Microchip ha annunciato una nuova famiglia di prodotti MOSFET. Sulla base del successo dei driver MOSFET MCP14E3/4/5 a 4.5A, Microchip introduce i nuovi driver MCP14E6/7/8 a 2A e MCP14E9/10/11 a 3A.
La famiglia di dispositivi a basso costo è stimata per correnti di uscita da 2A a 4.5A, con una tensione da 4.5V a 18V. I nuovi dispositivi MOSFET sono offerti in un package DFN a 8pin, 6mm x 5mm e SOIC a 8-pin. I driver sono ideali per applicazioni di elettronica di consumo che utilizzano alimentatori, come server, personal computer e notebook.
I nuovi dispositivi MOSFET MCP14E6/7/8 sono classificati per una potenza di picco di corrente di 2A, mentre i dispositivi MCP14E9/10/11 sono classificati per una potenza di picco di corrente di 3A.


ottimi componenti !!! ottimi per pilotaggio di alimentatori swiching di media potenza.. peccato che il montaggio non è alla portata di tutti!
Sicuramente interessante come articolo, dato che non si tratta di semplici transistor, ma di una soluzione integrata che permette di essere anche accesa e spenta in maniera digitale a quanto pare. Molto comodo! così ci si può risparmiare di dover pilotare direttamente il gate del transistor. Il prezzo è maggiore di un dollaro, quindi non è molto economico, ma nemmeno troppo caro. Il fatto che le tensioni di ingresso possano essere comprese tra 4.5 e 18 volt comunque lo rende molto molto pratico nella stragrande maggioranza delle applicazioni.
Vorrei precisare che le correnti da 2 a 4,5 ampere che dice l’articolo, sono le correnti di picco che possono essere erogate dalle versioni low cost del dispositivo.
Se riesco a leggere bene lo schema, è possibile avere una tensione del pin di enable differente da quella del pin di input. Comodissimo! Permette così di utilizzare dispositivi di potenza, alimentati a tensioni più alte, controllando tutto con tensioni più pratiche, ad esempio i 5V dei microcontrollori.
Componente molto interessante. Soprattutto dal punto di vista circuitale dato che mi sto studiando in questi giorni proprio le potenze dissipate dai transistor mosfet. Questo è uno spunto molto molto interessante!! =)
correggetemi se sbaglio, @flyteo, vedi quel simbolo con due cerchi un pò sovrapposti, quello è un esempio di “path termale” haha 🙂 (termico è la parola giusta come ha detto anche Emanuele http://it.emcelettronica.com/xlamp-mx-3s-nuovo-led-da-cree#comments ) non isolato elettricamente e credo proprio, che sia collegato sotto il chip (oltre che al pin Vdd) per permettere di dissipare il calore. Se guardi il disegno lo noti, non lo schema elettrico, ma prorio la foto di presentazione dell’articolo che in realtà come si vede non è proprio una foto ma un render..
come puoi ben vedere inoltre gli interruttori in realtà sono molto più complicati nella teoria
Questi integrati come interruttore sono molto comodi e interessanti ,
Uno degli aspetti interessanti sicuramente e la loro larghezza d’impiego visto che usano pensioni che vanno 4.5 V a 20V e le correnti possono andare fino ad un picco massimo di 3 A per la versione più potente .
Un altro aspetto molto interessante è il fatto che è stato integrato un inverta all’interno dell’impiegato visto che è possibile controllarlo via due comandi sia quello che serve a controllare la tensione di uscita e quello di controllo per accendere o spegnere l’uscita .
Sicuramente per lui in pista è un componente facilmente accessibile sia dal punto di vista del prezzo molto basso o dal suo Pakage PDIP è facilmente salvabile anche con Salvatore a stagno .
Per ulteriori informazioni, show alla lettura della Data Sheets
http://ww1.microchip.com/downloads/en/DeviceDoc/22062b.pdf
bellissimi, sono in pratica dei driver per motori, per esempio, con la particolarità di essere in forma SMD, e quindi danno la possibilità di creare schede driver molto meno ingombranti delle solite, e di poter creare di robot molto piccoli, o con un elettronica di controllo maggiore, dato che quella di guida è molto meno ingombrante.
Potrebbe infatti essere utilizzato con la configurazione cosiddetta a ponte H basata su quattro Mosfet, diciamo una serie evoluta e migliorata dei famosi MAX626/7/8 della Maxim.
in realtà con questo componente anche se sotto forma SMD non risparmi un granché di posto visto che non contiene elementi di potenza che sono quelli più ingombranti visto che devono dissipare la potenza elettrica ,
Comunque sia con questi componenti non puoi stringere più di tanto circuito visto le correnti che le attraversano hanno una grande tendenza a disperdere calore in gran quantità , quindi quando progetti tiene conto di lasciare uno spazio ampio intorno al componente per disperdere il calore , è non piazzare tre o quattro componenti di questo tipo uno accanto anche se si semplifica di molto le connessioni su PCB .
si è vero, te ne devo dare atto, non ci avevo pensato, comunque c’è un risparmio di spazio, però, anche se modico.
In realtà il risparmio esiste veramente ma non nel senso della superficie , ma dei componenti al intorno già il fatto solo di avere un una porta di negazione e avere anche da possibilità di disabilitare con Pina e il suo relativa resistenza di Pull-up , saranno tutti componenti non necessarie ad essere messi su il PCB ,
Di solito i circuiti elettronici di potenza e il loro relativo PCB sono complessi da progettare perché è necessario pensare alla dispersione termica e all’artista delle piste visto che su una pista 1 mm ci fai passare al massimo 0.8 A ,
È in più deve tenere conto delle ventole di raffreddamento eventuali sensori di temperatura e tutte le rotture dovuto al riscaldamento dei componenti.
Vero hai perfettamente ragione!!!! Inoltre dato che si parla di dispositivi che devono assorbire molta corrente le piste devono essere più grandi.
Ottimi componenti! Credo proprio che ci costruirò (utilizzando Arduino, ovviamente!) un bel ventilatore interattivo e intelligente da usare quest’estate al mare! Quando l’ho realizzato vi do progetto e sketch!!!
cosa può esserci di interattivo e intelligente in un ventilatore da spiaggia?
Io l’unica cosa che verrà in questo senso è controllo della velocità di rotazione del motore delle pale in relazione alla temperatura ambiente ,
Che sarebbe un bel progettino.
Esportando questa idea può essere interessante fare variare la velocità delle palle di un ventilatore secondo la temperatura dell’oggetto da tenere sotto controllo.
mi sa che avviene già in alcune schede madre sulla temperatura della CPU .
Confermo che alcune ventole da cpu integrano dei sensori di temperatura che ne regolano la velocità =)
Posso confermare anche io questa cosa della variazione di velocità della ventola della cpu. Sul mio vecchiotto computer AMD si chiamava cool and quiet o una cosa simile. Comunque anche il mio attuale portatile regola la velocità della ventola a seconda della temperatura della cpu. Quando il computer non fa niente è estremamente silenzioso, quando invece lavora pesantemente si fa sentire…
Ottimi per ponte ad H di media – alta potenza 600W 1KW, o da impiegare in convertitori DC/DC
L’ambito di progettazione elettronica in cui vorrei specializzarmi è quello relativo agli azionamenti elettrici e dei convertitori di energia, come ad esempio i convertitori / inverter adottati per convertire l’energia solare o eolica in energia utile ad essere allacciata ed iniettata alla rete elettrica nazionale (i così detti convertitori grid connected). Per la tesi triennale ho già seguito il lavoro di un team di progettisti nella progettazione di un inverter fotovoltaico transformerless, e so benissimo quanto siano importanti in applicazioni di potenza dispositivi come MCP14E9/10/11 presentati nell’articolo. Tipicamente, negli inverter ad esempio di piccola taglia (non superiori al KW con tensioni RMS non superiori ai 250V), vengono implementate soluzioni per la conversione statica della tensione e della corrente, dal regime continuo a quello alternato. Tale struttura di conversione viene detta “PONTE H” che altro non è che la combinazione di due o 3 deviatori elettronici identificati con il nome di “Gambe del ponte H”. Si consideri l’immagine di figura:
http://www.google.it/imgres?imgurl=http://www.laurtec.it/italiano/Articoli/BN0006/Figura_5_Esempio_di_ponte_H_realizzato_con_transistor_MOS.png&imgrefurl=http://www.laurtec.it/brief-notes/robotica-e-automazione/101-bn0006-it-automazione-stadi-di-potenza-per-il-controllo-di-motori-dc-e-passo-passo&usg=__r6DMpIZkeI5bFxZjuhRdO_YSULg=&h=1938&w=3057&sz=78&hl=it&start=15&zoom=1&tbnid=CZfccQ3bMS_oEM:&tbnh=120&tbnw=189&ei=gJGbTbSvK8fbsgbEwtTHBg&prev=/images%3Fq%3Dponte%2Bh%26um%3D1%26hl%3Dit%26sa%3DN%26biw%3D1280%26bih%3D640%26tbm%3Disch0%2C228&um=1&itbs=1&iact=hc&vpx=654&vpy=437&dur=2948&hovh=128&hovw=203&tx=133&ty=83&oei=aJGbTZeXCMrJswailaCGBg&page=2&ndsp=16&ved=1t:429,r:3,s:15&biw=1280&bih=640
Prendiamo il caso, ad esempio, dell’inverter monofase di figura. In questo caso specifico, i dispositivi che commutano sulle gambe del ponte sono proprio dei MOSFET e il carico da alimentare è un motore. Il funzionamento è abbastanza banale. Ipotizziamo i transistor come interruttori controllati ideali, cioè quando accesi, il cammino che propongono alla corrente ha una resistenza nulla (in realtà, proprio nel caso dei Mosfet, questa ipotesi è più o meno vera se si lavora con tensioni non superiori ai 200V, altrimenti la caduta di tensione sulla Ron di canale non può più essere trascurata). Ai capi del ponte è applicata una tensione continua VDD e supponiamo che il motore sia anch’esso in continua, in modo da utilizzare il ponte no come inverter ma per avviare il motore o invertire la direzione di rotazione. Le gambe non possono mai essere completamente accese, sia il mos alto che quello basso, altrimenti si mette in cortocircuito l’alimentazione e in gergo si dice che c’è stato un “CORTO DI GAMBA” (non vi dico a quante esplosioni di dispositivi ho avuto modo di assistere… veri e propri spettacoli pirotecnici… :D) Possono sussistere, dunque, le seguenti 5 combinazioni di funzionamento:
1) Mosfet alto gamba sinistra accesso, mosfet basso gamba destra acceso -> il motore ruota in senso orario (ad esempio);
2) Mosfet basso gamba sinistra accesso, mosfet alto gamba destra acceso -> il motore ruota in senso antiorario (ad esempio);
3) Mosfet alto gamba sinistra accesso, mosfet alto gamba destra acceso -> il motore è spento perché entrambi i suoi poli sono posti alla stessa tensione di alimentazione VDD;
4) Mosfet basso gamba sinistra accesso, mosfet basso gamba destra acceso -> il motore è spento perché entrambi i suoi poli sono posti allo stesso potenziale di massa;
5) Sono spenti tutti i mosfet del ponte -> il motore è spento perché ovviamente non circola corrente attraverso i suoi avvolgimenti.
In realtà quella proposta è solo una descrizione behavioural del ponte H, e i mosfet sono controllati tramite degli opportuni segnali ad onda rettangolare modulati in PWM. Esistono differenti modulazioni a seconda dei vantaggi che si riescono ad ottenere in termini di potenza dinamica minima, rapidità della commutazione, ecc… Non divago su queste cose ma era solo per indicare una delle tantissime applicazioni reali in cui vengono utilizzati i transistori mosfet associati a driver come quelli presentati nell’articolo. Per un’azionamentista, questi componenti vanno via come il pane.