Il caricatore intelligente PSCH30, un caricabatterie che può rilevare automaticamente e caricare da 8 a 15 celle a NiMH o NiCD, fornisce l'output necessario per caricare completamente le celle e prima che si esauriscano.
La tensione di uscita, che varia a seconda del carico, è da 9,6 a 18V e la corrente di uscita è da 500mA a 1,8, che può essere commutata in carica a 0,9A o 1,8A. Il caricatore dispone di monitoraggio della temperatura della batteria, con l'arresto di temperatura. La sovratensione e il corto circuito di protezione sono standard come protezione contro l'inversione di polarità.
Un indicatore LED di status conferma lo standby, la carica e gli stati di errore. Il PSCH30 dispone di un input universale AC e incorpora un connettore IEC320 C14 3 pin AC.
Il caricatore intelligente, PSCH30, viene fornito in un contenitore di plastica di 120x60x38mm e funziona da 0°C a 40°C. È inoltre conforme con tutti gli standard di sicurezza internazionali, nonché la conformità EMC EN55022 'B', CISPR 22 'B'e FCC Part 15 'B'.

Oggetto interessante senza dubbio. L’unica cosa sulla quale mi sento di avere qualche dubbio è il corto circuito di protezione che cita l’articolo. Forse si tratta di protezione da corto circuito… in genere il corto si cerca di evitarlo, non di usarlo come protezione per qualcosa.
Comunque sarebbe interessante andare a vedere come viene implementato un sistema di carica del genere. Di solito la difficoltà principale nella realizzazione di un caricabatterie è individuare la corrente più adatta a caricare una cella. Tutte le pile non possono essere messe in parallelo perchè non si riuscirebbe facilmente a impostare la tensione di carica ottimale, infatti le curve tensione/stato di carica sono (in maniera approssimativa) crescenti, in maniera proporzionale allo stato di carica. mettere in parallelo batterie con cariche diverse porterebbe diciamo a livellare lo stato di carica tra tutte le pile, e non sarebbe una cosa buona.
Metterle in serie porterebbe a caricarle tutte con la stessa corrente, e nemmeno andrebbe bene. Una soluzione che mi verrebbe in mente è quella di metterle in serie, monitorando la tensione di ogni singola cella, e poi tramite transistor o simili andare a variare la corrente che scorre su ogni singola cella. Ad esempio sul ramo principale si fanno scorrere 0.8 Ampere. Poi se una cella è carica, potrebbe essere acceso un transistor che fa scorrere parte della corrente su di sé, così si evita di sovraccaricare la cella. L’unico contro di questo sistema è che potrebbe diminuire sensibilmente l’efficienza del sistema complessivo. Il vantaggio è che si eviterebbero facilmente le sovraccariche delle batterie, e si potrebbero caricare molte batterie insieme. Questo è un sistema che volevo realizzare anche io, però mi sono limitato a realizzare un caricabatterie banale che manda una corrente fissa e basta, senza troppi accorgimenti e misure. (La causa principale è che avevo comprato degli adc adeguati, ma erano in un package smd esageratamente piccolo).
Rileggendo il titolo dell’articolo comunque mi sono accorto che si parla di serie, quindi probabilmente la soluzione adottata è la seconda. In effetti è anche l’unico modo praticamente usabile di praticare la lettura delle tensioni delle celle per individuare lo stato di carica…
Ho guardato sul sito del produttore e individuato un “datasheet”, ma non ci sono praticamente informazioni utili a carpire dettagli su come viene effettuata la carica. Date le specifiche supporrei che l’alimentazione è di tipo switching, ma non so dire altro. comunque notevole la protezione da polarità inversa della pila. si potrebbero evitare molti con un sistema così