurano solo la temperatura 😐 Sarebbe bello sapere se sono aumentate le possibilità di utilizzo, boh, nuovi tipi di applicazioni o altro. In ogni caso mi piace il fatto che abbia una memoria integrata, lo vedo molto utile
è della NI, qui si tratta di prodotti compatibili con LM75 ma con funzioni in più, almeno da come è impostato l’articolo, mi sembra che ciò possa mettere in confusione il lettore, ovviamente è una mia impressione, sarebbe stato forse più giusto, scrivere “la famiglia dei termorilevatori ATMEL AT30TS75, compatibili con LM75 della NI……”.
Comunque, il controllo della temperatura in tutti i campi è molto richiesta in molti campi dell’industria e non, ben vengano questi nuovi prodotti, che come prima impressione, sembrano davvero concorrenziali.
Questo articolo è il primo di una serie di articoli della categoria VIDEO
Se guardi il video noterai i sottotitoli, che poi sono trascritti nell’articolo.
Quelle che leggi sono le parole di Alexander Kurz, Direttore Marketing di Atmel……
Non l’avevo associato, guardando il video, la mia attenzione era più sulle immagini e l’interpretazione del discorso che i sottotitoli, va bè, il mio livello della conoscenza dell’inglese parlato non è dei migliori. I’m sorry!!
>il mio livello della conoscenza dell’inglese parlato non è dei migliori
Problema comune. Finche si tratta di datasheet OK, ma oramai anche i video sono diventati importanti… quante cose ci perdiamo (o non riusciamo a comprendere al 100%)!
Per questo è nato il canale video [Sub ITA]
Per il canale video Sub ITA, una scelta azzeccata. Spesso mi vedo video di professori americani e ovviamente metà delle parole le “perdo”. Parlando del dispositivo in se, a cosa può servire una memoria integrata sul sensore? Forse per avere un buffer e poter inviare più dati al microcontrollore in questione? O per immagazzinarli e semplicemente andarli a prendere solo su richiesta? Quest’ultima soluzione potrebbe permettere di mettere il miscro in standby, e attivarlo solo per andare a recuperare una bella mole di dati. A questo punto mi viene anche in mente il problema energetico, mi spiego meglio: posso utilizzare il sensore sempre alimentato o posso in qualche modo metterlo in standby anche questo? Avrebbe senso questa caratteristica?
Il mercato della temperatura è diventato più ampio perchè ormai nelle applicazioni elettroniche è la temperatura che fa la differenza. In un qualsiasi elettrodomestico che abbia un minimo di domotica e/o elettronica il fattore temperatura è critico per tante cose, puù evitare un surriscaldamento, un cortocircuito, un sovraccarico di potenza, un arresto di una ventola, l’arresto di un motore o la mancata erogazione di energia. Può anche essere utile, nell’ambito di energie rinnovabili, per mantenere costanti i livelli di temepratura dei locali, per regolari i termostati, i termosifoni, le caldaie. In ambito industriale può prevenire danni dovuti al surriscaldamento. In un reattore nucleare, dato che ormai se ne parla ogni giorno, è fondamentale un componente che rilevi la temperatura. Il fatto che si diffondono in maniera così ampia è il loro continuo abbassamento di prezzo.
Ti ricordo che inoltre la temperatura può portarti direttamente a rilevare altre grandezze che ad essa sono legata in maniera proporzionale. A seconda dei casi si può trattare di pressione, accelerazione, problemi di attrito ecc…
Infine, le dimensioni di questi sensori si riducono sempre di più, quindi sono collocabili praticamente ovunque.
Il fatto che abbia una memoria..bè, io lo trovo infinitamente utile. Può tenere memoria di una serie continua di dati. Per esempio può essere impostato per rilevare temperature a intervalli più brevi del “solito”, accumulando i dati rilevati nella propria memoria e scaricare tali dati a una ben precisa richiesta di una macchina a cui è collegato. Sostanzialmente così facendo si può aumentare il numero di rilevazioni fatte dal sensore e diminuire il numero di accessi al sensore “dall’esterno” per raccogliere i dati. Tenendo conto che comunque tale memorie ha accessi frequenti e velocità di accesso elevatissime direi che è un componente aggiuntivo importantissimo, a patto che i costi del sensore non aumentino a dismisura. =)
Davvero bello.
Sicuramente è possibile metterlo in standby. Ma la caratteristica ha senso solo in poche situazioni in cui metterlo in standby significa scollegarlo. Per il resto un sensore di temperatura viene utilizzato in applicazioni che chiedono rilevazioni continue. Perchè togliere l’alimentazione..inoltre..non penso abbia dei consumi elevati no? 😉
anche io mi associo a quelli che l’inglese lo masticano poco e niente, complimenti per il sito, state migliorando in continuazione 🙂 questa sezione dei video sub ita è ottimissima
questi sensori sono bellissimi, per il fatto che integrano tutta l’elettronica e basta solo attaccarli… per quanto riguarda le prestazioni di misura, andando a vedere la caratteristiche, la loro precisione è tipicamente di mezzo grado per temperature che vanno da 0°C a 85°C andando ai limiti del range anche di meno, il range va da -40 a +125 (dipende dal sensore) e il range di temperature misurabili cambia da sensore a sensore …la cosa bella è il fatto che qui vediamo quali sono i vantaggi nell’integrazione, ampliando notevolmente le possibilità di applicazione, dal monitoraggio ambientale alla registrazione di dati alla semplice misura di una temperatura (anche se con scarsa precisione) le termocoppie sono sicuramente più prestanti 🙂
Forse è tutto molto piu semplice:
avevano spazio nel package ed hanno inserito una eeprom, cosi nei circuiti dove ci sono sensori di temperatura e memoria eeprom, si utilizza un solo componente…..
indubbiamente le termocoppie sono più prestanti, ma non penso che questi integrati siano fatti per essere messi in diretta competizione con le termocoppie… Una termocoppia ha un prezzo che di solito va da 7-8 euro in su. un integrato di questi non credo che possa arrivare a costare tanto… poi la scelta dipende sempre dal tipo di applicazione che si deve realizzare… una precisione di mezzo °C non è il massimo nemmeno per le misure di temperature ambientali
si infatti era per dire, è come se faccio il confronto con una ferrari che ha solo il motore e una 500 che ha un sacco di optional 🙂 ..in effetti mezzo grado non è il massimo ma gia va bene…
Personalmente preferisco i sensori della Sensirion tipo l’SHT71 o simili, comunque il concetto è lo stesso, si tende a fornire al sensore anche un’interfaccia digitale per poterlo piu’ facilmente collegare ad un microcontrollore.
Il bus di tipo I2C tra le altre cose è molto semplice da usare, con 2 fili e due resistenze di pullup posso avere un bus dai 100Kbit/s ai 400Kbit/s.
I sensori della sensirion hanno caratteristiche simili a quello dell’atmel che riporto:
Temp. Range:
-40°C to +125°C
Accuracy:
+/- 0.5°C (Typical)
Resolution (Bit):
User selectable 9-12
Interface Type:
I2C/SMBus
Vcc (V):
2.7 – 5.5
NVM Registers:
Yes
Pb-Free Packages :
UDFN 8
TSSOP 8
SOIC 8
La memoria interna offre la possibilità di bufferizzare una serie di temperature.
Una termocoppia è più efficiente per definizione. Confermo che i prezzi di tali sensori sono superiori agli otto nove euro, mentre quelli descritti sono economicissimi, anche al di sotto dell’euro. Per quanto riguarda gli utilizzi hanno vastissimi campi di applicazione. Solo in settori specializzati e che necessitano di controlli molto precisi vengono utilizzate le termocoppie. Sicuramente questo basso prezzo contribuisce notevolmente alla loro diffusione. =)
è grandioso veramente, il mondo dei sensori è un pò ciò che da senso all’elettronica, perché permette a circuiti elettronici di analizzare il mondo esterno e di comportarsi di conseguenza, producendo tante piccole comodità come condizionatori, sistemi controllati, anche il semplice contachilometri dell’ auto o del motorino hanno dei sensori per rivelare la velocità.
Per quanto riguarda la temperatura, il sensore più versatile, compatibile, e semplice che io abbia mai utilizzato, è l’LM35, che con il suo massimo di 150°C mi ha permesso di fare tante cose (insomma chi ci arriva a 150°C).
Sensori e attuatori sono i mezzi che disponiamo per poter interfacciare l’elettronica al mondo circostante e certamente, i sensori più diffusi e tra l’altro più facimelmente sintetizzabili sono quelli di luce e quelli di temperatura. I primi sono relativamente facili da realizzare perchè basano il loro funzionamento sulle proprietà fotosensibili di alcuni materiali conduttivi o semiconduttori. I sensori di temperatura sfruttano la naturale variazione di alcuni parametri a relativi ai materiali conduttivi o di veri componenti complessi a semiconduttore (come diodi, bjt e mosfet). In particolare, un conduttore è caratterizzato dall’avere una resistività che varia con la temperatura e con essa, in maniera proporzionale, varierà anche la resistenza complessiva. quindi facendo attraversare una corrente costante all’interno del conduttore (piccola per evitare fenomeni di autoriscaldamento dovuti all’effetto Joule)si ottiene una tensione che è direttamente proporzionale alla variazione di temperatura. Poi esistono le termocoppie che si basano sul principio del potenziale di contatto tra due materiali differenti e infine ci sono i sensori a semiconduttore detti PTAT che restituiscono un valore di tensione o di corrente variabile in maniera proporzionale al variare della temperatura. Queste strutture (le PTAT) si basano essenzialmente sul fatto che ad esempio, la corrente inversa di saturazione di un diodo è fortemente dipendente dalla temperatura, anche se la relazione è tutt’altro che lineare. Per linearizzare si creano delle vere e proprie strutture simmetriche a bjt, ad esempio, che compensano entro un certo range di temperatura il contributo non lineare alla variazione della stessa. l’LM35 da te citato rientra nell’ultima categoria di sensoria, le PTAT appunto. I sensori presentati nell’articolo sono al contrario muniti di tutta un’elettronica digitale di controllo che permette addirittura di disporre di una memoria per il salvataggio delle misurazioni fatte sulla temperatura. Praticamente potrebbe aprire un varco verso nuove applicazioni di tipo datalogging.
A volte vogliamo vedere il lato complesso delle cose quando in realtà tutto è più semplice di quanto si possa immaginare…credo anch’io che il motivo per cui sia stata aggiunta una memoria eeprom nel dispositivo è semplicemente per occupare uno spazio libero, visto che i passi tecnologici per trasferire le mascherare sul die di silicio costano essenzialmente uguali. Magari è anche per prendere un pò le distanze dai dispositivi già presenti sul mercato, aggiungendo un’optional che potrebbe tornare utile come anche potrebbe restare inutilizzato. Di certo, la maggior parte delle applicazioni in cui si vedono utilizzati sensori di questo tipo sono di tipo datalogging (monitorare la temperatura di una superificie, di un’ambiente o nelle prove di affidabilità). Ad esempio, un’applicazione abbastanza interessante potrebbe essere quella di realizzare delle PCB formato chiavetta e saldarci su il sensore di temperatura Atmel. Queste chiavette conterranno sia il sensore vero e proprio che la memoria eeprom per il salvataggio del logging. Tramite delle basi fisse (gestite da microntrollori)si potranno agganciare queste chiavette in modo tale da monitorare la temperatura per quel che serve, salvare il logging e conservare la chiavetta etichettata come se fosse una memoria di massa. Tale schedino potrà essere esplorato nuovamente nei dati contenuti nell’eeprom per farne dei grafici, valutazioni di tipo statistico, sperimentale, ecc..