
L'isola di Taiwan, crede vivamente nell'impiego delle energie rinnovabili, a tal punto da ritenere queste risorse come la più sicura via per l'approvvigionamento dell'isola stessa, rendendola indipendente dalle importazioni di combustibile fossile (energia esauribile). La parola indipendenza per Taiwan è di fondamentale importanza, poiché ancora oggi, è oggetto di una rivendicazione della sovranità da parte della Cina, nonostante i rapporti nel tempo siano migliorati e i legami commerciali, specie nell'ambito delle energie rinnovabili siano di fondamentale importanza.
Energie rinnovabili: Renewable Energy Development act
Dopo un ritardo di circa otto anni, nel giugno 2009 finalmente è stato adottato il Renewable Energy Development, un quadro di riferimento legislativo che mira ad innescare un boom nello sviluppo di fonti rinnovabili nella nazione di 23 milioni di persone. L'atto consiste in una miscela familiare di obblighi e di incentivi, che sono progettati per raggiungere una quota del 16% della capacità installata di fonti rinnovabili entro il 2025, contro circa l' 8% (dominata dalle centrali idroelettriche) nel 2010, secondo i dati dell'Ufficio di Presidenza di Taiwan di energia. Appena lanciato, il R.Energy Development act, ha presentato un ventaglio di tariffe per le energie rinnovabili, fra cui una molto generosa che prevedeva $0,37-0.45/KWh per i sistemi fotovoltaici e $0.14/KWh per l'energia eolica offshore.
Questo riflette il dato più sorprendente, che la crescita prevista è insita nella potenza fotovoltaica che si prevede aumentare dai soli 19MW nel 2010 fino a 2 GW 15 anni dopo.
Taiwan e le energie rinnovabili: potenza fotovoltaica
Taiwan, si trova nella curiosa posizione di essere una delle potenze mondiali nella produzione di potenza fotovoltaica, non a caso gli incentivi REDA, sono intesi a consentire un un PV build-out che andrebbe a creare un'infrastruttura nazionale più degna del suo status di produttore di celle e moduli. Tuttavia, il solare feed- in tariff, è già stato oggetto di controversie; nel 2010 l'indice tariffario è stato promosso sulla base di un accordo stipulato con Taipower, caratterizzato per il tasso garantito a 20 anni. La Boe, ha provocato costernazione fra gli sviluppatori alla fine del 2010, annunciando che sarebbe meglio pagare al momento dell'esecuzione reale del progetto, lasciando i molti di fronte ad un significativo ribasso valutabile fino al 30% in meno, a seconda delle dimensioni del progetto.
Taiwan e le sue invenzioni
Che Taiwan, sia in una posizione ridente nell'ambito dell'energia fotovoltaica, è dimostrato da numerose invenzioni presentate negli ultimi tempi. Nel 2009, a Kaohsiung City, sede degli Wordl Game , è stato completato il primo stadio fotovoltaico al mondo, ad opera dell'architetto Tony Ito, questo colosso è coperto da 8.884 pannelli fotovoltaici, in grado di produrre 1,14 milioni di KWh all'anno, con un risparmio di anidride carbonica immessa in atmosfera di 660 T/anno; durante i giorni in cui lo stadio viene usato, l'energia prodotta serve alle 3.300 lampade e ai due schermi giganti di cui lo stadio stesso è dotato, negli altri giorni, specie se tanto assolati, l'energia viene venduta. Infine, una dimostrazione di tecnologia evoluta in ambito fotovoltaico è stata presentata l'anno scorso, in occasione dei mondiali di calcio: il primo pallone da calcio fotovoltaico.
La taiwanese Greendix ha trasformato i pentagoni in pelle dei palloni, in celle di silicio policristallino della stessa dimensione e forma, a dimostrazione del fatto che i moduli solari possono essere integrati in qualsiasi oggetto con cui interagiamo quotidianamente ed inoltre che tali palloni possano in un futuro essere utilizzati, tramite ulteriori avanzate tecnologie, dalle persone non vedenti.

Bisognerebbe prendere esempio, soprattutto visto lo “scottante” tema dell’energia mai così attuale come in questi giorni… Per non parlare poi dell’eolico!! Di potenzialità ne abbiamo un bel pò, il problema è che pochi la sfruttano o vogliono sfruttarla..
Concordo con il commento di vaka85, anche qua bisognerebbe prendere esempio. Invece qua si stanno togliendo gli incentivi.
Il meccanismo del conto energia e’ virtuoso e consolidato, la germania lo ha da oltre 10 anni e l’anno scorso
anche se con tariffe molto minori di quelle italiane, ha installato piu’ megawatt di quelli installati in italia,
quasi 3000 contro i 1500 italiani.
Non ha senso togliere gli incentivi, ha senso diminuirli gradualmente per far si che in un non troppo lontano futuro
il costo dell’energia sia competitivo con le altre fonti.
Non c’e’ alcun dubbio che questo accadra’, il problema e’ proprio questo: chi ha investito miliardi di euro per enormi centrali
o chi investira’ per le centrali atomiche non ha alcun interesse a che ogni cittadino o imprenditore possa autoprodursi a costo
competitivo e senza incentivi la propria energia.
Siamo nel mezzo di una rivoluzione energetica, credo che il processo non si possa arrestare come e’ successo con internet.
Chi governa ha la grande responsabilita’ di cogliere l’opportunita’ che questa rivoluzione puo’ portare investendo in ricerca e sviluppo delle proprie imprese piuttosto che osteggiandola per assecondare gli interesse di pochi gruppi industriali.