
L’ingresso della robotica nel mondo dell’istruzione deve superare ancora qualche ostacolo. Ma sono molte le aziende che stanno cominciando a scommettere sul fatto che in futuro la robotica sarà una delle materie studiate dai giovani, almeno in alcuni tipi di scuole. Per questo è stato organizzato addirittura un convegno (online) per discutere la situazione dei programmi educativi.
Verso l’insegnamento della robotica a scuola
Il legame tra robotica e istruzione non è ancora molto solido. A lungo si è discusso dell’importanza delle varie materie che si insegnano a scuola, con posizioni diverse: qualcuno insegnerebbe solo ed esclusivamente materie scientifiche, qualcun altro difende a spada tratta la letteratura e la storia dell’arte. Per non parlare del latino, cara vecchia (in tutti i sensi) conoscenza dei licei italiani. La robotica per ora non compare tra le materie oggetto di studio, ma c’è chi spera che questa situazione cambi in fretta…
“Next Generation Education and Research Robotics” è stato il tema del convegno virtuale Robotics Summit. Presentata da Robotic Trends e sponsorizzata da Freescale, la conferenza era caratterizzata dalla presenza di professori universitari e perfino del presidente di un importante produttore di kit per la robotica per l’istruzione.
Come il computer di casa, la robotica dovrebbe iniziare ad essere diffusa anche nel mondo dell’istruzione. I computer hanno introdotto tutto un nuovo mondo di programmazione per le nuove generazioni e questo è stato sicuramente un passo avanti per lo sviluppo. Ora la robotica dovrebbe produrre una nuova generazione di esperti di meccatronica, la scienza di integrazione tra l’elettronica, i sensori, la meccanica e i software in un sistema efficiente.
Vex Robotics e c-Link Systems in prima linea per la robotica
Nel suo intervento, Paolo Copioli, presidente di Vex Robotics ha chiarito l'importanza dei programmi di istruzione: "La necessità di concentrarsi su scienza, tecnologia, ingegneria e matematica nei programmi di educazione per ampliare la base di risolutori di problemi per il futuro è stato definito come il problema successivo nella realizzazione di programmi educativi che possano preparare i leader del futuro".
La sua presentazione ha sottolineato le proprietà che dovrebbe avere un buono strumento di formazione sulla robotica, che deve essere educativo, economico, stimolante e sicuro. VEX supporta gare di robotica dalla scuola elementare fino al college, con oltre 700 prodotti per la costruzione di robot per scopi didattici ed hobby. I motori VEX 3 sono del tutto compatibili con la TWR-MECH board di Freescale e RobotSee.

Il Quick Start i.MX53 è facile da usare e conveniente per computer con Linux che si interfacciano facilmente alla scheda di Freescale TWR-MECH. Il Quick Start i.MX53 espande l'orizzonte per gli studenti con l'aggiunta di Linux o con la programmazione di Android, Computer Vision, e l’intelligenza artificiale.
c-Link Systems produce card di navigazione per il Tower System. La sua scheda GPS aggiunge funzionalità di navigazione per i disegni robot basati su TWR-MECH. Utilizzando le loro card di controllo del motore a corrente continua, è possibile controllare motori a corrente continua fino a 30A da qualsiasi Freescale Tower Controller board. c-Link vende anche un robot industriale che si basa sul Tower System, detto Forager.
Eric Gregori di Freescale ha fatto un intervento su robotica e istruzione intitolato “Hands-on Learning: Piattaforme per insegnare la programmazione”. La presentazione include un riferimento al robot Freescale FSLBOT che sarà rilasciato molto presto. Si tratta di un robot a 4 gradi di libertà che può camminare e ha dei sensori tattili e un accelerometro a 3 assi. Il robot è anche aggiornabile per Linux / Android e computer vision.
È ancora possibile partecipare al vertice Robot Summit e guardare le varie presentazioni che sono state fatte finora su robotica e istruzione sul sito ufficiale di NextGen Education and Research Robotics. Il sito risulterà sicuramente interessante per tutti gli appassionati di robotica!

con i PIC, la robotica è nel mondo dell’istruzione, senza contare le gare che fanno le varie scuole con i robot della Lego, certo è meglio che altre aziende si leghino al mondo dell’istruzione.
http://www.scuoladirobotica.eu/ Un ottimo sito da cui iniziare pieno di iniziative molto interessanti a cui partecipare. La robotica andrebbe insegnata a cominciare con i Lego Mindstorms anche se sono costosetti per arrivare ai PIC e agli FPGA. Io sono cresciuto guardando Gundam, pensa te un bambino di oggi come potrebbe divertirsi anche solo all’idea di poter costruire il suo di robot..
Io grazie agli studi di automazione mi sono avvicinato un pò a questo mondo.. Non mi affascina molto perchè in fondo è piuttosto complesso e ho altri interessi.
Ricordo però al liceo quando avevo costruito un robot con i pezzi della lego mindstorms e poi l’avevo programmato in modo tale che, grazie a un sensore di luminosità, il robot funzionava come un girasole. Ovvero rilevava la posizione del sole tramite dei movimenti a rettangolo. Una volta rilevato il picco di luminosità restava fisso in quella posizione per un certo periodo di tempo. Dato poi che il sole si muoveva molto lentamente noi usavamo una lampada, ma il principio e lo scopo del progetto era quello che ho descritto.
Devo dire che mi sono divertito un sacco e ho imparato anche un sacc di cose in quel laboratorio.
Secondo me questi sono dei modi per insegnare cose curiose, nemmeno troppo semplici, senza annoiare chi ti ascolta.
E poi sono un mondo affascinante per anche chi di informatica o di elettronica sa poco =)
Non mi piace molto l’idea della robotica a scuola. Non ho nulla contro la robotica, ma la vedo controproducente nelle scuole pubbliche di oggi. Gli sforzi per migliorare la scuola sono da concentrare altrove. Io ho frequentato un liceo classico, e come me anche mia sorella lo sta frequentando. Ovviamente quando mi sono iscritto a ingegneria ho dovuto ricominciare da zero. Le uniche cose che sapevo fare al liceo e che mi è tornata utile era lo studio di funzioni e le derivate. per il resto stavo praticamente a zero. Ora sto dando una mano a mia sorella saltuariamente, e mi rendo conto che l’insegnamento della matematica è organizzato malissimo! Ad esempio secondo me prima di spiegare le disequazioni andrebbe almeno introdotto l’andamento di una funzione nel piano XY, e andrebbe insegnato a scomporre le equazioni di grado superiore al primo in prodotti di polinomi. Se non sbaglio io questa cosa l’ho fatta all’ultimo anno (e nemmeno bene). Ecco, invece di investire per l’insegnamento della robotica andrebbero aggiustati questi aspetti, oppure bisognerebbe investire in corsi di grammatica. Guardando in giro, specialmente su facebook e network simili, mi rendo conto che congiuntivo, condizionale, verbo avere vs. congiunzioni e preposizioni (ho o, hai ai), verbo essere vs. congiunzione e, punteggiatura e simili sono fonte di errori grossolani da parte di moltissime persone. Io non pretendo di avere uno stile impeccabile, sia ben chiaro, ogni tanto sbaglio, ma nelle scuole bisogna cercare di dedicare un po’ più di tempo a queste cose. C’è da aggiungere che l’inserimento della robotica sarebbe fine a se stesso, e a livello di scuola superiore non avrebbe senso. La robotica credo che sia una bella materia, ma se oggi le cose più difficili che vengono realizzate sono gli algoritmi per far lampeggiare un led su un pic, non vedo l’utilità di inserirla nei programmi. Un’ultima considerazione sarebbe quella riguardante l’utilità della materia allo studente. Questa materia la vedrei adatta essenzialmente agli istituti tecnici. Una parte considerevole dei ragazzi che passano per queste scuole, uscendo andranno a cercare lavoro e gli altri proseguiranno gli studi (facciamo finta che siano trascurabili i nullafacenti). Siccome chi proseguirà sulla via del lavoro, probabilmente non metterà più mano ai libri, probabilmente è più opportuno insegnare loro cose che gli torneranno utili. Oltre la grammatica, che era solo un esempio, si potrebbero fare approfondimenti di informatica, elettronica, impiantistica ecc. La robotica la vedo poco utile al ragazzo che vuole andare a lavorare. Chi invece prosegue gli studi, invece potrebbe ritrovarsela di fronte, nel caso scelga un indirizzo universitario che la preveda. C’è da dire che se un ragazzo ha dei buoni fondamenti di informatica ed elettronica, nel caso fosse interessato alla costruzione di qualche tipo di automa, non avrà alcun problema; invece se un ragazzo impara come si monta il motorino passo passo vicino a un telaio, senza avere molta conoscenza di elettronica e programmazione, non potrà mai realizzare nulla in questo senso. Questa materia non viene insegnata nemmeno nei corsi di laurea triennale (almeno non da noi) perchè in effetti, per insegnare a realizzare un robot (nel senso più generale del termine) c’è bisogno di un sacco di conoscenze, altrimenti ci si deve limitare solo ai modellini
Partendo dalla definizione di robot vorrei dirti che non sono in parte daccordo con la tua idea di non inserire la robotica nella scuola. Innanzi tutto, cos’è un robot? In generale viene definito come un’apparecchiatura meccanica ed elettronica che svolge dei compiti automatizzati attraverso una supervisione diretta dell’uomo o attraverso un programma predefinito. Questa apparecchiatura può essere dotata di connessioni guidate, e di dispositivi di retroazione. Quindi queste azioni svolte dal robot possono la forma di motori di qualsiasi tipologia o attuatori che muovono un braccio, aprono e chiudono una cancello elettrico, o fanno muovere un meccanismo. Quindi in base a ciò, il concetto di robot può comprendere la maggioranza degli apparecchi automatizzati.
Se decidiamo di togliere tutto ciò negli istituti tecnici, dovremmo togliere innanzi tutto la materia principale che studia i processi automatici, che si chiama appunto SISTEMI AUTOMATICI, mentre nei professionali dovremmo togliere la materia che si chiama CONTROLLI AUTOMATICI, che comunque, per tua fortuna, il Ministro ha ridotto notevolmente, nei nuovi corsi degli ITIS e degli IPSIA, a ciò dovremmo anche togliere, perchè non avrebbe più senso, l’altra materia collegata, ovvero T.D.P (Tecnologie, Disegno e Progettazione), dove si svolge oltre l’insegnamento di Tecnologia, anche la realizzazione di progetti legati all’automazione, soprattutto nelle classi terminali, come la movimentazione di semplici macchine fino alla realizzazione di macchine più complesse, per esempio gli elettrotecnici utilizzano il PLC per realizzare semafori, movimentazione di carrelli, ascensori e sistemi di processi produttivi tipici delle catene di distribuzione, o di piccole fabbriche automatizzate, mentre gli elettronici progettano sistemi di allarme, movimentazione di piccoli automi e anche loro affrontandolo in modo diverso i semafori attraverso l’uso dei PIC, un altro tipico esempio è l’inseguitore solare.
Tra le altre cose, c’è da dire che nei nuovi corsi di studio è stata inserita una nuova specializzazione che si chiama Automazione che hanno scorporato dal vecchio corso che si chiamava Elettrotecnica e Automazione. Secondo me, è impensabile togliere lo studio dei processi di automazione nelle scuole in favore delle discipline umanistiche, che dovrebbero essere rafforzate nel triennio della scuola media inferiore, dove si dovrebbero mettere le basi per la conoscenza della lingua italiana, a 14 anni è difficile recuperare le basi linguistiche pregresse che si dovrebbero già possedere.
Linus ha posto un quesito interessante: che cosa intendiamo noi per robotica? Automazione? Pic? FPGA? E partendo da questa definizione che cosa bisognerebbe insegnare? Inoltre Giovanni ha posto implicitamente un altro quesito su come venga insegnata la matematica. La matematica di un ITIS il più delle volte è superiore a quella insegnata in un liceo, sia per motivi storici (vedi la riforma Gentile) ma anche di necessità lavorativa. Chi esce da un ITIS dev’essere pronto al mondo del lavoro, non a caso per la riforma Gentile questa doveva essere la manovalanza e chi faceva il liceo doveva fare da testa e come sottolinea spesso il matematico Piergiorgio Odifreddi questo è uno dei problemi dell’Italia. Se avete voglia vi consiglio di leggere “Le due culture” Charles Spercy Snow in cui si mette in evidenza come nella società attuale la distinzione rigida fra scienza ed umanesimo non aiuti il progresso umano.. Perché faccio questo discorso? Perché credo che la robotica insegnata come si deve possa essere un campo ricco di studio fra materie umanistiche e scientifiche.
Io per robotica per esempio intendo anche l’introduzione della filosofia non solo nei licei, per esempio comprendere quello che per Leibniz era la characteristica universalis, la ricerca cioè di un algoritmo della mente quindi a partire da Lullo ( Ars Magna), Leibniz (Ars combinatoria) , Boole (Analisi matematica della logica). Quindi comprendere come sia nata l’algebra di Boole da quella di Aristotele e Crisippo etc.
La filosofia sarebbe come un soluto universale, anche perché parlare di robotica senza sapere per esempio che la realizzazione di Ai equivale ad avvalere una concezione materialistica riduzionista della mente non avrebbe senso. Bisognerebbe entrare nell’ottica di far capire perché si costruiscono e si spedono milioni nella costruzione di robota.
Per esempio ieri chiacchieravo con un’amica di linguistica ed ogni tanto saltano fuori le grammatiche generative di Choamsky, in sostanza avremmo un modulo innato per l’apprendimento del linguaggio (LAD) altrimenti come ci spiegheremo la facilità con cui un bambino apprende le parole. I robot bambino, come mi sembra anche ICUB, servono proprio a questo a svelare piccoli misteri. I bambini andrebbero appassionati a questi misteri e a vedere la robotica come un tavolino di prova. Come diceva il matematico Paul Erdos “la mia mente è aperta”, ma perché lo sia bisogna stimolare la curiosità.
secondo il mio parere nelle scuole non si insegna l’amore per la conoscenza, si insegnano le cose tanto per fare… è pieno di incozzati che non sanno insegnare o che lo fanno non per passione ma perchè non c’era altro lavoro da fare.
detto questo
– la grammatica non la sanno neanche le maestre spesso e volentieri
– oggi usano dei metodi che non condivido, (almeno per mia esperienza) faccio l’esempio: se il bambino sbaglia una doppia o la a con l’H non lo correggo perchè se ne deve accorgere da solo di aver sbagliato (ma che ragionametnto è? se non lo correggi non si mette nemmeno il dubbio se sia giusto o meno quello che ha scritto no?)..
– la matematica studiata fine a se stessa è come far mangiare un piatto che non piace, è una cosa sterile… i ragazzini non ne capiscono l’utilizzo e quindi non la studiano (la maggior parte)..
per tornare all’argomento dell’articolo, non parliamo delle superiori che qualcosa gia la fanno come si diceva sopra, e dipende dall’indirizzo che si sceglie, quindi non ha senso introdurre la robotica in un liceo classico quando uno lo sceglie magari perchè gli piace il greco o la letteratura latina, e non gli interessa una mazza di elettronica e automazione, ma parliamo delle medie bisognerebbe fare semplicemente un aggiornamento di educazione tecnica o magari introdurre attività a scelta che ne so, il primo anno un introduzione, una panoramica diciamo a tutto, poi si sceglie per il 2 e 3 anno delle medie, la materia che si vuole fare o diciamo il pacchetto di materie.
Per quanto rigaurda la filosofia, è bello insegnare il ragionamento,o meglio come dice la parola stessa “l’amore per la conoscenza” non la storia della filosofia, che è anch’essa importante ma suscita meno interesse ed è meno utile alla formazione della persona secondo me, piuttosto è meglio insegnare a ragionare e confrontarsi con gli altri con tesi – antitesi – sintesi e la cosa è più che costruttiva per formare le menti, educare ecc, mentre i modelli proposti di dialogo sono le grida in tv senza niente di positivo, attaccare il prossimo e basta…
Purtroppo baffo hai toccato un tasto dolente dell’istruzione italiana, appassionare i giovani allo studio, dovremmo poi contare anche il problema della dispersione scolastica http://www.flcgil.it/scuola/dispersione-scolastica-i-dati-del-ministero-della-pubblica-istruzione.flc e della riduzione dei fondi per i corsi serali sia per adulti che per adolescenti.
Per quanto riguarda il percorso formativo scolastico io ne avrei adoperato uno uguale per tutti fino ai 18 anni con diversi moduli supplementari in modo che uno capisca con la crescita che cosa vuole fare. Non so come un bambino finite le media possa decidere fra un indirizzo scientifico tecnico ed uno umanistico senza sacrificare la propria formazione come individuo. Altro problema è che molti di noi hanno trovato insegnanti che più che appassionare alla materia te la facevano odiare (chissà perché è quasi sempre matematica) , sia per il modo in cui veniva spiegata ma anche per la poca voglia dell’insegnate.
Chi di noi non ha mai sognato un insegnante così?? O Capitano, Mio Capitano!
http://www.youtube.com/watch?v=zrXyYsRHAGQ
In realtà si sono già incontrati, certo non in maniera seria, ma quasi. Nel mio istituti tecnico industriale c’è l’indirizzo Elettrotecnica e Automazione. Comprendo benissimo che automazione è differente da robotica, ma non troppo. Il problema magari è nel piano didattico troppo antico, come anche per gli altri corsi ( io in quello di elettronica usavo gli integrati più vecchi che esistessero ) degli istituti industriali. Sinceramente un corso dedicato solo alla robotica lo trovo quasi inutile: quante aziende italiane lavorano sulla robotica? Ed in particolare, quante di queste assumerebbero un neodiplomato? Io l’unico ruolo che gli vedo assegnato è quello delle catene di montaggio. Ovviamente sto parlando di neodiplomati, comprendo benissimo che chi è autodidatta può anche aspirare a ruoli di progettazione, anche se secondo il mio punto di vista, attualmente una azienda preferisce prendere un neolaureato triennale e offrirgli 800€ per 6 mesi ( ne ho visti tantissimi ). Tanto l’abbondanza c’è e si viene a creare un ricambio continuo. Dal punto di vista delle scuole, l’attrezzatura per laboratori di robotica è un costo di gestione pesante ( suppongo ) se confrontato a quei laboratori di informatica o anche elettronica. Secondo me comunque robotica è un argomento che richiede basi forti di elettronica, informatica…e quindi lo vedo più come indirizzo universitario.
hai pienamente ragione, esperienza personale:
elementari- materia preferita matematica e scienze.
medie- materia preferita: ragazze, musica 🙂
superiori: ho scelto il liceo scientifico anche se avrei dovuto scegliere le industriali viste le mie propensioni (ma non era una buona scuola a quanto dicevano, … non lo so,e comunque non mi pento della scelta) al liceo, dicevo, ho amato molto materie come la letteratura (grazie al professore) e la filosofia, mentre ho amato di meno le materie scientifiche (a parte la fisica) come biologia e chimica sempre per via dell’insegnante che non sapeva una mazza….
stranamente poi sono andato in ing Elettronica e più vado a vanti e più mi piace… come si spiega il percorso? si torna alle origini 🙂
sarebbe molto utile come dicevi tu formare le persone senza sacrificare l’uno o l’altro aspetto facendo un po di tutto sino a un età matura e poi si decide… non puoi dire che una cosa non ti piace se non l’assaggi prima!
http://www.ilpost.it/2011/04/07/la-mafia-montessori/ mi sono ricordato ora di questo articolo visto che parlavamo anche formazione scolastica.
“I fondatori di Google Larry Page e Sergei Brin, l’ideatore di Amazon Jeff Bezos, il fondatore di Wikipedia Jimmy Wales e il pioniere dei videogiochi Will Wright hanno qualcosa in comune: hanno tutti frequentato scuole nella loro infanzia che utilizzavano il metodo Montessori” (cit).. anche se non mi piace il termine mafia perché denigrante per noi italiani.
Trovo interessante come un clima educativo libero e creativo abbia favorito il talento di questi individui, anche se non so se via sia un diretto rapporto con il loro successo..
@Cosimo purtroppo hai toccato un tasto dolente per noi giovani che cerchiamo lavoro e sulle politiche di assunzione delle ditte:stage etc. Meglio diplomati o triennale? Tanto hanno sempre con chi rimpiazzare il posto di lavoro vacante.
Pensavo che non necessariamente di debba fare robotica sin dalla scuola elementare ma favorire magari introducendo man mano materie che potrebbero servire a raggiungere un formae mentis logico ed analitico. Il problema è anche quello dei fondi, della manutenzione dei laboratori che già adesso fanno pena.
Ok, faccio un passo indietro: nell’insieme dei robot non intendevo cancelli automatici e sistemi di ascensori, ma sistemi più complessi, come sistemi automatizzati industriali, robot nel senso più comune del termine, e cose di questo tipo. Bisogna riconoscere che quello dell’automazione industriale è un mondo abbastanza vasto, e non basta conoscere una plc per potervi accedere. Non ho frequentato un istituto tecnico, quindi non posso entrare troppo nel merito, ma pensavo che cancelli, ascensori, e simili rientrassero in un curriculum di tipo elettronico. Non sono però d’accordo sull’ultima parte del tuo post, cioè che dopo le scuole medie quello che è fatto è fatto. Io ho l’impressione che il ragazzo medio di 14 anni abbia un dizionario molto esiguo, e non sappia formulare frasi di senso compiuto. Se queste cose non gli vengono insegnate a scuola, non le imparerà mai più. Già io ho fatto poca analisi logica e del periodo in un liceo classico, figuriamoci nelle altre scuole cosa si fa… Io sono il primo a odiare la letteratura, perchè da mille anni si insegnano solo promessi sposi e divina commedia, ai quali riconosco tutta l’importanza storica che meritano, ma devo dire che sono davvero noiosi! Quando a scuola facevamo l’analisi delle poesie, io dormivo!
Riassumendo, è giusto che un istituto tecnico rimanga tale, ma se si studiasse più grammatica sarebbe meglio.
Andres, non voglio fare il classista, ma in un certo senso è giusto che qualche differenza ci sia tra un liceo e un istituto di tipo professionale. Tutti e due hanno i propri vantaggi e svantaggi. I licei, come giustamente dicevi, sono scuole adatte a chi ha intenzione di continuare gli studi. Le materie insegnate non sono molto tecniche, anzi è tutta teoria, ma hanno il vantaggio secondo me di fornire allo studente un background culturale che altrimenti difficilmente avrebbe avuto. Io ad esempio ho studiato 3 anni di filosofia, 3 anni di fisica, 2 anni di chimica e biologia, 1 anno di geografia astronomica e 5 anni di latino e greco. Successivamente ho abbandonato gli studi umanistici e mi sono dato all’ingegneria elettronica. Anche se ho odiato profondamente quegli anni, dato che i ricordi peggiori che ho sono quello delle versioni di greco e di quella idiota patentata della mia prof di storia e filosofia, non rimpiango la mia scelta per il fatto che greco e latino mi permettono di capire al volo l’etimologia di molte parole, è una sensazione soddisfacente!
Tornando al discorso originale, quello che voglio dire è che se uno già sa che non ha intenzione di passare la vita a sgobbare sui libri, è giusto che abbia la possibilità di intraprendere una carriera scolastica che lo formi per il lavoro. Sono d’accordo che a 13 anni è difficile scegliere dove buttarsi, ma a quell’età è abbastanza semplice vedere se un ragazzo ha l’attitudine a studiare oppure no. Se soffre a studiare, tanto vale che vada a un istituto professionale, dove (a detta di un mio amico che l’ha frequentato) non si fa proprio niente!
Se uno vuole lasciarsi il beneficio del dubbio può frequentare un istituto come tecnico industriale o tecnico commerciale (ragioneria), in modo da posticipare la scelta definitiva di qualche anno. Chi invece frequenta un liceo classico o scientifico, resta abilitato solo e soltanto a lavori per i quali non è necessaria una competenza specifica. Ad esempio io d’estate lavoro come cassiere in un supermercato, ma non ho avuto bisogno di studiare per svolgere questo compito.
Per quanto riguarda la filosofia, sebbene i miei filosofi preferiti siano stati Aristotele, Hegel e Nietzsche (non sono molto collegati tra di loro, ma nel momento di studiarli mi sono proprio piaciuti!) ho riconosciuto in tutti gli schemi di Kant una sorta di modello teorico per costruire qualche tipo di intelligenza artificiale. Forse sbaglio, ma all’epoca dei fatti mi ha dato questa impressione. Successivamente non mi sono messo ad approfondire molto la questione perchè in realtà ho avuto poco tempo, ma mi piacerebbe farlo un giorno…
Concordo con te sul fatto che chi studia robotica dovrebbe avere anche chiari dei fondamenti di filosofia. La filosofia è una grande materia, p una di quelle che ha formato di più il mio modo di pensare, ma purtroppo proprio per la sua enormità, è molto difficile da integrare in scuole di tipo professionale… Noi abbiamo fatto qualcosa come 4 ore a settimana di filosofia per tre anni interi, e non l’abbiamo nemmeno fatta nel dettaglio, ci siamo fermati ai primi del 900. Mi sembra proprio impossibile fare altrettanto in altre scuole
Concordo quasi in pieno col tuo messaggio, solo una cosa è un po’ opinabile: il fatto che chi va al liceo classico lo fa perchè gli piace il latino o il greco. Alle scuole dicevano che “al classico ci vai se ti piace fare italiano”, molti ragazzi ci vanno con questa idea sbagliatissima! io invece inizialmente mi ero iscritto a uno scientifico perchè pensavo di trovare più matematica, poi però la mia prof di italiano della terza media ha detto “è adatto un pò a tutte le scuole ma è meglio se va al classico”, allora ho annullato la richiesta di iscrizione allo scientifico (che sta anche fuori città…) e me ne sono andato al classico.
si vabbè era per fare un esempio 🙂 io invece ho fatto lo scientifico e la matematica non è che fosse poi tanta… comunque mi sa che poi il programma di matematica è quasi uguale, (se non prorpio uguale) i licei classico o scientifico secondo il mio parere, se fatti bene sia da parte di alunni che da parte di professori, insegnano molto più di un tecnico per via di tutte le riflessioni di natura umanistica che ti portano a fare, e danno una buona base per affrontare tranquillamente, qualsiasi tipo di indirizzo universitario, secondo te se uno ha le idee chiare sin dall’inizio e ad esempio vuole fare l’architetto gli conviene fare i geometri? o uno che vuole fare economia gli conviene fare il ragioniere? …non lo so ma di sicuro all’università si comincia da zero e la preparazione con cui ci si arriva è secondo me inadeguata sia perchè molti di noi a 15 – 16 anni pensiamo ad altro e sia perchè l’insegnamento alle superiori è un po scadente diciamocelo..
è vero, ma dovrebbero avere delle basi necessarie per approfondire la lingua italiana, poichè fra le altre cose dovrebbero imparare il linguaggio tecnico e senza le basi mi sembra alquanto difficile. Poi, per quanto riguarda il fatto che tu affermi che il mondo dell’automazione è molto vasto posso dire che ciò risulta veritiero, ma la scuola deve formare dei tecnici in grado di saper progettare degli impianti negli istituti tecnici e formare operai negli IPSIA e quindi non conoscere necessariamente ogni particolare macchina o programmatore o controllore. Credo che, come molti sottovaluti questi indirizzi, non avendoli mai frequentati, ma ti assicuro che diversi anni fa chi usciva da determinate scuole con punteggi elevati non aveva problemi a trovare lavoro.
Tanto per farti capire:
elettronici:
http://www.youtube.com/watch?v=a1v82a99X_M
http://www.youtube.com/watch?v=rmFAZvIxLFw
http://www.youtube.com/watch?v=CjygrRM1xKU
http://www.youtube.com/watch?v=A3kk2N1OWLs&feature=related
elettrotecnici:
http://www.youtube.com/watch?v=26xKdV4-Ou8
http://www.youtube.com/watch?v=IwNvXx4plAQ&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=aFUae8ggIF4&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=l9V6aNE1noQ
Esempi banali che portano gli studenti ad applicarsi per affrontare e i risolvere problematiche con mentalità da tecnico.
Inoltre, ti confermo la mia affermazione, poichè ho avuto la possibilità di conoscere diversi formatori che per i processi di apprendimento e formazione legati all’età è necessaria una seria riforma della scuola media inferiore, poichè, come si è visto e si è letto in alcuni articoli di testate giornalistiche nazionali, la formazione di base è necessaria per poter fare evolvere l’individuo. Nella mia vita ho conosciuto dei bravi ingegneri che commettevano facilmente errori di sintassi e a volte anche di ortografia proprio perchè carenti nella formazione iniziale.
E’ risaputo, per esempio, che lo sviluppo dell’attitudine matematica si compie tra i 10 e 14 anni, mentre per la lingua italiana questa attitudine si compie tra i 7 e 11 anni, ovviamente, avendo appreso le conoscenze di base, negli anni successivi si può arricchire il proprio lessico e migliorare la forma.
Si, concordo con te, io a 15-16 anni ho imparato il php e non ho smesso più di usarlo perchè il pomeriggio non mi andava di fare i compiti noiosissimi e allora mi mettevo a programmare 🙂
Sono d’accordo sul fatto che partendo praticamente da zero all’università, uno può scegliere praticamente quello che vuole, ma nella pratica questo non accade… Almeno da me a ingegneria ci stanno un buon 3/4 degli iscritti che vengono da istituti tecnici, 3/16 che vengono da licei scientifici e 1/16 da licei classici, mentre a economia vedo praticamente solo ragionieri 🙂
Mi viene in mente la mia prof. di inglese che diceva “ragazzi, qualunque scelta vogliate fare per l’università, evitate lingue”, portandoci come esempio tutte le sue esperienze di vita, quando scelse lingue per girare il mondo, ma si è trovata a insegnare perchè non trovava lavoro XD
Alla fine di 23 persone, 8 si sono iscritte a lingue auhauhauhauhauh
Come non darti ragione? Questa è la cosa che condivido più di tutte. La forma mentis e il procedimento e il ragionamento logico e nalaitico vanno insegnati fin da piccoli. Non importa come si fa un robot o come lavorano i suoi pezzi. Sono i concetti che vanno capiti, l’idea di fondo…
Poi se qualcuno sarà interessato esistono corsi apposta =)
Ho appena finito di lavorare e leggere i post, la filosofica che viene insegnata al liceo è quella continentale che va cioè dai greci alla fenomenologia di Heiddeger, ma l’indirizzo che interessa più a noi dalla mentalità scientifica è quello della filosofia analitica a partire dal circolo di Vienna (di cui faceva parte Godel, Wittgstein, Carnap, Mach) alla ricerca dei fondamenti della matematica con Frege, Russell etc. Sono due modi di vedere la filosofia: quella continentale dal mio punto di vista è molto metafisica invece quella analitica è logico-matematico.
Dall’approccio analitico nascono i vari tentativi di riprodurre la coscienza in modo meccanico (robota, automazione etc ), basta pensare all’assiomatizzazione della matematica attraverso la logica fino allo sbalorditivo risultato di Godel e da quello continentale nascono le critiche perché non considererebbero la sfera soggettiva dell’individuo.
Non sei stato l’unico a vedere in Kant un preludio dell’intelligenza artificiale altri la fanno risalire al nonno della cibernetica Hobbes alla sua espressione: Computatio, Sive, Logica
Ora mi viene in mente come la psicologia non sarebbe mai riuscita ad andare aldilà del comportamentismo (1900-1950 circa) se non ci fosse stata l’elettronica e l’informatica a rendere possibile lo studio della mente. Quando studiai la comunicazione umana risi molto nel vedere che si usavano gli stessi schemi adoperati da Shannon per la teoria dell’informazione. http://www.titticimmino.com/wp-content/uploads/image/Shannon.jpg
Oggi la stessa psicologia usa termini informatici/elettronici come ad esempio la parola feedback (effetto di retroazione) senza saperlo.
il problema di tutti gli uomini è che la vita è breve e nessuno ha tempo di studiare tutto ciò che è degno di essere studiato. Ho un pò di difficoltà a esprimermi su questa cosa… Se un uomo conoscesse bene tutta la matematica, la fisica, l’elettronica, la modellistica, la filosofia, la psicologia e la biologia (nei limiti dell’utilità per il suo scopo) potrebbe creare tutto, sarebbe quasi onnipotente.
Un uomo con un curriculum del genere, ha racchiusa in sé il sapere e le scoperte di centinaia di uomini che hanno dovuto lottare contro la natura per arrivare alle conclusioni cui sono giunti. Un uomo con questa conoscenza avrebbe già pronte le soluzioni a un numero enorme di problemi, che potrebbero presentarsi ad esempio nella realizzazione di un affare che simuli l’intelligenza umana.
Il nostro limite è che non abbiamo tempo… l’aspettativa di vita di un uomo è di 70 anni, ma nessuno vorrebbe passare tutta la vita solo a studiare, perchè 70 anni di studio non basterebbero a sapere tutto, e perché se uno passa tutta la vita a studiare, lo studio sarà fine a sé stesso. Non ci saranno applicazioni utili di tutto questo studio, e avrà sprecato la sua vita.
Mi hanno raccontato che dopo la scoperta dei logaritmi e degli esponenziali, molti monaci hanno passato la loro vita a compilare le tabelle dei logaritmi per permettere a chi ne avesse avuto bisogno di usare i loro calcoli, e sbrigarsi nello svolgere i conti. Quelle vite sono state investite bene perchè quelle tavole sono state usate per diversi secoli, fino all’invenzione della calcolatrice
Calcolatrice che fra l’altro fu introdotta da Pascal (somme e sottrazioni) e perfezionta da Leibniz (moltiplicazioni e divisioni), sapere tutto è impossibile e non è neanche auspicabile per chi come me la pensa come il filosofo rumeno Cioran.
“La conoscenza di sé si paga sempre troppo cara. Come d’altronde la conoscenza in genere. Quando l’uomo ne avrà raggiunto il fondo, non accetterà più di vivere. In un universo spiegato, nulla potrebbe avere ancora un senso, tranne la follia. Una cosa che sia stata sviscerata in profondità perde ogni importanza […]. Decisamente, non è bello indugiare sotto l’Albero della conoscenza”
La caduta nel tempo
È molto interessante ma 100 anni della realtà è una falsa illusione basta pensare che in alcune università come la mia non si fa nemmeno laboratorio di elettronica nel corso di ingegneria elettronica non è nemmeno disponibili come materia a scelta robotica ,
quindi vedo dura di applicare queste cose .
La cosa più impressionante è che attualmente ho avuto più ore di storia d’italiano messi insieme che di ore di matematica .
oh ma il sistema scolastico nostro italiano è basato su Le arie umanistiche basta vedere l’esame di maturità ogni anno senza eccezione come prima prova c’è il famoso tema dove gli argomenti scientifici sono trattati una volta ogni morta di papa ,
anche per chi frequenta il liceo scientifico nella prova di maturità solo un anno su due viene chiesto come seconda prova il compito di matematica è una cosa abbastanza spaventosa ,
Senza parlare dell’introduzione dell’informatica che in tante scuole e superiori non viene nemmeno fatta visto attualmente la sua rilevanza che dovrebbe essere uno delle materie che dovrebbero essere insegnate di base .
ma il problemaè che la maggior parte dei pedagogisti della pedagogia è nato nell’aria umanistica e non nell’aria scientifica .
Io personalmente introdurrei altri concetti dalle elementari ad esempio
La matematica che ultimamente viene completamente spronata immessa al riparo delle menti come si fosse una cosa macabra .
Alcuni concetti come calligrafia visto che attualmente i bimbi non sanno nemmeno più tenere una pena in mano .
È l’ultima cosa più importante di di tutti la scrittura e la lettura che fa crudelmente difetto nella scuola italiana , parlo in conoscenza di causa visto che questi ultimi tempi non riusciamo più a distinguere tra gli analfabeti e dislessici che ricordiamo solo per cronaca i primi non hanno imparato a leggere perché nessuno insegnati , e secondi hanno ricevuta una corretta istruzione al riguardo della lettura ma essendo dislessici rimarranno sempre con difficoltà a leggere e scrivere .
L’insegnamento della robotica a scuola è una cosa fondamentale per istituti tecnici industriali e professionali che riguardano le materie di elettronica e meccanica, ma non solo. La robotica è un campo dove, visti i recenti avvenimenti e avanzamenti tecnologici, si creano quei dispositivi senza cui la civiltà moderna non potrebbe vivere. Basti pensare ai robot delle catene di montaggio che costruiscono Automobili, che confezionano i prodotti che ogni giorno mangiamo, e che usiamo, tipo i cellulari, iPad, iPod, Computer, Auricolari, ecc. Nel mondo moderno ormai gli automi sono indispensabili, ed è ancora più indispensabile poterli produrre. L’insegnamento della robotica a scuola, può essere anche un mezzo per introdurre nei ragazzi, anche meno volenterosi, la capacità di progettare e di vedere come i prodotti finiti possano funzionare quando accesi per eseguire le funzioni più fantasiose.
Ho fatto personalmente un corso di robotica a scuola, anche se di pomeriggio, ed è stata un esperienza unica ed irripetibile nel suo genere. Creammo dei robot che si mantenevano in piedi su due ruote usando giroscopi, robot ceh seguivano linee con sensori di luce, robot che giocavano a calcio inseguendo il pallone e tirandolo in porta, bracci robotici con pinze per prendere oggetti, ed anche un umanoide che tutti voi conoscerete con il nome di Robonova, e la vera chicca ere un vero e proprio robot controllato co un PC tramite connessione wireless, costruito tutto con materiale di recupero, dai motori di vecchie stampanti, ad un lampione della strada preso in uno scasso. Alla fine del corso partecipammo anche alla mostra di robot, a città della scienza a Napoli, chiamata Futuro Remoto, dove all’inaugurazione venne anche il robot umanoide più geniale al mondo chiamato Asimo.
Con l’esperienza che feci quell’anno, imparai tante cose, e ormai non riesco più a smettere, insomma i robot me li creo da me! ed ho imparato ad usare tante configurazioni elettroniche per le applicazioni più disperate, quindi credo sia fondamentale l’insegnamento della robotica a scuola.
Credo che la robotica possa entrare nell’ambito dell’istruzione solo se per robotica non si intende mettere insieme il kit in scatola di montaggio di un robot esploratore o line follower, ma se si intende con tale termine entrare nel merito della questione e seguire un pò tutti i passi della progettazione di un sistema robotizzato. per inteso, dovrebbe essere un’attività multidisciplinare che dovrebbe coinvolgere la meccanica per quanto riguarda l’aspetto meccanico, dei giunti, del dimensionamento deil motoriduttori, l’elettronica per quanto riguarda la progettazione della sezione di potenza per il pilotaggio dei motori, la logica di controllo vera e propria e tutta la sensoristica utile per interfacciare il robot col mondo esterno e infine l’informatica per la programmazione del microcontrollore e di un’eventuale interfaccia utente per PC o dispositivi mobili. Insomma un lavoro di gruppo che dovrebbe coinvolgere più classi di studenti…penso che la soddisfazione, in questo modo, sarebbe doppia. Io all’ITIS avevo il prof di controlli automatici fissato con la robotica, ma lui per robotica intendeva la descrizione tramite matrici di rotazione e traslazione delle varie parti meccaniche…lui infatti sosteneva che non ha senso parlare di robot se non lo si sa controllare, e per controllarlo bisogna rifarsi ai modelli matematici e in particolare matriciali. All’università non ho seguito il corso di robotica, anche se mi sarebbe piaciuto, ma per sentito dire ho avuto modo di notare che tante delle cose che ho appreso all’ITIS con il prof di controlli, si sono riproposte pari pari in quell’esame.