
L'unica alternativa al VHDL è il Verilog, un Hardware Description Language con delle caratteristiche molto differenti, ma con lo stesso ruolo all'interno dell'intricato mondo dell'elettronica: descrivere sistemi digitali da poter realizzare sfruttando la potenza di circuiti programmabili ad alto livello di integrazione: FPGA. Ma quali sono le differenze tra i due linguaggi? Cosa hanno in comune? Ma soprattutto: quale dei due linguaggi è il migliore? Attraverso questo articolo avrete tutte (o quasi) le risposte di cui avete bisogno.
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Grande Tiziano 🙂 ottimo articolo, ben spiegato, mi piace e sono d’obbligo complimenti.
Ciao
Mario
Grazie Mario, è sempre un piacere sapere che c’è qualcuno che gradisce i miei articoli 🙂
Ciao
Tiziano
Grazie mille per l’articolo!
Complimenti !! Sono uno studente di Ingegneria elettronica e ho appena seguito un corso di progettazione di sistemi digitali, utilizzando per le esercitazioni di progettazione proprio il Verilog. Hai spiegato in pochi punti ciò che rende lo “potente”. È uno strumento molto utile per l’apprendimento.
Grazie a voi, sono davvero contento che vi sia piaciuto. Ho lavorato per ora con una sola azienda, ma in contatto con numerose e ho notato come in Italia il Verilog non sia molto utilizzato, al contrario di altri stati. Ma questa non è una critica verso l’Italia, perché non credo che il VHDL abbia nulla da invidiare al Verilog. Ma è importante comunque conoscere entrambe le realtà in modo da poter comunicare meglio con il resto del mondo. E’ un po’ come conoscere la lingua inglese, ma comunque fare di tutto affinché l’italiano resti la nostra lingua principale. Anche perché trovo anche delle analogie tra le italiano-VHDL e inglese-Verilog. La più statica e macchinosa struttura dell’Italiano scritto, rispetto ad una più elasticità e praticità della lingua inglese mi ricordano tanto il confronto tra i 2 HDL. Non trovate?