
Conoscere i componenti e le strutture per installare un impianto fotovoltaico non significa per forza realizzarlo in maniera corretta. Infatti oltre alle funzionalità basilari, in questo tipo di impianti, l’efficienza è un fattore di merito necessario. Analizzeremo alcune regole fondamentali per una corretta e redditizia installazione, oltre a prendere visione dei vari dispositivi di protezione. Conosceremo infine l'inverter…
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Letto e nuovamente apprezzato!
Visto che sei entrato nei dettagli degli elementi a corredo dei pannelli stessi, avrei una domanda da “neofita”.
L’installatore del mio impianto FV mi ha sempre detto che tale impianto, (collegato a monte dell’impianto elettrico di casa), mi permette di giorno di usare direttamente la corrente da me prodotta: come a dire, è giorno, sono a casa, sto producendo, se accendo una lampada sto usando la corrente dei pannelli senza chiedere nulla alla rete.
Risulta anche a te che ciò sia possibile negli impianti grid-connected senza accumulo? Non ho ancora compreso come fa il mio impianto elettrico a capire che la corrente la deve prendere dal pannello invece che dalla rete.
La domanda sembrerà forse sciocca ma non ho avuto modo di vedere i dettagli dell’installazione (nè sono esperto in materia).
Grazie
Stavo per scrivere la stessa cosa… 🙂
Anche io ho questo dubbio.
Puoi rispondere adesso nei commenti oppure lo tratterai in una puntata a venire?
Per prima cosa ringrazio per l’interesse nei confronti degli articoli.
Per quanti riguarda la tua domanda confermo che nel momento in cui il tuo impianto produce energia, le tue utenze utilizzeranno quell’energia e se insufficiente, preleveranno dalla rete la parte mancante. Se per esempio il tuo impianto sta producendo in quell’istante 2kW e le tue utenze ne assorbono 1,5, immetterai in rete 0,5kW. E’ per questo motivo che chi realizza oggi il proprio impianto basandosi non più sul conto energia ma sul recupero del 50% dell’investimento, deve totalmente cambiare le sue abitudini quotidiane consumando “istantaneamente” l’energia prodotta in modo da non avere prelievi dalla rete.
Questa è la terza puntata di un corso che sta diventando veramente interessante e completo! Complimenti ferfabry.
L’articolo spiega dettagliatamente tutte le precauzioni tecniche da valutare sia rispetto l’installazione sia riguardo la scelta delle caratteristiche dell’impianto in base alle proprie esigenze..
Bene..
Attenzione a chi, come me, preso dall’entusiasmo, non ha considerato alcuni particolari riguardo l’interrogazione dello stato di produzione di energia e quindi della possibilità di “interrogazione” dell’inverter con i sistemi a noi piu noti (seriale, Lan, profibus, eccc.ecc…).. MA chi poteva immaginare … !!
Mi è stato presentato un sistema con microinverter, ( è stato fatto un riferimento nelle puntate precedenti di questo bellissimo argomento), sistema che rende “indipendente” ogni pannello, evitando cali di rendimento per eventuali rotture dei pannelli o ombre su una parte delle stringhe.
Proprio oggi ho scoperto che il sistema NON è dotato di un un qualsiasi tipo di interfaccia esterna !!
bruttissima roba.. ho gia preso arduino uno per farmi le mie “accensioni comandate” in base alla produzione istantanea prodotta!! è una decisione, a mio parere, da parte dell’azienda costruttrice, che la porta fuori nella scelta di sistemi integrati, in cui l’automatismi sono divenuti obbligatori !!!
Se avessi avuto un po piu di tempo nell’indagare prima dell’acquisto…
sono triste..
chiedo se siete a conoscenza di un solenoide per la rilevazione degli ampers da inserire sul cavo che mi arriva dai microinverter, quindi con caratteristiche di rilevazioni di 0-16 A su tensioni di 220, ma che possa inserire facilmente, su di un pinIN della scheda arduino..
Scusate il mio post prolisso.. 🙁
Grazie
Aspetto vostri “confortanti” consigli …
In merito alla questione dei microinverter che ho avuto modo di approfondire devo dire che trovo stranissimo che la soluzione che hai non è dotata di comunicazione. Poiché i 3/4 modelli di microinverter in commercio sono tutti cloni di un progetto della Microchip, ed avendo avuto modo di studiarli in quanto responsabile acquisti di un “ex” grande distributore italiano, ricordo che tutti avevano sistemi di comunicazione dati con trasmissione ad onde convogliate (uno addirittura wireless).
Per quanto riguarda il TA puoi tranquillamente cercare su RS, Distrelec o Digikey tra i modelli della LEM per esempio che offre un ampio parco sensori.
Ciao
Grazie ferfabry76,
purtroppo è vero.
ho ricevuto una telefonata da parte del loro supporto, ho esposto chiaramente il mio disappunto, e sembra che la casa madre non sia disposta allo sviluppo di qualche implementazione, anche esterna, nel futuro.
(mi sarebbe bastato la chiusura di un relè al superamento della soglia preimpostata durante la produzione di energia)…
La soluzione è appunto, predisporre una lettura a monte del inserzione alla rete elettrica.
Credo di non essere l’unico ad esserci cascato, pensando che fosse stato impossibile, una qualsiasi sorta di interrogazione, il sistema è della Enphase.
Ciao