
L’economia italiana ristagna. Crescono scandinavi e tedeschi che da decenni investono 4 volte più di noi in ricerca e sviluppo. La crisi è grave. Non ne parla la destra - cui manca la cultura. Gli interventi per mirare e realizzare la ripresa non sono ancora al primo posto nei programmi della sinistra: dobbiamo metterceli.
La Commissione Europea classifica i 27 paesi dell’Unione in base all’innovazione espressa da un indice (fra 0 e 1), funzione di 24 indicatori (lauree, investimenti in ricerca, brevetti, % di imprese innovative, etc.). Il diagramma illustra la situazione: ci sono: 4 leader, 10 innovatori avanzati, 9 moderati e 4 modesti.
Fonte: Innovation Union Scoreboard 2010, www.proinno-europe.eu/metrics
La media europea è 0,53. La Svezia è a 0,75.. L'Italia a 0,42 - il 16° posto su 27, dopo Portogallo ed Estonia. Da noi gli investimenti pubblici in ricerca sono 0,58% del PIL (0,77 della media europea) e quelli privati 0,65% del PIL (0,52 della media). Non sono scarsi solo gli investimenti, ma la cultura. Solo il 19% degli italiani completa l’educazione terziaria. La media europea è 32%, Francia 43%, Irlanda 49%.
Siamo nell’era dell’informazione, ma la misura del successo in base alla diffusione di PC, cellulari e altri gadget è piuttosto rozza. Attualmente cresce il divario fra alta tecnologia e cultura media. I supercomputer si usano per scopi banali. I decisori pubblici e privati non investono in ricerca e sviluppo, nè creano scuole eccellenti. I mass media propagandano tecnologia per scopi insulsi. Una rimonta tecnologica ed economica richiederà investimenti, risorse umane, immaginazione e controlli di qualità, ma non se ne vedono segni. È ora che quelle esigenze siano soddisfatte e non si discuta più su astrattezze.
In ogni settore dovremmo rinnovare strumenti e concetti efficaci per combattere il degrado culturale. Le carenze sono così palesi che spesso si propongono rimedi, purtroppo timidi e settoriali. È vitale, invece, definire traguardi:
- definizione di settori, risorse, strumenti, su cui basare imprese innovative
- progetto di aziende virtuali, costituite da ricercatori, scienziati, industriali
- innovazioni che creino settori di attività già perseguiti all’estero
- reperire risorse finanziarie e umane
- creare studi e formazione avanzata entro le aziende
.
In Italia c’è una università ogni 600.000 abitanti. Negli Stati Uniti ogni 100.000 abitanti, in Inghilterra ogni 200.000, in Francia ogni 230.000. Per iniziare una ripresa, l’industria italiana dovrà creare università, istituti di ricerca, politecnici. Invece si tagliano i finanziamenti pubblici a università e ricerca. In Francia il 2% dei professori universitari sono stranieri, nel UK 10,4 %, in USA 19%, a Singapore 47% - e, in questi paesi, è alta la percentuale di università eccellenti. Le università italiane, invece, non ingaggiano i migliori ovunque si trovino.
Innalzare la cultura generale, creare scuole avanzate, investire in ricerca e sviluppo evita il declino e produce resilienza. Invece le opinioni, credenze, ideologie più diffuse sono errate e modeste e il pubblico crede a catastrofismi e leggende metropolitane. A lungo termine occorre un'azione internazionale congiunta di aziende ad alta tecnologia per innalzare la cultura di intere popolazioni. Si alleino accademia, parlamento, industria per fornire al pubblico criteri di giudizio e modi di comunicazione efficaci.
In tutto il mondo si generano progressi continui cui si accede da Internet, ma il pubblico ne è escluso: giornali, radio, TV, comunicazioni sociali trattano argomenti volatili e non analizzano criticamente fatti importanti. Non siamo motivati a capire, partecipare. I mass media si usano per fini politici o interessi privati. Per eliminare tutto ciò ci vogliono tante conversioni a codici di equità e oggettività, oggi disprezzati. L’abbandono della ragione lascia spazio ad astrologia, parapsicologia, miracoli, visti come spiritosi atteggiamenti anche da certi intellettuali. La disinformazione porta alla rovina.
Il mondo è fatto di meccanismi naturali, struttura della materia, artifatti umani, processi sociali, politici ed economici. Questi sono gestiti o subìti dal pubblico in modi razionali, irrazionali, casuali. Per capirlo bisogna padroneggiare strumenti concettuali e tecnologici.
La capacità di concatenare problemi e soluzioni deve essere acquisita da tutti. La gestione di problemi sociali e politici non è una scienza. Usa anche principi semplici facili da comprendere. La gestione totale di qualità deve continuare a diffondersi nell’industria, ma anche pervadere società, scuole, processi decisionali, mass media. Solo chi investe forte in ricerca e sviluppo incrementa il PIL o non lo vede calare in tempo di crisi - gli altri no.

Non ne farei una questione destra/sinistra, alla fine la sete di potere (traducasi come burocrazia e corruzione) è parte dell’Uomo e viene fuori alla grande quando l’Uomo comanda. Semmai è che non esiste un efficiente sistema di controllo sul potere (vedi attacchi continui alla magistratura ultimo baluardo di vigilanza). Pensate solo che siamo in un paese dove il segretario eletto di partito nomina i deputati, quindi suoi amici, quindi una cricca, di fatto!
Comunque basterebbe rinunciare a qualche auto blu o a qualche viaggio “di gruppo” dei vari parlamentari per avere qualche soldo in piu nella ricerca e qualche investimento in piu nell’innovazione.
Questo articolo ci mostra i dati europei, sarei curioso di vedere quelli degli Stati Uniti, dove sembra che gli investitori non aspettino altro che una nuova startup per investire. Fatevi un giro su http://www.crunchbase.com/
Che fine possiamo fare noi poveri vecchi europei? (figuriamoci poi l’Italia)
Una domanda che mi sono posto spesso è: perche il SUD è storicamente sempre più povero del NORD. Noi italiani, spagnoli, portoghesi e greci siamo più poveri dei tedeschi, svedesi, inglesi etc.
(con le dovute eccezioni ovviamente)
Il sud Italia + più povero del nord Italia…
Indubbiamente è un meccanismo che poi tende al loop:
+povertà quindi -investimenti
-investimenti quindi -servizi (ospedali-università-strade)
-servizi quindi +povertà
Sembra un loop infinito, se poi aggiungiamo che +povertà e -servizi portano alla disoccupazione è facile intuire come la criminalità abbia terreno fertile.
Quindi SUD = Criminalità ?
Mi piacerebbe molto approfondire l’argomento, perchè il sud è storicamete più povero del nord, possibile che sia solo una questione di clima?
Nella storia italiana, è stato grazie al sud (più progredito in tutto) a migliorare il nord. L’unità d’Italia ha fatto sì che le risorse del sud furono investite al nord.
In un rilassante bagno termale, alcuni giorni fa, ne discutevamo:
2 ragazzi di Roma (tra cui il sottoscritto) passatemi il ragazzo 🙂
1 di Brescia
1 di Frosinone
2 di Londra (italiani ma residenti a Londra)
e la conclusione (non soddisfacente) è stata che oltre al fattore clima, al nord c’è una maggiore efficienza.
In pratica si lavora uguale, se non addirittura meno che al sud, ma si “ca**eggia” meno….
Dopo decenni di attività in ricerca e sviluppo del settore elettronico e misure in genere devo dire che mi fa’ “incavolare”, per non dire altro, sentire ancora che non si investe abbastanza in Italia in formazione e ricerca.
Io ho studiato e lavorato in Inghilterra negli anni ottanta (R&D) per grandi aziende che sviluppavano alta tecnologia.
Ho poi vissuto altri 8 anni all’estero, specialmente in Asia, sempre facendo lo stesso lavoro.
Quando sono tornato, a parte il fatto che non ho ricevuto nessuna risposta a oltre 200 curriculum inviati, ho iniziato un’attività con un amico.
Il problema più grande che abbiamo avuto negli ultimi 15 anni è stato reperire personale CAPACE (non qualificato e basta).
Attività questa improba ed infelice a causa principalmente dei professori sia universitari che delle scuple superiori che non hanno voglia di fare un EMERITO C**ZO.
Sono incompetenti, almeno sul lato pratico, e trasferiscono la loro incapacità ed arroganza agli studenti.
Quando sento il governo, i partiti, i sindacati, ecc. dire che bisogna investire in ricerca e sviluppo mi chiedo se queste persone abbiano idea di cosa parlano.
Dov’è la materia prima (i ragazzi preparati) per fare questo?
Noi abbiamo speso una fortuna e più in stipendi dati a giovani neolaureati che non hanno voluto apprendere e tanto meno seguire le direttive che davamo loro.
Se ne sono tutti andati appena ritenevano di aver imparato abbastanza (tutto a loro dire) e a noi rimaneva solo l’investimento sprecato su di loro.
LE SOLE AZIENDE CHE HANNO TRATTO BENEFICIO DA QUESTO SISTEMA SONO QUELLE CON SOVVENZIONI STATALI!!!!
Il problema non è che non si investe abbastanza in formazione e ricerca, SI SPRECA TUTTO, ogni singolo euro!!
Mandate i nostri cari governanti ed accademici ad imparare all’estero dove le cose si fanno seriamente e a costi molto inferiori (rapporto costo/beneficio).
Stavo per descrivere la mia esperienza, molto simile alla tua. D’altra parte non è la prima volta che una classe politica e dirigenziale distrugge un paese…
… gli ingegneri non vivono, funzionano! 🙂
Roberto Vacca presidente del consiglio.
via tutti quelli che ci sono adesso.
e l’italia riparte come hai tempi di MATTEI.(un sogno)
però attenti che c’è l’hanno ammazzato i
soliti amici degli amici, l’ignoranza di non ritorno
gli interessi , quindi che dire aspettiamo come il cinese sulla riva
mancano gli uomini seri,affidabili e con gli attrtibuti sotto. Oggi siamo
pieni di cantanti,arroganti, depilati,culattoni ecc..
senza idee,
che dire … una lettera da 100 pagine non psiegherebbe la situazione ITALIANA
tutte parole, prima si parlava sui palchi, adesso si scrive sui forum chat ecc.
vige la paura, l’indifferenza.
QUANDO, qualcuno crea un partito dei seri e affidabili.
possiamo chiamarlo il partito dei fatti e non parole con carta d’identità ITALIANA
CHIAMATEMI io sono qua’. come ITALIANO, ne vado fiero e con la voglia e la fantasia di lavorare
come i nostri padri ci anno insegnato.
caro professore potrebbe parlarci dello spreco di soldi che c’è nell’università.
Un mio professore (di sinistra) di ing. all’inizio delle proteste per la riforma Gelmini disse in classe che loro si son fo…..i tanti di qui soldi e adesso gli sembra giusto che questi vengano ridotti. parli di tutti i ricercatori che non fanno nulla o di tutte le cose che si comprano cosi tanto per fare. Parlo per esperienza fatta in prima persona.
A destra non sono dei santi ma a sinistra fanno la gara per essere come loro anche se professano il contrario. A sinistra sanno solo dire la riforma Gelmini non gli piace ma poi alternative serie non ne propongono.
Spero di riceve da lei risposta sincera sui miliardi sprecati all’interno dell’università dai prof e ricercatori (quasi tutti di sinistra) e solo dopo avermi dato risposta sincera potrà scrivere un articolo di questo tipo, perchè qui nessuno crede che non si rubino soldi a palate all’interno dell’università.
Cordialmente
concordo pienamente con quello che dice. la mia classe alle superiori ha avuto la fortuna di trovare uno dei pochi professori degni di essere chiamati cosi. a fine anno la mia classe sapeva molto di più dell’altra. non credo che noi eravamo geni e gli altri stupidi, ma solo che gli altri avevano un professore di mer. che il giorno si leggeva il giornale e in quell’istituto vi posso garantire che erano parecchi.
Ho notato che il Sig. Vacca ha nominato Singapore tra i paesi da prendere come esempio.
Io ho risieduto per quasi 7 anni in quel paese e mi spostavo in gran parte dell’Asia per lavoro, posso dire di conoscere bene come funziona.
Io LICENZIEREI TUTTI I NOSTRI GOVERNANTI e assumerei dei manager di Singapore e li pagherei 10 volte i nostri ministri, ne basterebbero 5 o 6.
Vi informo che Genova, uno dei porti con più antica tradizione di gestione merci, alcuni anni fa’ ha chiamato la PSA (Port of Singapore Authoroty)ad insegnargli come gestire le merci in modo moderno ed efficiente.
Potrei scrivere un libro sugli ultimi 50 anni della storia di Singapore, c’è dentro la soluzione alla maggior parte dei nostri problemi (mafia, corruzione, gestione pubblica, educazione, ricerca e sviluppo, raggiungimento dell’eccellenza in molti campi, ecc.).
SE VOGLIAMO SALVARCI, DOBBIAMO FARE COME I CINESI ORA E I GIAPPONESI PRIMA!!
COPIARE, COPIARE, COPIARE… DA CHI FA MEGLIO DI NOI.
Lasciamo perdere LA BUFALA, che ci raccontano i politici, che la creatività degli Italiani è il migliore cosa che abbiamo.
Da noi si dice “OLIO DI GOMITO”, no brillantina.
Non si costruisce il futuro di un paese in due anni, ma in decenni di oculata e intelligente programmazione.
Al contrario, il futuro di un paese può essere seriamente minato in meno di dieci anni di scelte politiche disastrose.
Chi oggi governa o ha governato nel recente passato non avrà probabilmente modo (per ragioni puramente anagrafiche) di vedere quali effetti avranno avuto le pessime scelte intraprese.
Le nuove generazioni invece avranno modo e dovranno sopportarne il peso, purché sia un peso effettivamente sostenibile (altrimenti ne usciremo conciati per le feste).
L’Italia non ha mai attuato serie politiche di ricerca e sviluppo tecnologiche. Nonostante questo in passato abbiamo conseguito risultati brillanti, eccellenti, di valenza mondiale. Grazie soprattutto all’eccellente formazione tecnico-scientifica della scuola e dell’università.
Nel tempo, però, non c’è stato quell’adeguamento costante e necessario per restare al passo con il resto del mondo che continuava a crescere. Per restare al passo era indubbiamente necessario aumentare gli investimenti per ricerca e sviluppo, soprattutto nel sistema pubblico di ricerca.
Invece, si è scelto di destinare altrove le risorse sempre più scarse.
Inoltre, per incarnare al meglio lo stereotipo che degli italiani hanno all’estero, l’attività di ricerca universitaria è finalizzata più al numero che alla qualità delle pubblicazioni, solamente nell’ottica di una carriera all’interno dell’istituzione accademica (esperienza che vivo costantemente, essendo un chimico di un’azienda privata che frequentemente collabora con istituzioni universitarie).
Sicuramente negli ultimi decenni quel che ha salvato l’Italia è stata la genialità e l’intraprendenza di imprenditori, soprattutto medio-piccoli, che hanno assicurato una crescita costante. Ma la crisi economica ha in molti casi obbligato anch’essi a ridurre gli investimenti in innovazione.
E i progetti di innovazione sostenuti da fondi pubblici (regionali, nazionali ed europei) sono spesso gocce di acqua nel deserto, caratterizzati per lo più da un’eccessiva burocrazia necessaria per la loro corretta gestione.
Insomma, la situazione non è rosea.
E il problema maggiore è il tempo.
Per cambiare il destino della società italiana servono scelte forti e coraggiose, che l’attuale classe politica, nella sua interezza, non è in grado di prendere. E in ogni caso, gli effetti si vedrebbero dopo parecchi anni.
Purtroppo il resto del mondo cresce (pur con le difficoltà causate da una crisi puramente finanziaria); ce la farà l’Italia?
Se ce la farà, sarà ancora una volta per l’inventiva e la creatività degli italiani, della gente che, di fronte a una nuova problematica, si ingegna di trovare una soluzione concreta.
Forse è meglio che la grande Ricerca, quella delle grandi teorie, quella da miliardi di dollari, sia fatta da chi la sa fare (americani, tedeschi, giapponesi, cinesi, indiani), mentre i fondi italiani dovrebbero essere destinati allo sviluppo di applicazioni tecnologiche finalizzate al soddisfacimento delle esigenze di innovazione delle realtà produttive che caratterizzano il tessuto industriale ed artigianale italiano.
Gli aiuti che la politica dovrebbe riuscire a dare al mondo produttivo italiano sono
la semplificazione degli adempimenti burocratici, la riduzione del peso fiscale, l’incentivazione all’investimento nelle risorse umane qualificate, il miglioramento delle infrastrutture. Solo così, forse (chi vivrà vedrà), sarà possibile recuperare lo svantaggio che progressivamente stiamo accumulando nei confronti dei paesi maggiormente in crescita.
Sebbene da quanto sopra scritto possa sembrare che io sia un pessimista, cerco sempre di pensare in maniera positiva ed ottimistica. E per questo sono convinto che, ancora una volta, l’Italia, per merito degli italiani, ce la farà e ritornerà ad essere un grande paese anche nei settori della ricerca e delle tecnologie avanzate.
Caro MPIVA,
sono d’accordo con te sulle responsabilità della classe politica degli ultimi decenni.
Non concordo sul fatto che la crisi sia puramente finanziaria, l’aspetto finanziario è la punta dell’iceberg, sotto ci sono i debiti accumulati da decenni di sprechi pubblici con la tacita approvazione della popolazione che beneficiava del sistema per vivere al di sopra delle proprie possibilità (facendo debiti con l’estero a livello nazionale).
Non possiamo imputare tutto al fatto che i nostri creditori non siano disposti a farci AUMENTARE IL DEBITO PUBBLICO.
Considerate che il ‘famigerato’ pareggio di bilancio chiesto dall’Europa serve solo a non creare ulteriori debiti, non a pagare i circa 2000 miliardi che dobbiamo.
In quanto ai successi di Italiani nella ricerca, sono dovuti più ad impegno personale che non alla preparazione fornita dal sistema educativo.
A differenza di te, io vedo molti anni di lacrime (speriamo non di sangue) davanti a noi.
Ci si impiega decenni a costruire un’azienda e pochissimo a chiuderla e perdere il suo principale valore, il KNOW-HOW (in veneziano ‘SORAMANEGO’, stando a Marco Paolini).
A questo hanno contribuito tutti; governo e politici in generale, sfruttatori vari, sindacati, e purtroppo anche molti dipendenti che non hanno ancora capito di essere nella stessa barca degli imprenditori (almeno quelli medi e piccoli).
Finchè si alimenta il conflitto dipendenti-datori di lavoro, NON C’E’ SPERANZA!!!!
VIVA LO SCIOPERO GENERALE, PANACEA DI TUTTI I MALI!!!!!
Spero vivamente non si arrivi a tali conclusioni, ma dovrai pur ammettere che il sud è in genere piu povero del nord. Escludendo i casi limite ovviamente, come i paesi con il petrolio o quelli dell’ex blocco sovietico.
Il sole sicuramente non brucerà i cervelli ma credo che, se associato ad un bel mare vicino, possa influire sulla produttività (non del settore turistico ovviamente 🙂
Insomma, non la semplificherei tanto la cosa….
Caro Zio80,
quelle che tu hai indicato come soluzioni sono delle mere utopie.
Hai dimenticato la parte più difficile da controllare, IL FATTORE UMANO (leggi cupidigia, avidità, arroganza, egoismo, e altri VIZI CAPITALI).
Se pensi che il benessere diffuso che abbiamo avuto finora in Italia sia dovuto semplicemente al lavoro dei cittadini Italiani, ti sbagli alla grande.
Prova a considerare uno stipendio netto di 2000€, costa all’azienda circa 5000€.
Questo significa che deve vendere i propri prodotti con un margine tale da recuperare quel costo e guadagnarci anche sopra per reinvestire.
Per vendere tale prodotto in quantità, bisogna ricorrere all’esportazione.
Nei paesi poveri, chi si può permettere tali prodotti di sicuro guadagna sfruttando la popolazione del posto.
Ancora più evidente è in caso di multinazionali, vedi Fiat, se non avesse stabilimenti in Polonia, Turchia, Serbia, Brasile, ecc., come farebbe a pagare gli stipendi dei lavoratori in Italia, elevati rispetto ai paesi menzionati, quando il bilancio dell’azienda quì è in rosso?
Una famosa coppia di comici concludeva uno sketch con “fatevi aiutare da papà”, o nonno direi io.
Loro hanno vissuto anni in cui questi conti venivano fatti giornalmente, prima della stagione delle cicale che abbiamo vissuto negli ultimi decenni.
In ogni caso l’Italia ha un regime di CAOS DEMOCRATICO, dove le ideologie e gli interessi dei singoli impediscono di governare seriamente.
Finchè c’è lo scambio voti/favori non c’è speranza, e non mi riferisco solo alla mafia ma a tutti coloro che votano un partito solo perchè gli può dare dei vantaggi personali anche sapendo che sono un danno per l’intera nazione.
Una conclusione tipo “il sole brucia i cervelli” non è certo sensata…ma forse non è troppo lontana dalla realtà. Mi spiego meglio: se analizziamo il nostro comportamento in funzione del clima, rimanendo comunque nella stessa area geografica, io ho notato che nei periodi invernali (o primaverili, o autunnali) sono sicuramente più invogliato a lavorare, a studiare, a sviluppare idee e progetti. Appena arriva l’estate, anche se non vado in vacanza e rimango nello stesso posto in cui ho passato l’inverno, il caldo risulta in qualche modo opprimente e mi rende più passivo: la fatica di un qualsiasi lavoro manuale è amplificata e anche un lavoro “mentale” (studio, progettazione) è più scoraggiato. Poi se aggiungiamo pure la voglia di passare le giornate al mare o rilassarsi in qualche altro modo…
Ciò che mi spinge ad analizzare questa situazione è anche una riflessione che fece una prof di chimica al liceo, riguardo i cambiamenti climatici: ci fece notare che i periodi più caldi della storia corrispondono sempre a tempi di povertà, di anti-progresso, ignoranza, come il medioevo, mentre i periodi con clima più freddo hanno visto nascere i più grandi scienziati, popolazioni produttive e mediamente più acculturate. Sarà un caso? Oppure effettivamente siamo così tanto influenzati dal nostro clima?
Rimane comunque ovvio che possono esistere molte eccezioni, come paesi del nord non troppo sviluppati o gente del sud che dimostra di essere sicuramente più intelligente e produttiva di altri che vivono al nord (meglio non entrare in politica..ma ci siamo capiti). Però si può parlare di tendenze…e forse in questo caso una tendenza basata sul clima ci può essere.
Comprendo le difficoltà in un articolo di questo genere, ma lascerei fuori la politica da questo blog. Sarà sicuramente meglio per tutti 🙂
Berlusconi è stato un grande ed è stato sostituito per l’invidia del mondo politico globale!
se Berlusconi fosse stato il sindaco di new york e Bloomberg il premier italiano il risultato sarebbestato = Monti ……………. e la campagna dei media sarebbe stata la medesima con i sbaglioni del pd che avrebbero continuato a ripetere “a casa a casa”
con il sopravvento della tecnologia microsoft (vedi Mloomberg) il mondo è cambiato radicalmente e si prospettano, ora, due mondi opinabili : quello degli uomini che vogliono stare fuori dalla competizione “ai quali bisognerebbe dare un vitalizio minimo ed un luogo dove godere delle libertà di una sana vita naturale con poche spese contribuite e tutte contribuite e nessuna possibilità di produrre ricchezza ma solo la certezza di poter riciclare il vitalizio” ed il mondo dei competitori “ai quali si dia il via al libero gioco della competizione (con l’obbligazione di non poter nuocere all’umanità intera tutta in alcun modo: pena l’impiccagione).
basta seguire queste premesse per capire che per far soldi l’intelligenza e la cultura (in cui prenda posto la scienza) sono obbligatorie insieme alla disponibilità di essere responsabili che vinceranno i migliori competitori.
ogni sei anni (invece delle votazioni) si firma per restare nel proprio partito: i competitori potranno firmare per restare in competizione o cambiare e così anche gli altri.
la politica allora sarà di veri tecnici e non di buffoni (mi riferisco all’europa intera esclusa l’inghilterra che un tipo di governo simile già lo vive.
NON SI ACCETTANO POLEMICHE DI NESSUN TIPO
Un paese che sottrae fondi per la ricerca e l’istruzione è un paese morto, invece di tagliare su progetti inutili che erano fonte di guadagno extra per la dirigenza e gli affiliati (leggi lobby universitarie), si è tagliato sulle risorse per lo sviluppo e il mantenimento delle strutture, riducendo in modo drastico gli insegnamenti di base. Se questa è grandezza e lungimiranza, è meglio che si vada a contivare campi.
protoni, isotopi ed elettrodinamica ……………….
caro zio80,
sono stato architetto e poi ……. per una scelta corretta (quella di decidere di non stare con i camorristi) ho abbandonato la mia professione (che avrei continuato con piacere se non avessi avuto un dissenso con il mio professore di restauro molto prima dell’arrivo dei camorristi a napoli) e sono tornato a studiare. che cosa studiare se non i fondamenti della statistica? (avevo già studiato un anno di fisica a scienze naturali)
con questa base la scienza della finanza , nella forma vera, (quella prospettata da premi nobel come w.f.sharpe o cox, ross, rubinstein) è stato un progredire continuo. ora non posso dire di avere la possibilità di sbancare il floor. la vita continua ed il mio obbiettivo è di andare a vivere nella padania e se non bastasse anche di più.
non si è mai visto che qualcuno extraterritoriale comandi ad una nazione sovrana che il rappresentante esecutivo legittimo sia sostituito con uno sbaglione che brekdenza con le mani di silvan “bimsalabin” perché nessuno del consiglio d’europa ha le conoscenze opportune e per non sentirsi pesci fuor d’acqua anno chiesto che anche l’italia avesse un pesce.
….. se questa macchina “niente ripresa” c’è bisogno di idee nuove, idee ecologiche …. qualcosa in cui poter usare ARDUINO. Questo è il punto! Dovremmo vendere e comprare ARDUINO per progredire nella nostra competitività economico-imprenditoriale giornaliera.
Effettivamente ieri, parlando con un conoscente (imprenditore ) che stimo molto perché preciso, attento ed onesto, sono venuto a conoscenza di un progetto ecologico (già realizzato e funzionante in cui poter utilizzare più volte il circuito arduino nelle sue versioni più svariate. ………….. a già ………….. il progetto, non lo credereste mai!!! Ma sapete che gli arabi hanno costruito una auto aerostatica alimentata ad idrogeno? Il futuro è fra noi e gli scandinavi crescono!
Meno male che gli arabi stanno in arabia!
saluto tutti affettuosamente e vado in vacanza.
ciao!
Rimbocchiamoci le maniche…..saluto tutti e vado in vacanza???
mi sa tanto di “armiamoci e partite” 🙂
cosa vorresti che facessi……………
ho sessantadue anni, illuso e disilluso mille volte in anni di tentativi inutili, centinaia di discorsi fatti, decine di porte battute (bussate), intralciato in ogni progetto di qualsiasi natura diversa fosse ogni volta etc etc
almeno recupero il tempo perduto nell’ottimismo del mio studio.
quando potrò (se potrò) realizzerò il mio sogno …………. siamo soli, e quando ci siamo uniti per una causa comune ci siamo accorti che il furbo del gruppo ovvero uno spione di turno, ci ha fatto le scarpe, ha intascato i suoi miserabili 33 danari d’argento e noi abbiamo perso la nostra dignità, la nostra originalità, il nostro tempo mentre lui piano piano sparisce per andarsi a godere il servilismo lurido che era proprio della sua natura avida………. parva materia la soddisfazione di vederlo impiccato per il suo rimorso: suo figlio non porterà il ricordo del tradimento del padre e cercherà nei suoi pensieri le ragioni della sua “elezione” nell’eredità ricevuta dal padre e tenterà in ogni modo di tenere il dominio (premio inconsapevole del tradimento).
resto in vacanza caro emanuele, le formule della scienza sono vere e non mi tradiscono mai, …….le ritrovo quando uso excel o carta e penna, sono vere perché anche quando sono generali (rozze), si possono migliorare con le prove e testando i risultati teorici con i dati rilevati nella realtà, alla fine combaciano e ci baciano rendendoci liberi e superiori ai 33 danari che non ci potrebbero mai ripagare del tempo dedicato con amore alla nostra ricerca della verità.
Come ti capisco!
Anche io ho avuto delle esperienze simili…. nel 1995 ero consigliere di amministrazione e socio minoritario di una società di progettazione e produzione elettronica, poi chiusa colpa dei soci maggioritari… alla fine io ci ho solo rimesso!
Questa solo per dirne una, ma la vita è piena di insidie, se smettiamo di combattere, allora smettiamo di vivere!
Piu che buone vacanze mi sentirei di augurarti buon recupero di energie!
grazie, ma ti devo dire che qualche anno fa, all’istituto IMI di milano, il tutore autorevole di un corso finanziario d’elite insegnava che la tecnica dell’aumento di capitale era consigliata come strategia di sconto e fagocitazione delle quote del socio paritario subito dopo aver acquistato un minimo numero di quote decisionali. si può attaccare un sistema (anche infettivo) ma solo dall’esterno.